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Frank Carlberg: Dream Machine
La sua prima registrazione da leader, Blind Drive (1992), lo ha subito imposto all'attenzione della critica: DownBeat la definì "musica sofisticata e accessibile, suonata con libertà e disciplina." Da allora, mantenendo alta l'asticella della sofisticazione, Carlberg ha lavoratoanche come arrangiatoresu progetti "difficili," come il non semplice tentativo di mettere in musica la poesia. Da sempre profondamente attratto dal jazz di Thelonious Monk, ne ha fatto proprio quello spirito di liberazione improvvisativa che genera sistematicamente momenti di creatività e originalità.
Le sue composizioni sono visioni fantastiche dove ricordi e tradizioni si intrecciano con frequenza sorprendente.
Il titolo di questo interessante disco (Dream Machine) deriva da un oggetto cilindrico rotante co-inventato da Ian Sommerville (accademico britannico nonché prominente ricercatore nel campo dell'elettronica e del software scomparso giovanissimo nel 1976) e dall'artista multimediale e scrittore Brion Gysin. Gysin sosteneva che sedersi di fronte alla macchina con gli occhi chiusi avrebbe fatto entrare in uno stato onirico.
È esattamente ciò che cerca di fare Carlberg: creare uno stato di sogno attraverso la musica. Impresa non semplice, che richiedeva una band dalla mente aperta. Il pianista ha così chiamato il sassofonista cubano Hery Paz, l'argentino Leo Genovese alle tastiere (affiancando il leader e formando un'insolita coppia di tastiere, scelta potenzialmente rischiosa), John Hébert al basso e il formidabile Dan Weiss alla batteria.
Le tredici composizioni esplorano territori di fantasia assoluta Le spinte propulsive tendono verso una chiara avanguardia, ma non mancano ritorni a Monk e a un certo gusto per swing e blues. L'ascoltatore è invitato a ricordare che la "macchina dei sogni" richiede interazione e complicità con la sinergia collettiva del gruppo.
La sequenza dei braniin particolare i quattro momenti "Dream"crea un gioco tra conscio, subconscio e inconscio, vera chiave di lettura del disco. L'inquietudine che lo attraversa è accentuata dall'uso sapiente e inatteso dell'organo Hammond, che di tanto in tanto frantuma e scompone la materia musicale.
Nelle note di copertina, Carlberg scrive: "La musica del gruppo risiede nella zona tra il crepuscolo e l'alba della nostra coscienza e attinge da ricordi a metà di cose passate. Immagini di fantasia e di realtà si mescolano nei ricordi di carnevali, spettacoli e fiere. Si prova nostalgia per eventi immaginati." A queste parole si collega bene un titolo come "Zimmer's Dream," ispirato ai sogni, alle ansie e ai pensieri di David Zimmer, protagonista de *Il libro delle illusioni* di Paul Auster.
In conclusione, Dream Machinee più in generale l'attuale direzione artistica di Carlbergsi inserisce nella ricerca, oggi molto sentita dai jazzisti contemporanei, di ciò che potrebbe trovarsi "dietro l'angolo."
Un disco non facile, ma tonico e stimolante, alimentato da creatività e desiderio di scoprire attraverso la sperimentazione. Senza dubbio, il suo lavoro più interessante degli ultimi anni. Su tutto, forse, spicca la "bleyiana" "Grand Hotel," che ci è particolarmente piaciuta.
Track Listing
Dream; Nostalgia; The Jester; Into the Sunset; Dream II; Reconstruction; Going Back; Dream III; Zimmer's Dream; Grand Hotel; Dream; Search and Rescue; Light Matter.
Personnel
Frank Carlberg
composer / conductorHery Paz
woodwindsLeo Genovese
keyboardsJohn Hébert
bassDan Weiss
drumsAdditional Instrumentation
Frank Carlberg - piano, Rhodes; Hery Paz - tenor saxophone; Leo Genovese - Hammond B3, Farfisa, synthesizers.
Album information
Title: Dream Machine | Year Released: 2025 | Record Label: Red Piano Records
Tags
About Frank Carlberg
Instrument: Composer / conductor
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