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Jerry Granelli: Dance Hall
ByCi sembra opportuno aggiungere che a metà dicembre del 2016, periodo nel quale questo album è stato registrato, Jerry Granelli stava per tagliare felicemente il traguardo dei 76 anni. Per sua dichiarata scelta, l'ispirazione questa volta si è concentrata maggiormente sul mondo rilassato, solare e profumato del rhythm and blues. Per l'occasione l'indiscusso leader di questo progetto ha deciso anche di utilizzare solo cover di brani noti e meno noti senza prevedere alcun brano originale. L'album del 1992 prevedeva invece un sapiente mix di cover e brani originali scritti dallo stesso Jerry Granelli, ma anche da Wayne Horvitz e da Julian Priester. La partenza di Dance Hall è molto convincente, con una versione magistrale di un brano poco noto di Bob Dylan, la guizzante "Meet Me in the Morning." Segue una versione in agrodolce di "The Great Pretender," perfetta per un film dei Fratelli Coen. Poi si passa senza sforzo apparente da Charles Mingus a Fats Domino, per poi toccare Max Roach e altri e sfociare nella finale "Caldonia" punteggiata adeguatamente dai tre fiati.
La musica di questo quartetto scorre via come un fiume del profondo sud, placido e pure frastagliato. A volte ricorda l'esperimento Slow Poke firmato da Michael Blake e David Tronzo, chitarrista slide straordinario che con Jerry Granelli ha suonato e registrato ben più di una volta. Il lavoro di Bill Frisell è inconfondibile come sempre e l'interplay con la chitarra più convenzionale di Robben Ford è sempre in grande risalto. Il loro senso del blues è decisamente complementare e il loro lavoro di cesello e di punteggiatura è elegante e rigoglioso senza mai mostrare momenti di appannamento. Gli assoli sono intensi e ben strutturati, ricchi di profumate divagazioni anche timbriche. E in questi territori Bill Frisell non teme rivali.
I Granelli padre e figlio maneggiano i ritmi in maniera pressoché perfetta e non si lasciano condizionare dalle facili suggestioni verso l'easy listening che un simile repertorio popolare inevitabilmente tende a richiamare. Se A Song I Thought I Heard Buddy Sing era stato uno dei capolavori meno noti di tutti gli anni novanta, questo Dance Hall non riuscirà probabilmente a lasciare una traccia altrettanto forte e duratura, ma certamente va riconosciuto che anche in questa circostanza Jerry Granelli riesce a riproporre le alchimie meravigliose delle due chitarre elettriche che si intrecciano con assoluta coerenza in un contesto peculiare carico di passione e caratterizzato da scelte sempre intelligenti. Senza alcuna intenzione di voler strafare, semplicemente con la voglia di suonare assieme in un contesto pieno di suggestioni e profumi di buona musica.
Track Listing
Meet Me in the Morning; The Great Pretender; Boogie Stop Shuffle; Ain’t That a Shame; Driva Man; This Bitter Earth; Never Gonna Break My Faith; Caldonia.
Personnel
Jerry Granelli
drumsJerry Granelli: drums; Robben Ford: guitar; Bill Frisell: guitar; J. Anthony Granelli: bass; Derry Byrne, Steve Kaldestad, Bill Runge: horns.
Album information
Title: Dance Hall | Year Released: 2017 | Record Label: Justin Time Records
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