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Mauro Bardusco, ovvero: della passione per la musica

Mauro Bardusco, ovvero: della passione per la musica

Courtesy Luca D'Agostino

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Sabato 8 giugno 2024 ci ha lasciato a soli settant'anni Mauro Bardusco, da sempre Direttore Artistico del festival Jazz&Wine of Peace di Còrmons, del quale era stato tra gli ideatori, così come era stato tra i fondatori dell'associazione che lo gestisce, il Circolo Controtempo.

Ma Mauro era molto di più di un organizzatore e di un direttore artistico: era un autentico appassionato di musica, che svolgeva quelle mansioni per il suo stesso desiderio di vedere i musicisti a cui teneva esibirsi a due passi da casa —era di Gorizia, dove gestiva anche la sua bottega artigiana di cornici, lavoro che svolgeva per vivere. Una passione che lo portava a frequentare senza posa i concerti della sua regione —io stesso lo incontravo quasi sempre quando andavo a Udine Jazz e al Brda Contemporary Music Festival —e i festival del centro Europa.

A uno di quei festival, quello di Saalfelden, lo avevo conosciuto nel 2001, dove l'appena nata comunità dei collaboratori di questo sito si era data appuntamento per conoscersi e programmare il futuro. Mauro era lì, assieme a due suoi amici, per informarsi, godere la musica e —immancabilmente, come avrei poi capito —registrare ogni concerto con la propria videocamera. Proprio la sua presenza in posizione atta alla videoripresa, che si guadagnava facendo la fila fin dalla prima mattina, favorì la nostra conoscenza e subito nacquero simpatia e amicizia; cosicché, un paio d'anni dopo, ci invitò a seguire e documentare il festival, cosa che avrei fatto personalmente per i vent'anni successivi, stringendo con lui un legame sempre più caloroso.

Lo avevo intervistato nel 2017 e ci aveva raccontato come era iniziato il suo appassionato "dopolavoro," assieme all'amico Fulvio Coceani, altra colonna del festival del Collio venuta a mancare solo due anni fa. Un festival, il Jazz&Wine of Peace, che si avvaleva in modo essenziale della sua competenza curiosa e rigorosa, tenendo assieme nel cartellone, in piena armonia, mainstream e avanguardia, world music e jazz italiano, grandi nomi e giovani promesse, spesso con specialissime chicche pescate nel centro e nell'est Europa, tanto che io stesso avevo frequentato già la sua seconda edizione, nel 1998, per assistere al concerto del sassofonista romeno Nicola Simion.

Silenzioso ma sempre presente con la sua altezza da giocatore di basket qual è stato fino a pochi anni fa, Mauro ti accoglieva con un sorriso riservato ma sincero, che s'illuminava magicamente dopo un bel concerto, o quando capiva di aver, con la musica che programmava, fatto felici gli ascoltatori. Non mancava mai di chiederti un parere e rispettava sempre, profondamente, i giudizi diversi dal suo: questione di eleganza, di modestia, ma anche di grande esperienza di ascolto, che dalla musica si era estesa alle voci di coloro con cui condivideva la propria passione. Riguardo alla quale lascia adesso un enorme patrimonio di vinili, CD, registrazioni audio e —soprattutto —video, in molti casi in VHS, che sarebbe un delitto non trasformare in un archivio pubblico a suo nome. Cosa che fortunatamente il Circolo Controtempo sta già pensando di fare, come ci ha assicurato la sua Presidente, Paola Martini, in una conversazione nella quale cercavamo l'un l'altro di consolarci per la perdita.

Ci manchi già, Mauro. E molto ci mancherai in futuro.

Grazie di essere stato con noi.

Questo articolo raccogli ricordi amici e musicisti che hanno avuto il piacere di conoscere Mauro, in ordine alfabetico: Tullio Angelini; Enzo Boddi; Simone Graziano; Zlatko Kaučič; Dan Kinzelman; Giovanni Maier; Andrea Massaria; Flavio Massarutto; Sergio Mocher-Sivi; Alípio Carvalho Neto; Pierluigi Pintar; Oswald & Dorli Schechtner; Riccardo Tesi; Glauco Venier; e Giuseppe Vigna.

