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Reuel Golden, Barney Hoskyns: 75 Years of Capitol Records

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75 Years of Capitol Records
Reuel Golden, Barney Hoskyns
492 Pages
Taschen
2017

Il 15 novembre 2016, il Los Angeles City Council ha proclamato il "Capitol Records Day," una celebrazione del 75mo anno di vita della casa discografica, fondata a Los Angeles il 7 febbraio 1942. Tra le varie iniziative annunciate dall'etichetta abbiamo la riedizione delle gemme del catalogo e un volume commemorativo appena pubblicato dalle edizioni Taschen. È un ricco album di quasi 500 pagine, curato secondo gli alti standard della casa editrice tedesca, ricchissimo di fotografie e comprendente un tracciato storico ad opera del critico musicale inglese Barney Hoskyns.
La struttura del volume divide in cinque ampie parti la vita della Capitol, raccontando i momenti salienti dalla nascita a oggi e qualche retroscena sulle attività dei suoi grandi protagonisti. Il testo è in inglese, francese e tedesco

Chi segue il jazz associa immediatamente il nome Capitol Records ad uno dei capolavori musicali del Novecento, le magistrali incisioni della Tuba Band di Miles Davis di fine anni quaranta, poi raccolte nell'album The Birth of the Cool. Nel volume il fatto è ricordato con una foto di Miles Davis, scattata da Bob Willoughby allo Shrine Auditorium nel 1950, ma gli appassionati avrebbero preferito qualche istantanea delle session, magari inedite rispetto alle poche che conosciamo. Perchè sappiamo la fondamentale importanza che ebbero i partner di Miles in quelle incisioni: soprattutto Gil Evans, Gerry Mulligan, Lee Konitz e John Lewis. Per fortuna ce n'è una di Pete Rugolo che dopo il sodalizio con Stan Kenton fu direttore musicale della Capitol a New York e produsse quel materiale. Fu lui che fece incidere la band dopo averla ascoltata al Royal Roost.
Restando all'interesse del volume per il jazz, molto spazio iconografico è dato a Nat King Cole e Frank Sinatra che vennero da quel mondo e dettero un forte impulso all'etichetta (ma Sinatra se ne andò nel 1961, per fondare la sua Reprise).

La Capitol nacque a Los Angeles per merito del songwriter Johnny Mercer, dell'ex produttore della Paramount Buddy De Sylva e del proprietario di un negozio di dischi, Glenn E. Wallichs. Con un capitale d'avvio di 17 mila dollari pose la sua sede in una piccola stanza situata sopra il Wallich's Music City Store in Vine Street, Los Angeles.
In quegli anni l'industria musicale era saldamente in mano a tre major (Columbia, RCA Victor e Decca) e come tante altre piccole label, la Capitol sembrava destinata a ricoprire un mercato di nicchia ma la scrittura di Peggy Lee, Jo Stafford e soprattutto di Stan Kenton la fece crescere rapidamente. L'emergere del West Coast Jazz l'aiutò di certo, con belle incisioni di Shorty Rogers, Shelly Manne o June Christy ma la musica afro-americana non rientrava negli interessi dell'etichetta e il volume lo evidenzia.
Gli amanti del rock storico e del country troveranno invece una miniera da scoprire: molte foto dei The Beach Boys (il gruppo di punta), di Merle Haggard, Gene Vincent, Bobby Darin, Grand Funk Railroad, Beatles e Pink Floyd. La presenza dei due ultimi gruppi è dovuta al fatto che la Capitol, acquistata nel 1955 dalla britannica EMI, distribuiva negli States i dischi delle rock band inglesi (pur con qualche manomissione).
La Black Music, come abbiamo detto, ha avuto una presenza minoritaria entro la Capitol e spetta a John Carter, già A&R man all'Atlantic, il ritorno di Tina Turner negli anni ottanta. "Quando Carter mi disse d'aver scritturato Tina gli ho chiesto se avesse perso la testa" ha confessato Don Zimmerman, presidente dell'etichetta. Nonostante le opposizioni interne Carter le fece incidere Private Dancer, che ebbe un successo planetario (20 milioni di dischi), inaugurando la sua carriera solista. Altri artisti di Rhythm & Blues degli anni ottanta/novanta sono stati George Clinton , Grace Jones, Mc Hammer. Sono tutti ritratti con belle foto in un capitolo dominato dai gruppi di punta: Radiohead, Beastie Boys, Iron Maiden, Duran Duran.

L'ultimo capitolo illustra le ultime vicende della label, oggi Capitol Music Group posseduto dall'Universal. Il CMG comprende anche le label Blue Note, Motown, Virgin e nell'ultimo capitolo spiccano infatti belle istantanee di Norah Jones, Gregory Porter, Robert Glasper, Wayne Shorter, Corinne Bailey Rae, Mary J Blige. Si deve a Steve Barnett, presidente dal 2012, il rilancio sul mercato del marchio con le scritture di Katy Perry, Rosanne Cash, Beck e Sam Smith. È la foto di quest'ultimo che chiude la carrellata dei protagonisti. Seguono un capitolo sull'architettura della celebre Capitol Records Tower, uno sull'attività di recording session per concludere con le copertine più famose.

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