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Billy Mohler: Emozioni e Groove

Courtesy Robbie Jeffers
La musica, per me, ha una risonanza emotiva. Per questo, sono interessato all'aspetto umano e personale del musicista che ascolto, alla storia che ha da raccontare col suo strumento, piuttosto che al suo lato tecnico o innovativo. Le innovazioni sono sempre e solo la conseguenza delle esigenze espressive di un artista.
All About Jazz: Partiamo da The Eternal, il tuo ultimo album. Dopo tre ottimi dischi con il tuo quartetto con Chris Speed, Shane Endsley e Nate Wood hai cambiato completamente band. Da dove è nata l'esigenza di questa trasformazione di organico?
Billy Mohler: Quando mi metto a comporre, inizio sempre dalle linee di basso, ma dopo la scintilla iniziale, passo alla chitarra per completare la composizione. La chitarra ha sempre avuto un ruolo centrale nella mia scrittura ed ero sicuro che questo, prima o dopo, mi avrebbe portato a creare un gruppo con un chitarrista. Jeff Parker e io suoniamo insieme da qualche anno in vari progetti, quindi è stato naturale invitarlo per la registrazione di The Eternal, perché è così creativo ed è uno straordinario musicista di gruppo. Damion Reid e Devin Daniels suonano con me da un paio di anni, e contribuiscono tantissimo alla riuscita della mia musica. Era da tempo che Damion e io pianificavamo The Eternal, quindi sono contento che siamo riusciti finalmente a realizzarlo!
AAJ: Il cambiamento di formazione è dovuto al fatto che tutti i musicisti del nuovo quartetto vivono a Los Angeles, come te?
BM: Sì e no. Dal punto di vista logistico ha senso avere tutti a Los Angeles per gli spettacoli e le sessioni di registrazione, ma la decisione per la nuova formazione è stata più che altro una questione di intesa personale e musicale con questi artisti. Ci siamo continuamente incrociati in vari gruppi, ed ero convinto che la chimica sarebbe stata giusta fra di noi, anche se non avevamo mai suonato tutti insieme fino al giorno della sessione di registrazione.
AAJ: Nel recente passato, la scena di Los Angeles è diventata sempre più vivace. Come la descriveresti a qualcuno che non c'è mai stato?
BM: La scena di Los Angeles è migliore che mai. L'afflusso di musicisti da tutto il paese ha contribuito a portare molta varietà, e ad incoraggiare i club che supportano la nuova musica. David Binney e Chris Speed sono stati i primi due a trasferirsi da New York a Los Angeles, e da allora abbiamo avuto un flusso costante di trasferimenti da tutto il paese. L'influenza di Chris e David su di me personalmente è stata enorme.
AAJ: Come dicevi, c'è un numero crescente di musicisti che si sono trasferiti a Los Angeles. È possibile identificare le caratteristiche della scena di Los Angeles che la distinguono, per esempio, dalla scena di New York o da quella di Chicago?
BM: Los Angeles ha una scena musicale free/improvvisata davvero interessante al momento. Forse il pubblico si sta allargando sempre più perché si rende conto di trovarsi di fronte ad un momento importante nell'evoluzione di questa scena musicale. Non so bene da che dipenda... ma, per esempio, ho notato il percorso dell'ETA, un locale che ha avuto un ruolo centrale in questa evoluzione: hanno iniziato con gruppi che suonavano standard, o magari qualche brano originale, la gente andava, ma non erano in molti. Quando hanno iniziato ad invitare band che suonavano in modo più creativo, se non free, la scena si è illuminata e ha iniziato a crescere in maniera esponenziale. Alla fine l'ETA era gremito di gente. Sono stato a Los Angeles per tutta la vita e non avevo mai visto niente del genere, è incredibile.
AAJ: Nella tua nuova band, la tromba è sostituita da uno strumento armonico come la chitarra. Questo ha cambiato il tuo approccio alla composizione e alla direzione della band?
BM: La composizione è ancora un mistero per me. Non ho una formula se non quella di essere aperto quando arriva l'idea giusta. Una volta che un pezzo musicale è scritto, il mio produttore Dan Seeff e io lavoriamo per trovare la strumentazione o l'arrangiamento giusti.
AAJ: Hai registrato il nuovo album con l'ingegnere Pete Min. Il suo studio di registrazione, Lucy's Meat Market, sembra aver assunto un ruolo centrale nella documentazione di band di Los Angeles che guardano al futuro. Com'è lavorare con lui?
BM: Pete è fantastico! È molto aperto e ha creato un ambiente davvero confortevole nel suo studio, il che spiega il successo che sta riscontrando.
AAJ: Hai una vasta esperienza, attraverso una molteplicità di ruoli, nel mondo del rock e pop (Smashing Pumpkins, Ringo Starr, Macy Gray, Nile Rogers, Mavis Staples, Dolly Parton, Lady Gaga, ecc...). Cosa hai riportato al jazz da queste varie esperienze?