Tullio Angelini

Musicista, Monfalcone

Mauro, nonostante la timidezza, era una persona socievole e alla mano, che si rivolgeva all'altro con gentilezza. Avevamo della stima reciproca.

L'impegno come direttore artistico del festival Jazz & Wine e attento curatore di diversi altri progetti ed eventi, non gli impediva di trovare il modo per riservarsi la presenza, come semplice appassionato, ad altrettanti festival e concerti. Non ci pensava due volte. Faceva parte dei suoi comportamenti, della sua etica e dedizione. Mi piaceva molto questo atteggiamento di Mauro, senza condizioni e aspettative.

Puro e semplice. Oggi sempre più raro.

Era generosamente innamorato della bellezza della musica buona.

Enzo Boddi

Critico musicale, Firenze

Avevo conosciuto Mauro nell'ottobre 2012, al tempo della mia prima (e tardiva) partecipazione a Jazz & Wine of Peace. Un festival realmente internazionale, anche a livello di pubblico, che ben rappresenta il ruolo di crocevia culturale del Friuli Venezia Giulia. Un festival radicato nel territorio grazie alla sua natura itinerante e fonte di frequenti scoperte. Persona molto discreta, quasi schiva, Mauro lo animava nella sua veste di direttore artistico, con l'aiuto degli altri membri del Circolo Controtempo di Cormòns e grazie alla sua innata curiosità per molteplici espressioni accomunate dallo spirito di ricerca. Sono tornato molte volte a Cormòns per Jazz & Wine of Peace, e sempre con grande entusiasmo. L'anno scorso Mauro era visibilmente provato dalla malattia, ma continuava a seguire gli eventi con la sua presenza discreta, quasi in disparte.

Una presenza forte, che ci mancherà. Grazie di tutto, Mauro.

Simone Graziano

Musicista, Firenze

Di Mauro ho un ricordo nitido. Ero a Saalfelden con una compagnia di amici molto speciale: Enrico Romero, Giuseppe Vigna e Cinzia Sanfilippo. Beppe mi presentò Mauro dicendomi, "ecco un direttore artistico vero." Raro che Vigna prendesse posizioni così nette, ma tant'è.

Guardai Mauro. A dispetto della sua altezza, davvero notevole, emanava un'aurea di grande calma. Mi fece sentire subito a mio agio, dicendomi che considerava Frontal uno dei migliori gruppi italiani e che avrebbe voluto farlo quanto prima a Cormons. I restanti giorni a Saalfelden andammo a vedere svariati concerti assieme, ricordo il suo entusiasmo in particolare per il gruppo di Jim Black e per il duo Tim Berne e Marc Ducret, entrambi a dir poco fantastici (anno 2016). Con Frontal suonammo a Cormons nel 2017. Fu super gentile ed ospitale.

Purtroppo da allora non lo rividi più.

L'ho chiamato al telefono un paio di mesi fa, stava malissimo, io non lo sapevo me lo disse lui, e intuii che sarebbe stata l'ultima volta che ci avrei parlato.

Nonostante il dolore mi congedò con molta dolcezza.

Perdiamo un uomo di grande intelligenza e sensibilità capace di creare attorno a sé tanta cultura e bellezza che ne coltiveranno il ricordo nel futuro.

Zlatko Kaućić

Musicista, Nova Gorica

Quando nel 1992 sono tornato nella Slovenia finalmente indipendente, suonavo in un club —si chiamava Strelišče, perché in realtà era un vecchio poligono di tiro—presso il quale iniziammo a invitare anche musicisti italiani, come Gianni Basso, Glauco Venier e Mauro Negri, per condividere esperienze. Fu lì che incontrai la prima volta Mauro Bardusco, il quale allora animava un club simile a Gorizia, il Barbalù, e veniva spesso ad ascoltarci.

