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Giovanni Benvenuti e il Questionario di Proust

Giovanni Benvenuti e il Questionario di Proust
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Il tratto principale della mia musica

Credo che la caratteristica principale della musica che scrivo sia la centralità della melodia: anche nelle strutture armoniche e ritmiche più complesse ricerco sempre l'immediatezza del lirismo. In questo modo si crea una connessione istintuale e non razionale con l'ascoltatore che mi permette di essere accessibile senza rinunciare a nulla, posso essere accessibile senza fare compromessi. La mia musica è rivolta a tutti, all'appassionato di jazz come a chi sente solo le canzoni alla radio: la melodia mette tutti sullo stesso piano.

La qualità che desidero nei musicisti che suonano con me

Data per scontata la preparazione sullo strumento e in generale la parte "artigianale" del fare musica, quello che cerco nei musicisti con cui suonare è la capacità di ascolto: devono essere in grado di afferrare gli stimoli musicali che avvengono al momento e reagire. Ci deve essere uno scambio di idee. Quando si è sul palco o in studio si deve essere in primis al servizio della musica e di conseguenza al servizio degli altri musicisti, altrimenti si possono magari fare cose "giuste" ma poco interessanti. L'ascolto reciproco è la chiave di tutto. I musicisti che scelgo per i miei progetti inoltre sanno ispirarmi ogni volta che dividiamo il palco, sono una grande fonte di arricchimento. Infine cerco persone con le quali mi piace stare insieme, cosa importante se devi condividere un tour di molti giorni.

Come musicista, il momento in cui sono stato più felice

Il musicista credo sia condannato in qualche modo a non essere mai felice di risultati raggiunti ed a cercare sempre nuove possibilità e nuove idee, altrimenti si fermerebbe. Per cui forse felice sarebbe una parola eccessiva. Tuttavia posso dire di essere estremamente soddisfatto quando sento che si è creata una connessione tra il palco e la platea, quando avverto distintamente che il pubblico mi segue dove voglio portarlo. È difficile da spiegare e non sempre avviene, ma nei concerti in cui avviene lo si percepisce chiaramente. In quei concerti mi sembra di aver dato qualcosa a chi mi ha ascoltato.

Come musicista, il mio principale difetto

Probabilmente la mia poca capacità di auto promozione: faccio fatica a mandare centinaia di mail e fare duemila telefonate per cercare di ottenere concerti. In generale ho un carattere magari non schivo ma piuttosto taciturno, cosa che non mi aiuta nella parte relazionale del mio lavoro. Questo sicuramente è in parte un limite. Per fortuna però vengo chiamato e ho proposte piuttosto spesso, per cui comunque ogni anno sono moltissimi i concerti che faccio.

La mia più grande paura quando suono

Ho la grande fortuna di non avere l'ansia del palco: quando mi trovo a suonare in pubblico mi sento ancora più libero e spontaneo che nella vita di tutti i giorni. Anzi, forse quello è proprio un momento in cui sono totalmente privo di paure. Anzi, la mia paura al massimo è di non suonare per molto tempo, come è accaduto per il covid. Per cui la mia paura può essere qualcosa di esterno a me, tipo il sax che mi cade o cose del genere, ma mi rendo conto che è una risposta stupida.

Sogno di suonare

Sogno di suonare tanto: tantissimi concerti in giro per il mondo con i miei progetti. Non mi interessano cachet alti o la fama, mi interessa far ascoltare la mia musica alle persone. Il momento in cui sono sul palco e condivido la mia musica è il momento nel quale mi sento maggiormente realizzato.

La mia fonte di ispirazione

Oltre alla musica che ho ascoltato fin da quando ero piccolo, la mia principale fonte di ispirazione è extramusicale. Leggo molto e sono un grande appassionato di cinema, per cui la musica che scrivo parte dalle suggestioni che libri e film mi hanno suggerito. Talvolta scrivo colonne sonore per romanzi e talvolta uso tecniche cinematografiche per scrivere musica: i brani sono storie nella mia mente dove ogni melodia è un personaggio; dopo aver reso i personaggi delle melodie, li faccio interagire tra di loro e osservo cosa succede.

