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Mingus Big Band al Roma Jazz Festival 2022
Roma Jazz Festival 2022
Auditorium
Roma
13.11.2022
Nata pochi anni dopo la scomparsa di Charles Mingus, la Mingus Big Band è una delle tre tribute band (insieme a Mingus Dynasty, di cui rappresenta un allargamento, e la Mingus Orchestra) sorte per iniziativa della vedova del musicista Sue Ungaro, con lo scopo di preservare la ricchissima eredità musicale del contrabbassista attraverso una serie di tour (e album) dedicati alle sue composizioni. Inizialmente costituita prevalentemente da musicisti che avevano suonato al fianco di Mingus, col passare del tempo la lista si è inesorabilmente modificata, ma comprende tuttavia numerosi ottimi musicisti soprattutto della scena newyorchese, dove la band è basata. La formazione cambia naturalmente in funzione della disponibilità dei musicisti, e attualmente conta 14 membri in organico. Per questo tour in occasione del centenario della nascita di Mingus, che ha toccato diverse città in Italia iniziando da Roma, spiccano particolarmente nella formazione i nomi dei trombonisti Robin Eubanks, Conrad Herwig e Earl McIntyre (presentato nel corso del concerto come avente suonato da giovane al fianco di Mingus), e dei trombettisti Alex Sipiagin, Alex Norris e Philip Harper.
La serata parte con "Jump Monk," con assoli di Abraham Burton al sax tenore e Alex Sipiagin alla tromba, per proseguire con "Sue's Changes," un mini concerto per pianoforte e sax tenore che il contrabbassista aveva dedicato alla moglie, e che qui serve anche come tributo da parte della band alla sua fondatrice, recentemente scomparsa. Qui hanno modo di mettersi in mostra come solisti il pianista Theo Hill e il sassofonista Sam Dillon. Il brano successivo è "So Long Eric," nel quale ha modo di esibirsi la prima delle due presenze femminili nella band, Sarah Hanahan, che omaggia Eric Dolphy al sax alto, seguito dall'autobiografico "Selfportrait in three colors."
Il concerto si conclude con la presentazione dei musicisti e i saluti di rito sul tema di "Better Git It in Your Soul," ma non è ancora finita: c'è tempo per un bis, aperto da una cadenza solitaria al sax baritono da parte dell'altra presenza femminile sul palco, Lauren Sevian, che introduce "Moanin'" (da non confondere col brano omonimo di Bobby Timmons, cavallo di battaglia dei The Jazz Messengers di Art Blakey), nel corso del quale la Sevian è ancora protagonista in un notevole assolo. Ammirevole anche il contributo di tutti i musicisti, perfettamente calati nello spirito del grande artista del quale interpretano la musica. Da segnalare anche il contrabbassista, nonché Master of Ceremonies, Boris Kozlov, chiamato al non facile compito di sostituire Mingus, e il batterista Donald Edwards che completa la ritmica. Un degno tributo alle composizioni di una delle figure più importanti, influenti e innovative della storia del jazz.
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Instrument: Band / ensemble / orchestra
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