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Marco Tiraboschi e il Questionario di Proust

Courtesy Matteo Marioli
Nel suo ultimo album, In a New World, realizzato in compagnia di Giulio Corini al contrabbasso e Daniele Richiedei a violino e viola, troviamo ospiti del calibro di Marc Ribot e Javier Girotto.
Il tratto principale della mia musica
Credo sia proprio fatta di tratti, ma anche di colori. È una musica principalmente visiva, che lavora sulle sensazioni ma che, spero, induca poi ad ascolti più approfonditi.
La qualità che desidero nei musicisti che suonano con me
Aver voglia di scendere in profondità nel suono d'insieme e di prendersi del tempo per starsene là, in compagnia.
Come musicista, il momento in cui sono stato più felice
Forse la prima volta che ho sentito fermate in una registrazione le cose esattamente come le avevo in mente. Poter vedere queste "fotografie" sonore delle proprie idee è un traguardo importante nella vita di un musicista, è una cosa che emoziona parecchio.
Come musicista, il mio principale difetto
La tendenza a ramificare in vari ambiti, forse troppi, mentre la musica di oggi spesso si riduce in progetti che si muovono su un solo piano, uguali dall'inizio alla fine. Forse, per alcuni, questo mio difetto può essere un pregio.
La mia più grande paura quando suono
La paura di affrontare il pubblico è una costante che la maggior parte dei musicisti affronta e con la quale nel tempo viene a patti, negli anni diventa una specie di tensione che si crea tra esecutore e ascoltatore e che aiuta il risultato artistico creando piacere a entrambi.
Sogno di suonare
In un'Italia che si strutturi nel tempo in un pubblico formato, preparato e rispettoso, con la capacità di ascoltare senza pregiudizi. È un'utopia, ma d'altronde si parla di sogni.
La mia fonte di ispirazione
Direi che la vita, in generale, nelle sue mille sfaccettature è una fonte inesauribile di ispirazione, basta saperci guardare dentro.
I miei musicisti preferiti
Sono molto variabili a seconda dei miei ascolti e di quello di cui ho bisogno in dato momento, non ho valori assoluti. Oggi ti direi Jordi Savall, Paul Motian, Markos Vamvakaris, Igor Stravinskij, Dietrich Buxtehude e Lester Young, tra i chitarristi Marc Ribot, Ali Farka Toure e Grant Green, Lionel Loueke e Kenny Burrell, ma sono sicuro che tra qualche mese citerei artisti completamente diversi.
I miei dischi da isola deserta
Se potessi godere della solitudine di un'isola mi accontenterei dei suoni della natura, ma se dovessi partire immediatamente e dovessi scegliere obbligatoriamente dei dischi direi Bringing all Back Home di Bob Dylan, This Is Our Music di Ornette Coleman, Gongs East di Chico Hamilton, tutta la musica per organo di Bach, il primo disco di Mulatu Astatke, Verklärte Nacht di Schoenberg, Saints di Marc Ribot, Guitar and Strings di Johnny Smith, un paio di cose di Anouar Brahem, la Sinfonia dei Salmi di Stravinskij, Street of Dreams di Grant Green. Se invece dovessi partire domani credo le mie scelte cambierebbero.
La canzone che fischio sotto la doccia
Non sono un abile fischiatore, meglio ricordare Alessandro Alessandroni, ma mi piace la "Marcia di Topolino."
I miei pittori preferiti
Tutti quegli anonimi artisti che nel periodo magdaleniano hanno saputo tradurre in immagini il pensiero della loro comunità sotto le volte delle caverne, poi Artemisia Gentileschi, Anselm Kiefer, Kazimir Malevič, Lucian Freud, Mark Rothko. Tra gli scultori Medardo Rosso, Manzoni e tanti altri.
I miei film preferiti
Il cinema è stata una delle mie grandi passioni, difficile fare una scelta ma sicuramente voglio citare: L'Avventura di Antonioni, tutti i film di Bresson, poi Aurora di Murnau, Monica e il Desiderio di Bergman, La Finestra sul Cortile di Hitchcock, Passaggio in India di Lean, Questa è la mia vita di Godard, Gioventù, Amore e Rabbia di Richardson, Il Buco di Jaques Becker, Il Gusto del Sakè di Ozu, Il Cerchio di Panahi. Tra cose più recenti mi sono piaciuti Parasite e Paterson.
I miei scrittori preferiti
Tra i tanti: Teofilo Folengo, Alexander Lernet-Holenia, Virginia Woolf, Lucrezio, Thomas De Quincey, Dino Buzzati, Jean-Jacques Rousseau, Friederich Nietzche, Sigmund Freud, Jan Potocki, Charles Dickens, Truman Capote, Gustave Flaubert, Vasilij Grossman, William Blake e Arthur Machen. Tra i contemporanei mi piacciono Salvatore Natoli, Noam Chomsky, James Hillman, Orhan Pamuk, Michel Onfray e Zygmund Baumann
La mia occupazione preferita
Sempre e comunque la musica.
Il dono di natura che vorrei avere
A volte mi soffermo troppo a elaborare le idee, rischiando di bloccarne il flusso, parlo di composizione, vorrei avere più rapidità nella stesura.
Nella musica, la cosa che detesto di più
Come si fa a detestare la musica?
Gli errori musicali che mi ispirano maggiore indulgenza
Soprattutto quelli che portano a nuove idee.
Il pezzo che vorrei venisse suonato al mio funerale
Diciamo che immagino la morte come una dissoluzione più che come una celebrazione quindi, se proprio dovesse essere suonato un pezzo, dovrebbe essere piuttosto vuoto.
Lo stato attuale della mia attività musicale
Sono soddisfatto di quello che ho fatto ma, allo stesso tempo, sento la necessità di elaborare continuamente nuovi progetti e sperimentare nuove strade, sai com'è, l'essere umano, per sua natura, non si sente mai completo.
Il mio motto
Sarebbe molto semplice poter riassumere tutto in un motto.
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