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Idrees Sulieman Quartet feat. Oscar Dennard: The 4 American Jazz Men in Tangier
ByColpevolmente dimenticato, Dennard si rivela uno strumentista di primissimo piano, una voce fuori dal coro tra i pianisti attivi negli anni 50. Un po' strangolato nell'orchestra di Lionel Hampton, forse auto-limitato da un carattere non troppo ambizioso, Oscar morì nel 1960 in Egitto, a 32 anni, colpito da febbre tifoide, mentre era in tour con Sulieman.
L'anno precedente, dopo alcune date parigine, un quartetto completato da Jamil Sulieman Nasser al basso e Buster Smith alla batteria è in tour in Marocco. A Tangeri, alcuni operatori radiofonici tra cui Jacques Muyal, approntano una veloce seduta di registrazione per catturare al volo l'arte degli americani, interessati soprattutto a Sulieman, trombettista di discreta fama.
Le cose sono fatte in fretta, ma la sostanza musicale è buona, c'è tutta la spontaneità del jazz improvvisato, che si fida di un intuito quasi animale, in repertorio qualche standard e un paio di temi di Charlie Parker. La qualità del suono non è impeccabile, ma poco importa, ciò che conta è il potere di coinvolgimento immediato di una musica che comunque poteva esibire l'esattezza di un gruppo rodato da qualche mese di concerti europei. Il post-bop che ne vien fuori non ha nulla della rimasticatura e dei clichè, al contrario, evidenzia una adesione umanissima e verace alla lingua del jazz moderno e una forza espressiva sancita in gran parte dalle performance di Dennard.
Già nel prologo di "All of You" il pianista si distingue per un eloquio ridondante ma non pedestre, a cavallo tra la tecnica di un Lennie Tristano e i barocchismi sublimi di un John Lewis. La brillantezza viene confermata e superata sia in "Confirmation," che in "Stella by Starlight," dove Dennard giostra con una padronanza del materiale armonico e un fraseggio solistico travolgenti. Non si pensi comunque che il leader del gruppo fosse messo in secondo piano. Idrees Sulieman (nome musulmano di Leonard Graham) si era distinto una decina d'anni prima come solista di tromba nelle incisioni Blue Note di Thelonious Monk e in seguito accanto a Coleman Hawkins e Randy Weston. Possedeva una sonorità molto particolare, emotivamente sottile, e riusciva ad infondere un lirismo tutto suo anche a canovacci jazzistici usuali. Il suo intervento nella ballad "Pinky" ne è un esempio, così come sapeva volare alto nelle frasi più veloci ("Visa"). Praticava anzitempo la tecnica della respirazione circolare: in "Tangier Blues" c'è una sua incredibile nota tenuta di oltre due minuti, forse un po' naif, ma molto efficace. E la sezione ritmica garantiva una solidità, una continuità massiccia davvero invidiabile: Jamil Nasser era bassista di vaglia, già molto apprezzato con Gene Ammons e Randy Weston, e futuro pilastro nel trio di Ahmad Jamal. Il suo intervento in "Tour de Force" è maestoso. E anche il batterista Buster Smith non scherzava.
Il secondo CD, registrato a New York qualche mese prima, è meno interessante solo perchè l'emissione sonora è davvero opaca e non permette di cogliere fino in fondo le dinamiche del gruppo. La versione di "Invitation" è comunque notevole, ancora per merito di un preludio pianistico di Dennard, che poi serve da solo una bella "'Round Midnight."
Track Listing
CD 1:
All of You; Confirmation; Pinky; Stella by Starlight; Visa; Tour de Force; Tangier Blues.
CD 2:
Invitation; Round Midnight; These Foolish Things; Wee; Circular Breathing Blues; Piano Improvisation.
Personnel
Idrees Sulieman: trumpet; Oscar Dennard; piano; Jamil Nasser: upright bass; Buster Smith: drums.
Album information
Title: The 4 American Jazz Men in Tangier | Year Released: 2017 | Record Label: Groovin High
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Idrees Sulieman Quartet feat. Oscar Dennard
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Stefano Merighi