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Simone Graziano e il Questionario di Proust
Simone Graziano: La ricerca degli ambienti estremi: semplicità e complessità sono due facce della stessa medaglia.
AAJ: La qualità che desidero nei musicisti che suonano con me.
S.G.: La disponibilità ad affrontare qualsiasi tipo di materiale io sottoponga loro, senza pregiudizi.
AAJ: Come musicista, il momento in cui sono stato più felice.
S.G.: Un momento particolare in cui sono stato più felice non è mai esistito. Il fatto di essere musicista rende la mia vita un po' più felice ... o quasi.
AAJ: Come musicista, il mio principale difetto.
S.G.: Pensare troppo alla musica.
AAJ: La mia più grande paura quando suono.
S.G.: Arrivare al concerto avendo dimenticato le parti.
AAJ: Sogno di suonare.
S.G.: Raramente. Generalmente i sogni legati alla musica sono incubi. Ho sognato di salire su un palco in una sala gremita di gente e al posto del pianoforte c'era un tavolo di legno con disegnati a penna i tasti. Il concerto non fu esattamente un successo.
AAJ: La mia fonte di ispirazione.
S.G.: Spesso si trova al di fuori della musica. L'arte ed il cinema mi consentono di avvicinarmi meglio a delle sorte di visioni che stimolano la mia mia immaginazione e mi aiutano a comporre.
AAJ: I miei musicisti preferiti.
S.G.: Sono davvero tanti, penso a Lester Young, Teddy Wilson, Lennie Tristano, Paul Motian, Charlie Haden. Potrei andare avanti a lungo. Poi penso ai musicisti di oggi e mi accorgo che ho la fortuna di suonare nei gruppi con quelli che posso considerare come miei musicisti preferiti della scena attuale: David Binney, Dan Kinzelman, Gabriele Evangelista, Stefano Tamborrino, Francesco Ponticelli.
AAJ: I miei dischi da isola deserta.
S.G.: OK Computer dei Radiohead, My Funny Valentine del Miles Davis Quintet, gli Studi di Chopin fatti da Maurizio Pollini, Grace di Jeff Buckley
AAJ: La canzone che fischio sotto la doccia.
S.G.: Non esiste. Spesso mi piace inventarle in un finto inglese.
AAJ: I miei pittori preferiti.
S.G.: Francis Bacon, Bruegel, Egon Schiele.
AAJ: I miei film preferiti.
S.G.: Melancholia, Una storia vera, Rapina a Mano Armata, Her, Io e Annie.
AAJ: I miei scrittori preferiti.
S.G.: Gabriel Garcia Marquez, Michail Bulgakov, Vasco Pratolini, Oliver Sacks.
AAJ: La mia occupazione preferita.
S.G.: Suonare e comporre. Ma anche giocare a ping pong non mi dispiace affatto.
AAJ: Il dono di natura che vorrei avere.
S.G.: La pazienza.
AAJ: Nella musica, la cosa che detesto di più.
S.G.: Vedere musicisti che non cercano la propria voce e vivono nell'emulazione di modelli passati.
AAJ: Gli errori musicali che mi ispirano maggiore indulgenza.
S.G.: Quelli che avvengono quando si prova ad andare oltre i propri limiti.
AAJ: Il pezzo che vorrei venisse suonato al mio funerale.
S.G.: "Don't Think Twice It's All Right" di Bob Dylan
AAJ: Lo stato attuale della mia attività musicale.
S.G.: Molto intenso. Diciamo che nella curva ciclotimica tipica degli artisti sono nella fase ascendente. Spero che la discesa sia dolce e possibilmente remota.
AAJ: Il mio motto.
S.G.: Cambia ogni giorno, perché per fortuna ogni giorno è diverso.
Foto
Marco Benvenuti.
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