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Lagarina Jazz Festival 2021 - Trentino Jazz
Lagarina Jazz Festival 2021Trentino Jazz
Lagarina JazzXV Edizione
Ala, Isera, Mori, Villa Lagarina
24-30.08.2021
Le diverse tendenze, voci, epoche e generazioni che animano il mondo del jazz. Anche per questa quindicesima edizione del festival il direttore artistico Giuseppe Segala ha impostato la programmazione musicale in modo inclusivo.
Quattro serate, sei concerti, in cui si è spaziato dagli standards alla più stringente contemporaneità, con configurazioni strumentali variabili, come da sottotitolo del festival, dal solo al quartetto.
E sono appunto il solo ed il quartetto gli organici che abbiamo ascoltato a Isera il 24 agosto, serata inaugurale del festival.
Il primo a salire sul palco è stato il chitarrista Peo Alfonsi, che ha presentato il suo recente progetto You Must Believe in Strings, riuscito gioco di parole chiaramente riferito alla composizione di Michel Legrand e Jacques Demy divenuta parte integrante del repertorio di Bill Evans. Un lavoro che parte da lontano, su cui il chitarrista ha lavorato per diversi anni. I brani di Evans fanno parte del bagaglio formativo di ogni jazzista ed è proprio dalla continua frequentazione di queste composizioni, dalla continua (ri)scoperta della loro ricchezza e complessità, che nasce questo progetto. Alfonsi mantiene molto bene la dimensione orchestrale e la delicatezza della musica di Evans, di cui dà una rilettura attuale ed al tempo stesso affettuosa.
A seguire, il batterista Enrico Morello, che con il suo quartetto (Francesco Lento alla tromba, Daniele Tittarelli al sax alto, Matteo Bortone al contrabbasso) ha presentato brani tratti dall'album Cyclic Signs, uno dei lavori più interessanti usciti negli ultimi mesi.
Il gruppo si muove tra Ornette Coleman (la formazione aperta, un certo gusto per la libera improvvisazione) e Steve Coleman (la complessità armonicoritmica, le melodie angolose, la contemporaneità metropolitana).
In questo lavoro, com'è giusto che sia per un'opera prima, Morello ha messo molta carne al fuoco. Le composizioni sono articolate e richiedono massima attenzione sia nell'esecuzione che nell'ascolto. Il quartetto era qui alla sua prima uscita in pubblico, l'emozione dei musicisti si avvertiva in modo palpabile, così come evidente era l'accortezza esecutiva. Un quartetto che farà sicuramente parlare di sé.
Nelle prossime serate il festival proseguirà con il duo Robert BonisoloPaolo Birro, il duo Saverio TascaEnnio Righetti, il trio 3Strings, e il trio La Ragazza di Ipamedia.
Lagarina JazzXV Edizione
Ala, Isera, Mori, Villa Lagarina
24-30.08.2021
Le diverse tendenze, voci, epoche e generazioni che animano il mondo del jazz. Anche per questa quindicesima edizione del festival il direttore artistico Giuseppe Segala ha impostato la programmazione musicale in modo inclusivo.
Quattro serate, sei concerti, in cui si è spaziato dagli standards alla più stringente contemporaneità, con configurazioni strumentali variabili, come da sottotitolo del festival, dal solo al quartetto.
E sono appunto il solo ed il quartetto gli organici che abbiamo ascoltato a Isera il 24 agosto, serata inaugurale del festival.
Il primo a salire sul palco è stato il chitarrista Peo Alfonsi, che ha presentato il suo recente progetto You Must Believe in Strings, riuscito gioco di parole chiaramente riferito alla composizione di Michel Legrand e Jacques Demy divenuta parte integrante del repertorio di Bill Evans. Un lavoro che parte da lontano, su cui il chitarrista ha lavorato per diversi anni. I brani di Evans fanno parte del bagaglio formativo di ogni jazzista ed è proprio dalla continua frequentazione di queste composizioni, dalla continua (ri)scoperta della loro ricchezza e complessità, che nasce questo progetto. Alfonsi mantiene molto bene la dimensione orchestrale e la delicatezza della musica di Evans, di cui dà una rilettura attuale ed al tempo stesso affettuosa.
A seguire, il batterista Enrico Morello, che con il suo quartetto (Francesco Lento alla tromba, Daniele Tittarelli al sax alto, Matteo Bortone al contrabbasso) ha presentato brani tratti dall'album Cyclic Signs, uno dei lavori più interessanti usciti negli ultimi mesi.
Il gruppo si muove tra Ornette Coleman (la formazione aperta, un certo gusto per la libera improvvisazione) e Steve Coleman (la complessità armonicoritmica, le melodie angolose, la contemporaneità metropolitana).
In questo lavoro, com'è giusto che sia per un'opera prima, Morello ha messo molta carne al fuoco. Le composizioni sono articolate e richiedono massima attenzione sia nell'esecuzione che nell'ascolto. Il quartetto era qui alla sua prima uscita in pubblico, l'emozione dei musicisti si avvertiva in modo palpabile, così come evidente era l'accortezza esecutiva. Un quartetto che farà sicuramente parlare di sé.
Nelle prossime serate il festival proseguirà con il duo Robert BonisoloPaolo Birro, il duo Saverio TascaEnnio Righetti, il trio 3Strings, e il trio La Ragazza di Ipamedia.
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