Fu proprio allo Strelišče che Mauro, con un DAT e due microfoni Sennheiser, registrò il mio duo con Mauro Negri, che poi usci con il titolo Glasba za Romana. Era il 1995 e, subito dopo, mi propose di suonare con Albert Mangelsdorff: a me non sembrava possibile, ma Mauro gli mandò delle mie cassette e dopo tre mesi Mangelsdorff venne a Gorizia, suonammo al Castello e ancora Mauro registrò tutto quanto. Da allora non abbiamo mai smesso di vederci, per parlare di musica, per organizzare qualcosa, per mangiare assieme, fino agli ultimi momenti in cui gli è stato possibile.

Grazie alle iniziative di Mauro il goriziano ha potuto finalmente avere a disposizione musica di qualità, quella che ha poi preso casa a Còrmons con lui come Direttore Artistico. Nella sua, di casa, restano adesso due piani di vinili e CD, ma soprattutto centinaia e centinaia di video che ha registrato lui stesso, a testimonianza del suo amore per la musica. È quello che ci lascia, assieme a una tristezza tremenda, dopo aver seminato tanta umanità e tanta gioia tra noi di Nova Gorica e Gorizia.

Ciao Mauro, già ci manchi e resterai nel mio cuore per sempre!

Dan Kinzelman

Musicista, Foligno

Mauro era una persona che ho conosciuto più per telefono che dal vivo. Le nostre chiamate erano spesso brevi e volte a risolvere questioni banali —discussioni relative a proposte di concerti, logistica, schede tecniche. Ma c'era sempre qualche piccolo scambio in più.

Non meno nei modi che nei contenuti, e in maniera mai esplicita, mi arrivava l'immagine di una persona buona, riflessiva, appassionata ma paziente, una persona che era stata in grado di conservare anche in età matura, dopo chissà quanti concerti ascoltati, una sincera curiosità (o forse era una sorta di umiltà) rispetto alla musica come linguaggio in costante evoluzione, l'esatto opposto del cinismo che rischia chi sovrappone passione e lavoro.

Avevo l'impressione, nei nostri contatti, di riconoscere nel suo operato una visione molto chiara rispetto al ruolo dell'arte, che spesso tendiamo a mettere da parte per questioni di ambizione, di convenienza, di vanità o di stanchezza; mentre io cercavo di vendergli i miei progetti, lui mi parlava di musica e —in maniera indiretta —di relazioni umane. Il suo quieto procedere è stato un importante incoraggiamento per me e le rassegne che portavano la sua firma rimarranno come testimonianza di un impegno esemplare verso la musica e l'arte.

Giovanni Maier

Musicista, Gorizia

Ci sono alcune persone la cui vita è permeata dalla passione per la musica, e uno di questi era Mauro Bardusco, come ha giustamente affermato l'amico Pierluigi Pintar durante il suo elogio funebre. Grazie a questo importante elemento di "spinta," Mauro ha saputo portare avanti molte bellissime iniziative, per un periodo assai lungo, che hanno arricchito il panorama culturale della regione in cui vivo, e di questo gli sarò eternamente grato.

Con la passione per il jazz Mauro ha saputo catalizzare molte altre persone attorno a sé, in una sinergia virtuosa che ha prodotto risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che vanno portati avanti ancora, a ogni costo.

Andrea Massaria

Musicista, Trieste

Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui è difficile ma necessario trovare le parole per salutare un grande amico nel suo ultimo viaggio: questo è uno di quei momenti, per me.

Io e Mauro, assieme, abbiamo passato e vissuto tanti momenti, visto e ascoltato moltissimi concerti; lui era presente quasi sempre ai miei e molti ne ha organizzati per me. Tante cene, tante lunghe chiacchierate di musica, di basket, di vita... Ecco, vorrei ricordarlo semplicemente così com'è stato: una persona semplice ma profonda, che non sprecava mai parole inutili, genuina, aperta e generosa; una persona con valori e principi sani, sempre disponibile. Un amico sul quale contare, che purtroppo ora non c'è più.

