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Henry Threadgill: Listen Ship

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Henry Threadgill: Listen Ship
Come in altri suoi lavori recenti, anche su Listen Ship Henry Threadgill compare unicamente in qualità di compositore e conduttore. Nessuna meraviglia: sappiamo che il musicista di Chicago è tra i grandi compositori della contemporaneità. È evidente e ricchissima, nelle sue opere, la ricerca di una dimensione compositiva personale, che ne rispecchi l'impulso di autenticità e nel contempo si metta in dialogo, proponga un incrocio possibile tra musiche di matrice neroamericana e altre aree musicali. Come è dettagliatamente narrato nella eloquente autobiografia pubblicata nel 2023, Easly Slip into Another World —A Life in Music, dove descrive la scena di Chicago popolata di talenti, ognuno alla ricerca di un proprio metodo di lavoro, ognuno interessato al lavoro degli altri. Testo che è a sua volta un gioiello nella categoria delle autobiografie.

Questo Listen Ship, un bastimento sonoro che pone in stretto rapporto simbolico Ascolto e Navigazione, mette in scena un organico strumentale molto particolare, formato da sei chitarre acustiche, tra cui una soprano e due chitarre basso, più due pianoforti. Già questo fatto, se da un lato palesa la grande curiosità di Threadgill per gli impasti irrituali, dall'altro rimarca e applica quanto asserito spesso dal musicista: "Anche la struttura fisica degli strumenti è importante e rientra in ciò che è l'architettura di una composizione." Nell'intervista di Enzo Capua, da cui è tratta la citazione, pubblicata nel luglio 2020 da Musica Jazz, Threadgill parla di particolari mescolanze tra strumenti, che funzionano meglio di altre. Miscele fertili.

Non c'è dubbio che anche in questa occasione siamo di fronte al compimento fedele e coerente di quanto detto. Con risultati formidabili sotto il punto di vista artistico, generativo, narrativo. Ascolto e Navigazione, appunto. Al massimo livello. Presentato in anteprima al Long Play Festival di Brooklin lo scorso maggio e subito registrato nella forma ora edita.

Si può trovare un'origine dell'attenzione di Threadgill a questo organico strumentale nell'album Song Out of My Trees, registrato nel 1993 e pubblicato l'anno successivo dall'etichetta Black Saint di Giovanni Bonandrini. Nel brano "Over the River Club" comparivano tre chitarre, Brandon Ross, Ed Cherry e James Emery, la chitarra basso di Jerome Harris e il pianoforte di Myra Melford. Là c'era un forte accento sull'aspetto del Song, ma in certi impasti e in qualche intreccio si avverte un'anticipazione, una sorta di premonizione. La presenza di due pianoforti era comparsa in altri lavori, come Old Locks and Irregular Verbs, del 2016, e Double Up, Plays Double Up Plus, del 2018, pubblicati da Pi Recordings.

Comunque, qui la nave non viaggia in un River Club, ma si muove in mare aperto. Threadgill richiede ai musicisti coinvolti un livello altissimo di empatia, di adesione e condivisione. Nella formazione incontriamo ancora Brandon Ross, alla chitarra soprano. Poi nientemeno che Bill Frisell, e ancora Miles Okazaki e il giovane talento Gregg Belisle-Chi, che abbiamo incontrato nelle sapide collaborazioni con Tim Berne e nell'interpretazione della musica del sassofonista, in felice adattamento per chitarra acustica sola. Le chitarre basso sono di Jerome Harris, nuovamente, e Stomu Takeishi, i pianoforti di Maya Keren e Rahul Carlberg.

Il lavoro si dipana in una sorta di suite, con sedici episodi di varia lunghezza, scanditi dalle lettere dell'alfabeto, da "A" fino alla "R." Si va dai 40 secondi di "Q" agli otto minuti di "R." L'impressione, nel ripetuto ascolto, è che la stessa lunghezza dei brani sia funzionale al dipanarsi di un'architettura frutto di grande sapienza narrativa. Il breve, elegiaco, rarefatto episodio iniziale affidato ai pianoforti è seguito dai poco più che due minuti dell'insieme di chitarre, su una figura circolare danzante: un fitto reticolato che prelude all'andamento di tanti episodi successivi, dove è inutile cercare la distinzione tra le singole voci, tanto è denso il tessuto dell'insieme. Tantomeno è facile distingure tra parti scritte e improvvisate: tutto fluisce generando forma e senso. Come in un tappeto pregiato, non è il singolo filo, ma il disegno d'insieme che emerge.

In una sorta di rispecchiamento, gli episodi dei due pianoforti e dell'insieme di chitarre si avvicendano ancora, con varianti espressive, dinamiche e di figure musicali. Ma il quarto episodio, di quasi quattro minuti, introduce maggiore quantità di varianti e di contrasti dinamici, di dialogo tra le chitarre: un alveare in piena attività, con movimento ancora in larga parte circolare, con costanti variazioni e innesti. C'è l'alone di una confidenza che si va ancora più saldando, tra caratteri personali e disegno generale. Così i due pianoforti di "E" giungono quasi a una sintesi nel tremolo impressionistico, dopo la rarefazione enigmatica del' episodio "A" e il lirismo riflessivo di "C."

Una sintesi più articolata giunge con l'ottavo brano, che si diparte nella modalità rarefatta dei pianoforti per addentrarsi nell'episodio più lungo fino a quel momento, dove la vena di Threadgill mette in relazione per la prima volta chitarre e tastiere, avvicinandosi nelle progressioni armoniche e nello sviluppo al clima dei suoi lavori con Zooid. Un'ambientazione iberica, tra il flamenco più profondo, introspettivo, e la habanera caraibica, impregna il brano "L," con le linee delle chitarre che si fanno quasi cantabili, prima della serie di quattro brani che seguono al vigoroso duello tra le chitarre basse di "M." Un poker di pezzi dalla forza aforistica.

Gli otto minuti finali convogliano l'energia creativa, con interventi ampi dei solisti, tra i quali spiccano quelli di Frisell e di Ross. Qui l'atmosfera contiene screziature di blues, sempre all'interno delle prodigiose elaborazioni cromatiche e armoniche di Threadgill. Senza dubbio, una pietra miliare.

Album della settimana.

Track Listing

A; B; C; D; E; F; G; H; IJ; L; M; N; O; P; Q; R.

Personnel

Bill Frisell
guitar, electric
Gregg Belisle-Chi
guitar, acoustic
Jerome Harris
guitar, electric
Maya Keren
piano and vocals
Additional Instrumentation

Henry Threadgill: compositions and conduction; Brandon Ross: acoustic soprano guitar; Bill Frisell: acoustic guitar; Jerome Harris: acoustic bass guitar; Maya Keren: piano.

Album information

Title: Listen Ship | Year Released: 2025 | Record Label: Pi Recordings

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