Home » Articoli » Album Review » Jerry Granelli: Dance Hall

Jerry Granelli: Dance Hall

By

Sign in to view read count
Jerry Granelli: Dance Hall
L'arzillo Jerry Granelli, batterista sensibile e cazzuto, aveva centrato nel 1992, con l'album A Song I Thought I Heard Buddy Sing, uno dei picchi più importanti della sua lunghissima carriera. Un lavoro ormai mitico, dove metteva assieme due chitarristi illustri come Bill Frisell e Robben Ford per un modernissimo omaggio al Buddy Bolden immaginato dallo scrittore Michael Ondaatje. Dopo 25 anni, Jerry ricompone quella magica alchimia per la registrazione di questo ottimo Dance Hall, potendo contare sulla convinta partecipazione dei due stessi chitarristi, semplificando un gruppo di lavoro che in questa occasione conta anche sull'apporto prezioso del figlio Anthony Granelli al basso (nell'album del 1992 il basso era affidato ad Anthony Cox). In quattro brani il batterista sceglie di aggiungere i sapori dei fiati inserendo due sax e una tromba chiamati ad eseguire arrangiamenti firmati da Steven Bernstein. Nell'album del 1992 i fiati erano affidati alle capaci mani di Kenny Garrett e Julian Priester. In quel caso l'album era stato registrato a Seattle, mentre per Dance Hall è stato invece utilizzato uno studio di registrazione della vicina Vancouver.

Ci sembra opportuno aggiungere che a metà dicembre del 2016, periodo nel quale questo album è stato registrato, Jerry Granelli stava per tagliare felicemente il traguardo dei 76 anni. Per sua dichiarata scelta, l'ispirazione questa volta si è concentrata maggiormente sul mondo rilassato, solare e profumato del rhythm and blues. Per l'occasione l'indiscusso leader di questo progetto ha deciso anche di utilizzare solo cover di brani noti e meno noti senza prevedere alcun brano originale. L'album del 1992 prevedeva invece un sapiente mix di cover e brani originali scritti dallo stesso Jerry Granelli, ma anche da Wayne Horvitz e da Julian Priester. La partenza di Dance Hall è molto convincente, con una versione magistrale di un brano poco noto di Bob Dylan, la guizzante "Meet Me in the Morning." Segue una versione in agrodolce di "The Great Pretender," perfetta per un film dei Fratelli Coen. Poi si passa senza sforzo apparente da Charles Mingus a Fats Domino, per poi toccare Max Roach e altri e sfociare nella finale "Caldonia" punteggiata adeguatamente dai tre fiati.

La musica di questo quartetto scorre via come un fiume del profondo sud, placido e pure frastagliato. A volte ricorda l'esperimento Slow Poke firmato da Michael Blake e David Tronzo, chitarrista slide straordinario che con Jerry Granelli ha suonato e registrato ben più di una volta. Il lavoro di Bill Frisell è inconfondibile come sempre e l'interplay con la chitarra più convenzionale di Robben Ford è sempre in grande risalto. Il loro senso del blues è decisamente complementare e il loro lavoro di cesello e di punteggiatura è elegante e rigoglioso senza mai mostrare momenti di appannamento. Gli assoli sono intensi e ben strutturati, ricchi di profumate divagazioni anche timbriche. E in questi territori Bill Frisell non teme rivali.

I Granelli padre e figlio maneggiano i ritmi in maniera pressoché perfetta e non si lasciano condizionare dalle facili suggestioni verso l'easy listening che un simile repertorio popolare inevitabilmente tende a richiamare. Se A Song I Thought I Heard Buddy Sing era stato uno dei capolavori meno noti di tutti gli anni novanta, questo Dance Hall non riuscirà probabilmente a lasciare una traccia altrettanto forte e duratura, ma certamente va riconosciuto che anche in questa circostanza Jerry Granelli riesce a riproporre le alchimie meravigliose delle due chitarre elettriche che si intrecciano con assoluta coerenza in un contesto peculiare carico di passione e caratterizzato da scelte sempre intelligenti. Senza alcuna intenzione di voler strafare, semplicemente con la voglia di suonare assieme in un contesto pieno di suggestioni e profumi di buona musica.

Track Listing

Meet Me in the Morning; The Great Pretender; Boogie Stop Shuffle; Ain’t That a Shame; Driva Man; This Bitter Earth; Never Gonna Break My Faith; Caldonia.

Personnel

Jerry Granelli: drums; Robben Ford: guitar; Bill Frisell: guitar; J. Anthony Granelli: bass; Derry Byrne, Steve Kaldestad, Bill Runge: horns.

Album information

Title: Dance Hall | Year Released: 2017 | Record Label: Justin Time Records


Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.