Flavio Massarutto

Organizzatore culturale, S. Vito al Tagliamento

Ho conosciuto Mauro a un concerto di musica improvvisata che aveva organizzato nella sua città, Gorizia, con il percussionista Zlatko Kaučič e il trombonista Albert Mangelsdorff. A pensarci bene in quel concerto c'era tutto il pensiero di Mauro: la sua passione per la musica di ricerca, il coraggio di proporre situazioni inconsuete, il piacere delle situazioni intime e vere. Poi, nelle comuni frequentazione dei festival, regionali, nazionali ed esteri, è diventata una consuetudine incontrarci e scambiare impressioni.

La sua principale creatura, il Festival Jazz & Wine of Peace a Cormòns, era soprattutto un luogo dove stare bene. Mauro era sempre presente ma discreto. Non amava stare sul palco, ma se guardavi a fondo sala potevi essere certo di vederlo all'opera con la sua inseparabile telecamera, con la quale ha ripreso una infinità di concerti. Grazie a lui abbiamo avuto la fortuna di poter ascoltare in Friuli Venezia Giulia il meglio del jazz mondiale e soprattutto di quello d'avanguardia che gli altri Festival italiani ignoravano quasi completamente.

Sergio Mocher-Sivi

Musicista e amico, Trieste

Mauro Bardusco e Fulvio Coceani: tra i primi fondatori del Circolo Controtempo, due organizzatori di concerti nel Friuli Venezia Giulia che lanciavano per passione verso la libera espressione musicale, base jazz ma non solo. Nei primi anni Novanta a Romans e poi a Cormòns con il Jazz&Wine —dei quali, a quanto ne so, sono stati i primi inventori dell'abbinamento —mi hanno dato la possibilità di vedere concerti di World Music che sarebbe stato necessario prendere aerei per poterli vedere chissà dove. Ora si staranno raccontando storie lassù nel cielo senza bisogno di aerei.

Fulvio, di poche parole ma attento, di Controtempo teneva contatti e gestioni amministrative, ma ne sapeva eccome di musica e musicisti; Mauro, un pozzo di scienza in ambito musicale, ma mai ostentato, anzi umile, schivo sul palco, ritroso ad apparire, ma sorridente alla fine, mai logorroico, fermamente appassionato, direttore artistico proponente concerti a volte rarissimi.

A lui devo tantissimo delle mie "scoperte" musicali: viaggi, concerti, pernottamenti, festival, cene con musicisti o anche riunioni di amici, per il piacere di stare semplicemente assieme. Ricordi indelebili: Venezia, Saalfelden, Lubiana e tanti altri nei nostri dintorni -ma lui andava anche in Svizzera e ai confini con l'Ungheria per seguire festival particolari.

Appassionato di free jazz, ma anche di progressive rock anni settanta e tanto altro: avevamo parecchio in comune quanto a gusti musicali, l'avevo notato presto e poi finalmente conosciuto a Lubiana in un ristorante greco prima di un concerto negli anni Novanta, e da lì in poi spesso assieme, in giro attorno e fuori del Friuli.

Goriziano, ma universale, a volte ricercato e perseguito dai musicisti, perché filmava e registrava tutto: due volte sinceramente ho temuto di dover far ricorso a qualche legale, perché lo avevano sequestrato con la telecamera; imperterrito, lui insisteva. Meraviglia i rarissimi filmati che talvolta mi faceva vedere da lui in attesa di avviarci in auto a qualche concerto.

Controtempo andrà avanti, ma qui per persone come me l'impressione è che finisca un'epoca: persone così gentili, educate e amichevoli nell'ambito organizzativo dei concerti non sono proprio rare, ma loro erano davvero speciali. Non ci si sentiva spessissimo, ma in occasione di concerti quasi sempre. Se possibile, poi, via a condividere momenti speciali con i musicisti a fine concerti.