BM: Quelli che hai citato sono tutti artisti completamente dediti alla propria visione artistica. Lavorando con loro, ed essendo esposti alla loro determinazione, convinzione e visione, non puoi fare a meno di esserne ispirato!
AAJ: Cosa ricordi con più piacere del periodo The Calling e del successo ottenuto con la canzone "Wherever You Will Go?"
BM: Il piacere più grande è stato viaggiare per il mondo con il mio migliore amico d'infanzia e batterista dei The Calling, Nate Wood. Parlavamo di andare in tournée assieme sin dai tempi delle scuole superiori, sognavamo ad occhi aperti... esserci riusciti è stato il massimo.
AAJ: La tua passione per lo skateboard ti ha portato ad accompagnare con una band il tour Boom Boom Huck Jam di un pioniere del settore come Tony Hawk. Puoi raccontarci di quell'esperienza?
BM: Il Boom Boom Huck Jam è stata un'esperienza surreale a molti livelli. Pat Hawk, la sorella di Tony, è un'amica di famiglia di lunga data. Faceva la corista nella band del mio padrino, The Righteous Brothers. Quindi conosco Pat e suo marito Alan da quando ero ragazzino. Sono cresciuto guardando i film Bones Brigade e sono stato uno skater sponsorizzato da un negozio quando ero al liceo, quindi la cultura dello skate fa parte del mio DNA. Questa esperienza mi ha portato a vivere momenti indimenticabili, come suonare in una base dell'aeronautica, oppure avere un nostro band bus, o, ancora, trovarmi ogni giorno in un'arena diversa, davanti a mega rampe per l'esibizione di skater di livello mondiale, che andavano oltre i limiti del possibile. Ho sempre pensato che skateboard e musica improvvisata attingano alla stessa parte del nostro cervello. Entrambi richiedono la capacità di adattarsi e di creare in tempo reale, rispondendo ai suoni o agli ostacoli che ti si presentano di fronte. Che si tratti di tracciare la linea successiva in un assolo o di eseguire il prossimo trucco sullo skate, stai dando forma a qualcosa di unico a partire da ciò che ti è dato: vivere il momento.
AAJ: Quale dei tanti ruoli che ricopri, produttore, compositore, strumentista, band leader, ti dà la più grande soddisfazione?
BM: Mi piace ogni aspetto dell'essere un artista e tutti i diversi ruoli coinvolti nel processo creativo.
AAJ: Come dicevi prima, componi partendo dalle linee di basso, puoi spiegare come avviene questo processo?
BM: Ho sempre iniziato le mie composizioni dalla linea di basso, poi la porto alla chitarra per finirla, o occasionalmente la melodia viene con la linea di basso tutta in un colpo solo. Le canzoni di solito nascono da una sessione di prove. Mentre mi esercito inciampo in una linea di basso, poi da lì è come seguire le briciole di pane lungo un sentiero fino ad arrivare a destinazione. È ancora un mistero per me quando escono le canzoni.
AAJ: Quali sono le principali fonti di ispirazione quando componi?
BM: Esperienze di vita, traumi, perdite, felicità, gioia, sono tutte fonti di ispirazione.
AAJ: Chi sono i contrabbassisti che ti hanno ispirato di più?
BM: Wilbur Ware, Larry Gales, Ron Carter,Eric Revis, Ben Street, Jimmy Garrison, Tim Lefebvre, Darek Oleszkiewicz, Joe Sanders e Larry Grenadier sono solo alcuni dei miei bassisti preferiti.
AAJ: Nella scena odierna, chi pensi siano i veri innovatori dello strumento?
BM: La musica, per me, ha una risonanza emotiva. Per questo, sono interessato all'aspetto umano e personale del musicista che ascolto, alla storia che ha da raccontare col suo strumento, piuttosto che al suo lato tecnico o innovativo. Le innovazioni sono sempre e solo la conseguenza delle esigenze espressive di un artista.
AAJ: Ad aprile intraprenderai il tuo primo tour europeo. Hai scritto materiale per la nuova band? Quali sono le tue aspettative?
BM: Sì, non vedo l'ora che inizi il tour! Suonermo brani dal mio nuovo album The Eternal, adattandoli per il quartetto cordless che sarà in tour, e dai miei album precedenti Focus!, Anatomy, e Ultraviolet. Non escludo che finirò per scrivere nuova musica per il gruppo durante il tour, ispirato dalle cose che affronteremo assieme. Non vedo l'ora di esibirmi in Italia e nei Paesi Bassi con questa band! Suoneremo in alcuni dei migliori club e palchi italiani, a Ferrara, Firenze, Bolzano, Napoli, Marostica, Ascoli Piceno, e concluderemo suonando in uno dei leggendari club europei, il BimHuis di Amsterdam.
Come ho detto prima, io e Nate Wood facciamo musica insieme da quando eravamo bambini, quindi il fatto di essere in tour con Nate (e con Jeff Ballard per i primi due spettacoli) è un sogno che si avvera! E sarà un onore ed un piacere suonare con due musicisti formidabili, con un sound e una personalità unici come Hermon Mehari alla tromba e Francesco Bigoni al sassofono e al clarinetto.
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