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Ben Monder: Planetarium

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Ben Monder: Planetarium
Ben Monder chi? In Italia è piuttosto difficile incontrare qualcuno che conosca bene il lavoro di questo sessantatreenne signore newyorchese.

Inquadriamolo: chitarrista di spicco nell'area newyorkese da oltre un trentennio, Ben ha lavorato con importanti nomi della musica moderna come (tra i tanti) Marc Johnson, Lee Konitz, Andrew Cyrille, George Garzone, Paul Motian, Maria Schneider, ma forse il suo nome è noto per il fatto di essere stato chitarrista dell'ultimo album inciso da David Bowie Blackstar.

Molto attivo in campo didattico. Monder lavora spesso in formazioni "ridotte" quali duo o trio e, con discreta fortuna, nei progetti condivisi con un vocalist di riferimento assoluto quale Theo Bleckmann. Ha partecipato ad oltre duecento incisioni ma sono meno di una decina quelle dove appare leader a partire dal notevole Flux inciso nel 1995 con Jim Black e Drew Gress. Ultimamente si è unito ai BAD.

Sebbene viva in un mondo musicale sia decisamente ampio, i percorsi per raggiungere le sue sfere sonore sono ostici. Stiamo cioè scrivendo di un musicista decisamente "flemmatico" ma la lentezza che sembra contraddistinguerlo è facilmente comprensibile se si pensa all'estrema cura che ammanta i suoi lavori.

Planetarium, pubblicato dall'attenta Sunnyside newyorchese di Francois Zalacain è la sua ultima registrazione e ha avuto una gestazione decennale: un'opera d'arte interessante fuori dal tempo che mette anzitutto in mostra l'ampiezza delle sue capacità compositive.

Un musicista dunque particolare anche per la storia di questo lavoro, i cui primordi risalgono al 2014 quando ottenne una sovvenzione dalla Shifting Foundation per scrivere un progetto musicale peculiare. Importante e fondamentale è l'amicizia con il produttore Joseph Branciforte il cui Greyfade Studio a Mount Vernon (New York) è diventato una sorta di seconda casa per Ben durante il lunghissimo processo di registrazione. Solo però a partire dal dicembre 2020, i due hanno iniziato a incontrarsi in studio, definendo idee e invitando collaboratori ad aggiungere i loro contributi. Tra gli ospiti figurano i batteristi Ted Poor e Satoshi Takeishi, il bassista Chris Tordini e le voci di Theo Bleckmann, Charlotte Mundy ed Emily Hurst.

Dopo tre anni di intenso lavoro, Monder ha prodotto quella che è certamente la sua più grande affermazione come compositore. Un box di tre dischi ricco di quelli che qualcuno ha definito come veri e propri "poemi sonori" intensamente elaborati e conditi con momenti di scintillante lavoro improvvisativo.

Tecnicamente notevoli, ad esempio, i diversi cicli ritmici ripetuti di terzine di sedicesimi di nota suddivise in modi diversi su battute di 13/8 con le voci stratificate dei vari vocalist chiamati al lavoro e capaci di fornire la necessaria tensione armonica. Oppure la radicale "The Mentaculus" prende il nome dal concetto di "mappa delle probabilità dell'universo" introdotto nel film dei fratelli Coen, "A Serious Man."

I toni di chitarra sono sempre intrecciati con intelligenza e si uniscono sistematicamente in forma corretta ad una ritmica fluida mentre l'affascinante voce di Theo Bleckmann sottolinea la melodia malinconica di "1973" e trionfa in modalità davvero personale nel rendere bellezza all'antica poesia cinese "Zazen on Ching-t'ing Mountain" scritta dal poeta Li Po.

L'atmosfera generale del lavoro è comunque nebulosa, stratificata, aliena eppure incredibilmente seducente. Forse, come scritto più sopra, davvero "fuori dal tempo."

Interessante è poi "3PSC," affascinante episodio per chitarra solista che trae ispirazione dai concetti contenuti nell'innovativo libro "Almanac of Guitar Voice-leading" del compianto Mick Goodrick del quale Monder ha assimilato molto "suono."

Dunque, emozioni, fascinazioni e meraviglie di un chitarrista per molti ancora da scoprire, la cui gamma stilistica comprende il jazz, la classica moderna, l'heavy metal e il rock alternativo ma capace di intrecciare composizioni complesse, dense di dettagliati accostamenti e umori instabili.

Nondimeno, pur essendo caratterizzato da brani estesi, l'ascolto del lavoro è appagante e capace di incuriosire l'ascoltatore più attento favorendogli l'accesso anche verso altri flussi musicali non consueti.

Track Listing


CD 1:
Ouroboros II; The Mentaculus; 1973; Li Po; Planetarium.
CD 2:
Globestructures: Option II; Ataraxia; Onsulian Spring; Where or When; 3PSC.
CD 3:
Urobo; Ouroboros I; Noctivagant; Collinsport; Wayfaring Stranger.

Personnel

Album information

Title: Planetarium | Year Released: 2024 | Record Label: Sunnyside Records

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