Rimpiango un po' di non aver aderito a un suo invito a cena dopo un concerto a Gorizia con Maria Joao e Joe Zawinul, giusto per fare due nomi. Per ora faccio finta con me stesso di niente, per poi elaborare in lutto come piccolissime pillole amare. Ma quando si ascoltano musiche condivise, le gote spesso si bagnano. Mauro e Fulvio sono andati avanti. Prima o poi faremo festa musicale ancora, si spera.

Buon viaggio, Mauro, ovunque la tua musicalissima anima sia.

Alípio Carvalho Neto

Musicista, Grado

Morire è dare alla materia la potenza musicale di sviluppare un sistema di differenze che ridefiniscono l'idea di tempo e di eternità! L'esistenza di Mauro ci ha offerto, oltre l'amicizia, delle cornici per approfondire l'ascolto e per il dialogo con culture sonore varie, che ci permettono di capire la nostra contemporaneità e, forse, il significato misterioso della musica.

Grazie Mauro.

Pierluigi Pintar

Controtempo

Mauro era un uomo buono, un po' timido, un po' schivo, un po' d'altri tempi, come direbbe un bravo drummer... ma buono. E, soprattutto, un fine umorista. Tralascio la parte musical-jazzistica, sappiamo piú o meno tutti che era un fine conoscitore della materia.

Lui, comunque, oltre a essere un fine jazzofilo, era un progressista (termine che umoristicamente avrebbe sicuramente apprezzato): Hatfield and the North, Orme, King Crimson, Gentle Giant...

Ricordo due simpatici aneddoti.

Nella sala dei ricevimenti del castello di Gorizia sei o sette anni fa si è esibito Richard Sinclair, per Mauro una passione assoluta, una chicca, voluta da lui con tutte le sue forze. Io in genere prima dei concerti, anche piccoli, dico un paio di parole... Beh, quella volta Richard era giá sulla sua sedia, accordava lo strumento in solitudine; la gente aveva riempito la sala (era a mezzogiorno, se non sbaglio) e lui parte con una canzone... Io mi allarmo un po' e dico a Mauro: "Ehi, guarda, mi sa che ha iniziato senza dire niente..."

E lui: "Ma no, figurati... impossibile!"

Vabbè...

Finisce il pezzo e inizia un altro...

Guardo Mauro e lo vedo un po' perplesso, ma dice: "No, tranquillo, aspettiamo un attimo."

Al terzo pezzo gli dico: "Mauro, dobbiamo intervenire, almeno per presentarlo." Resosi conto che era vero, fece una faccia che non scorderò mai: era come se avesse capito che la persona che aveva in mente, uno dei suoi idoli, non era (piú) quello che aveva sognato e idolatrato per tanto tempo. Allora anche lui ne convenne: "Alla fine del pezzo bloccalo e presenta, cavoli!"

Cosi facemmo. Ma la sua reazione di fronte a una cosa che non si aspettava e che non avrebbe mai voluto ammettere, mi fece sorridere assai. Sinclair vive, o almeno viveva, tra i trulli pugliesi, facendo la vita che probabilmente amava: libero e un po' folle.

Un'altra volta Controtempo, su iniziativa in particolare di Paola Martini, Mauro organizzò il Treno Jazz, da Sacile a Osoppo del Friuli, di domenica mattina. Il concerto finale al castello di Osoppo (giornata metereologicamente stupenda) sarebbe stato dei Maistah Aphrica, un gruppo jazz etno funk super con Giorgio Pacorig, Mirko Cisilino e molti altri.