I miei musicisti preferiti

Ce ne sono moltissimi e cambiano spesso. Per il sax posso citare Charlie Parker, Sonny Stitt, Phil Woods, John Coltrane, Chris Potter, Mark Turner, Michael Brecker, Lee Konitz, Stan Getz, Hank Mobley e molti altri ancora. Per la musica in generale sono abbastanza onnivoro: Michael Jackson, i Led Zeppelin, Ravel, Beethoven, Charles Mingus e mille altri ancora.

I miei dischi da isola deserta

Per limitarmi ne metto solamente cinque: il concerto per violino di Samuel Barber, una buona raccolta di Ravel, Kind of Blue, Coltrane Plays the Blues, Sonny Stitt Sits in with Oscar Peterson Trio. Anzi, anche una bella raccolta di brani di Sidney Bechet, anche se così arriviamo a sei.

La canzone che fischio sotto la doccia

Mi viene spesso da canticchiare il tema di Conception di Bud Powell. Non so perché.

I miei pittori preferiti

Vado sul classico: Caravaggio. In qualche modo l'immediata potenza delle sue immagini, unita a una tecnica straordinaria, mi conquista. Per arrivare più vicini a noi direi Basquiat, forse anche per il suo legame con la musica jazz.

I miei film preferiti

Senza dubbio "2001 Odissea nello Spazio," film immortale di un regista immortale. Poi "Vertigo," film ammaliante e dall'atmosfera unica. E poi "Network," che più invecchia e più diventa attuale. Inoltre ultimamente ho scoperto un regista francese, Pierre Schoendoerffer, veramente straordinario: il suo film "Dien Bien Phu" è davvero un capolavoro. Amo vedere film di tutti i tipi, non solo quelli d'autore ma anche quelli di intrattenimento: talvolta c'è poesia anche in un semplice film d'azione.

I miei scrittori preferiti

Ce ne sono molti e di solito sono abbastanza ossessivo: se mi piace uno scrittore devo leggere tutti i suoi libri! Ho fatto così con Dostoevskij, con David Foster Wallace, con Philip Roth, con Victor Hugo, Philip Dick, Tolstoj e altri. Tutti questi hanno la caratteristiche di dare l'impressione di conoscerti, come se parlassero direttamente a te. Conoscono l'animo umano e ogni loro libro è come una seduta di terapia.

La mia occupazione preferita

Indubbiamente suonare con altri musicisti, possibilmente con degli ascoltatori davanti. Amo anche il tragitto per andare a suonare: mi piace stare in macchina ascoltando musica o podcast se sono solo o parlando se sono coi colleghi. A parte questo leggere, saggi o romanzi, e parlare con amici seduti a un'osteria. In qualche modo anche viaggiare, ma facendolo molto per lavoro mi capita difficilmente di farlo da turista.

Il dono di natura che vorrei avere

Senza dubbio una maggiore capacità di parlare con la gente, creare confidenza e in generale intessere relazioni. Non è il mio punto forte è vorrei tanto migliorare in questo. Sento che è il mio più grande limite.

Nella musica, la cosa che detesto di più

Detesto quando avverto che non si è sinceri con il pubblico: quando la musica non è curata nel dettaglio perché si spera che chi ascolta non sia così competente da capirlo, quando si usano mezzucci ruffiani per catturare il pubblico vendendo fumo e quando si fa sfoggio di sole capacità tecniche per stupire. Nella vita e nella musica apprezzo la sincerità, anche quando è scomoda.

Gli errori musicali che mi ispirano maggiore indulgenza

Quando si sbaglia cercando di fare il meglio: può succedere di mettere una nota sbagliata, di non essere perfettamente intonati in un passaggio o di mettere una nota un po' fuori tempo. Per me questo è indifferente, l'importante è che la musica funzioni, non il dettaglio causato dal fatto che non siamo macchine. Se la musica funziona di solito mi accorgo di ogni errore ma lo perdono sempre. Lo stesso dico ai miei allievi: non vi fermate se sbagliate una nota, cercate di andare avanti con il vostro discorso.

Il pezzo che vorrei venisse suonato al mio funerale

Il secondo movimento del concerto per violino di Samuel Barber: una melodia di una bellezza indescrivibile.

Lo stato attuale della mia attività musicale

Suono spesso dal vivo, anche all'estero, con belle formazioni e in belle situazioni, quindi direi buono. Spero di continuare e incrementare. In più insegno a Siena Jazz, che è un faro per la didattica.

Il mio motto

Suonare per l'ascoltatore senza rinunciare a nulla.

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