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Bill Frisell Four al Naima Jazz Club di Forlì

Bill Frisell Four al Naima Jazz Club di Forlì

Courtesy Roberto Cifarelli

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Bill Frisell Four
Naima Jazz Club
Forlì
31 ottobre 2024

Bill Frisell al Naima Jazz Club di Forlì è una bella conferma di come il jazz di respiro internazionale sappia trovare percorsi e situazioni anche al di fuori delle grandi città. Il chitarrista americano, 73 anni ben portati, è in tour in Europa col suo gruppo Four. Tre date in Italia: Perugia, Forlì, Milano. Il nome del gruppo è anche il titolo del disco che proprio questa stessa formazione ha inciso nel 2022 per la Blue Note. Bill usa esclusivamente la chitarra elettrica, una Telecaster verde chiarissimo, molto elegante. Perfettamente funzionale al suono che Frisell ha ben chiaro nella sua mente e che, per nostra fortuna, si materializza in maniera assolutamente perfetta anche per chi lo sa ascoltare. Con lui suonano Gregory Tardy al sax tenore e al clarinetto, Gerald Clayton al pianoforte e Johnathan Blake, batterista capace di contrasti dinamici veramente notevoli, dei quali avremo modo di parlare.

Il concerto è durato poco meno di 90 minuti ed è partito con una versione dilatata di "Monroe," un brano friselliano che è riapparso spesso dopo la prima uscita nell'album Good Dog, Happy Man del 1999. Come succede spesso nelle riletture live dei brani più peculiari del chitarrista, il tema molto semplice si è sviluppato lentamente per arrivare a costruire dei momenti epici, perfettamente logici ma allo stesso tempo sorprendenti, che inchiodavano gli spettatori alle poltroncine. Merito della perfetta intesa dei quattro protagonisti. Nel caso di questa bella versione di "Monroe," il particolare che faceva scattare lo switch si poteva individuare nelle improvvise accelerazioni che l'eccellente fraseggio di Tardy si poteva permettere, anche grazie alla sua tecnica sopraffina. Il sassofonista si arrampicava sulle linee chitarristiche di Frisell e portava il tutto ad una sorta di piano superiore che emergeva e si rendeva visibile per brevi periodi di tempo, per poi tornare a scomparire come per magia.

Sono seguiti brani più rarefatti, con suoni che non erano molto distanti degli scenari della musica sperimentale contemporanea. In un paio di casi erano brani di Bill Frisell, tratti dall'album "Four." Poi dal cappello magico emergeva la testolina di un coniglio che fischiettava "Evidence" di Thelonious Monk e i quattro valorosi musicisti non lasciavano scappare questo trenino e salivano veloci a bordo per regalarci una versione del brano davvero magica. Ad un certo punto quel clima sereno così vicino a quello dell'immaginario New England che abbiamo conosciuto dopo esserci immersi nei dipinti di Edward Hopper e nei paesaggi con le foglie rossicce de "La Congiura degli Innocenti," capolavoro di Alfred Hitchcock, è stato spazzato via dal tornado Blake.

Nella prima parte del concerto il batterista era rimasto un po' in disparte, bravissimo a sottolineare senza mai strafare, molto attento a non sgranare il chiaroscuro che i suoi compagni di palco sapevano stendere con grazia e coraggio. Ad un certo punto il brano che stavano eseguendo ha preso una direzione non prevista e Blake ha cominciato a picchiare su piatti e tamburi con una forza sovrannaturale, scatenando un tornado che ha preso la forma di uno spettacolare assolo di batteria. Questo cambio di passo è sembrato del tutto congruo e questa tempesta sonora, del tutto inattesa, è stata capace di portarci su in alto, nell'occhio del ciclone. Con Capitan Blake ai comandi non abbiamo corso alcun rischio, anche se i nostri cuori sembravano galoppare in gola senza alcuna remora.

Gerald Clayton si è confermato pianista dal tocco sicuro, capace di evocare gli scenari quasi folk del primo Keith Jarrett per poi spostarsi nel registro più acuto del pianoforte e simulare una sorta di carillon dolce e curioso. La chiusura, un bis chiesto a gran voce dal pubblico molto soddisfatto, è stata affidata ad una versione davvero inconsueta di "Way Out West," brano di Sonny Rollins, tratto dall'album che portava lo stesso nome. Annata di grazia 1957, tenetelo presente.

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