Siamo saliti sul treno (c'era anche il caro Fulvio Coceani) e, oltre a un folto pubblico di spettatori-viaggiatori, c'erano parecchi musicisti: cantautori, folk, jazz, un po' di tutto. Ma già il fatto che il convoglio si chiamasse "Treno Jazz" per lui era un must. Fino a quando, però, un trio (non ricordo chi) iniziò a suonare con fisarmonica e chitarra... Mauro non riuscí a resistere e —serio, ma veramente serio —sbottò ad alta voce: "Ma cosa xe? La sagra de San Rocco?" Quella di San Rocco, a Gorizia, è la sagra con la storia piú lunga, durante la quale si esibivano le bande di liscio e affini... Per lui che il "Treno Jazz" le somigliasse era un affronto! Ricordo che risi molto, perché era veramente incavolato. Anche se in realtà non erano sgradevoli: non si può certo fare un treno con musicisti che suonano solo free. Ma la sua faccia era eloquente.

Questo per dire che Mauro era un amante di cose serie e rigorose. Il jazz non è uno scherzo, questo potrebbe sintetizzare il suo pensiero.

Era anche un grande appassionato di basket, avendolo praticato a lungo: fino a qualche anno fa si allenava ancora con degli amici, per poi dopo andare a mangiare tutti assieme —Mauro era anche una gran forchetta.

L'anno scorso mi ha fatto conoscere il Klub Stala, in Slovenia, a venticinque chilometri da Gorizia: una vecchia stalla trasformata il spazio culturale per concerti, mostre e altre attività culturali, gestito dal giovane batterista e percussionista Gal Furlan, uno degli allievi storici della scuola di Zlatko Kaučič, e da sua madre Bety. Un posto magnifico, semplice: concertini, chiacchiere, buon vino e alla fine una sorta di spuntino fatto di salumi e formaggi, ma soprattutto la Jota di Bety, per lui imperdibile... forse piú dei concerti stessi! Credo che quel posto per lui significasse anche famiglia, amici puri —con Zlatko e gli altri musicisti condivideva le stesse passioni. L'ho seguito negli ultimi periodi e purtroppo ho visto la sua perdita di forze, il suo lento ritiro dovuto alla malattia. Ho sperato (speriamo sempre tutti in un miracolo) per un "ragazzo" che amava la musica piú di se stesso. Non è andata così: abbiamo perso una piccola enciclopedia musicale, ma soprattutto un amico, un amico semplice e complicato al tempo stesso.

Sono andato a guardare gli ultimi messaggi che ci siamo scambiati prima della sua scomparsa: oltre alle cose serie, riferite al suo stato, ci sono tante cose spiritose, ma tante tante. Pochi mesi fa avevo portato da lui Zoe, il cane mio e della mia compagna, per fare delle foto con lei vicino ai suoi dischi preferiti (lo faccio spesso con i miei dischi e sapevo che Mauro aveva delle chicche). Lui era molto divertito, abbiamo fatto tre o quattro foto, mai poi, causa clientela nel negozio, avevamo dovuto interrompere, ripromettendoci di continuare in altro momento. Purtroppo non ne abbiamo piú avuto il tempo...

Ho scritto di getto queste righe, così, senza correzioni, un po improvvisando, come lui avrebbe sicuramente apprezzato.

Ci mancherá, mi mancherá.

So per certo che dall'alto starà giá dicendo: "Gigi, basta con quei digei e con i rapper che si spacciano per jazzisti... fanno veramente schifo!"

Oswald & Dorli Schechtner

Organizzatori musicali, Krumegg, Styria, Austria

Mauro, il grande appassionato di musica e grande esperto di musica,
Mauro, cofondatore e direttore artistico di uno dei festival jazz più belli di sempre,
Mauro, che ci ha regalato tante nuove esperienze e avventure musicali,
Mauro, esperto corniciaio e restauratore secondo la tradizione paterna,
Mauro, che tutti salutano con affetto quando passeggiano con lui per Gorizia,
Mauro, che conosce i luoghi più interessanti di Gorizia, del Friuli o di Venezia e ce li mostra,
Mauro, che ama mangiare con noi nei suoi ristoranti preferiti ogni volta che veniamo a Gorizia, o per gustare gli spaghetti a casa sua o nostra,
Mauro, uno dei nostri migliori amici da oltre vent'anni,
Mauro, che un po' ci ha cambiato la vita.
Mauro ci ha lasciato.
Incredibile.
Così triste.
Grazie, Mauro!
Ogni futura visita a Gorizia, in Friuli, ovviamente ogni visita al Festival Jazz & Wine of Peace di Cormóns sarà legata al tuo ricordo.

Riccardo Tesi

Musicista, Pistoia

La ragione principale per cui faccio musica e affronto quotidianamente tutte le difficoltà che questo comporta è sicuramente la passione, quella passione feroce che, a ventidue anni, mi ha portato a imbracciare un organetto e mollare i miei studi di psicologia alla soglia della laurea, rincorrendo i miei sogni.

Per il resto della mia vita la passione è stata il motore e per questo so riconoscerla negli altri!

Quando ho incontrato Mauro Bardusco e l'altro compianto amico Fulvio Coceani, in occasione del famoso concerto del Tesi/Vaillant Quartet che diede inizio tanti anni fa alla loro attività di organizzatori, ho sentito subito che eravamo fatti della stessa pasta. In loro sentivi l'amore sincero per la musica, scevro da ogni secondo fine, pur coniugato con una grande professionalità. Negli anni ci siamo poi incontrati tante altre volte e sempre con molto piacere!

Parlo di entrambi, perché entrambi erano persone deliziose, attente, competenti e appassionate ed entrambi se ne sono andati troppo presto. Faccio fatica a separarli.

La vita di noi musicisti è fatta di continui incontri: alcuni passano e vanno, altri rimangono e si rinnovano ogni volta, magari a distanza di anni, ma con la stessa voglia di aggiornarsi, di parlare di musica, della vita!

Mauro e Fulvio fanno parte di questa categoria!

Glauco Venier

Musicista, Udine

Con Mauro eravamo amici dagli anni Ottanta, quando veniva ad ascoltare i miei primi concerti con un gruppo di pop-jazz —io sono di Udine, lui era di Gorizia. Ricordo questo signore molto educato e rispettoso chiedermi delle cose, dopo un concerto: capii subito che era un esperto di jazz e diventammo amici.

In questi quasi quarant'anni di amicizia ho conosciuto una persona buona, sempre disponibile, che mi preparava gli spaghetti a casa sua quando uscivo tardi dall'istituto di musica dove lavoravo negli anni Novanta e dopo parlavamo di musica, di jazz, di amicizia, e ci guardavamo assieme dei filmati in VHS di Keith Jarrett, di Charles Lloyd, di Ornette Coleman, di Paul Bley che nessuno aveva —non c'era ancora youtube! —e che ancora fanno parte della sua immensa disco-videoteca. E tanti altri poi me ne ha dati nel corso degli anni.

La nostra non era un'amicizia interessata, non era cioè iniziata quando lui è diventato uno dei più importanti organizzatori di jazz in regione: era un vera amicizia, nata e vissuta sulla passione per la musica, che ci legava. Un'amicizia che già mi manca tanto.

Giuseppe Vigna

Critico musicale, Firenze

Con la stessa dedizione con cui contornava e proteggeva dipinti, stampe, foto, nel suo lavoro di corniciao, così Mauro custodiva i ricordi dei concerti a cui partecipava, filmandoli con un'inseparabile videocamera, per costruire un archivio di ricordi, che sottolineava quanto egli fosse, in primis, un amico della musica.

Da ascoltatore era poi divenuto uno dei creatori del festival Jazz & Wine Of Peace a Cormòns, e le sue scelte riflettevano un interesse vasto che sconfinava tra America ed Europa, e dove era sempre presente tanta passione, fin dal primo concerto che organizzò, quando ospitò il sassofonista John Surman.

Da allora un lungo elenco di musicisti ha fatto parte del festival, e a tanti di loro mancherà quel direttore artistico, inconfondibile per la sua statura e mai troppo invadente, ma sempre presente, attento: un amico sincero.

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