Home » Articoli » Live Review » Lana Meets Jazz - XI Edizione

Lana Meets Jazz - XI Edizione

Lana Meets Jazz - XI Edizione

Courtesy Danilo Codazzi

By

Sign in to view read count
Lana Meets Jazz—XI Edizione
Lana Meets Jazz
Lana (BZ)
13—18.6.2023

Un bell'esempio di piccolo festival. È questa, in sintesi, l'essenza del Lana Meets Jazz. Nel corso degli anni, siamo ormai all'undicesima edizione, gli organizzatori Helga Plankensteiner e Michael Losch hanno infatti saputo dare a questa manifestazione una connotazione chiara e precisa, fatta di elementi ben amalgamati e coerenti. Un programma musicale fruibile ma molto attento alla qualità. Sedi dei concerti sempre suggestive ed in linea con la musica proposta. Una dimensione raccolta, che permette di assistere a tutti gli eventi muovendosi a piedi. Un ampio spazio dedicato alle esibizioni degli allievi delle scuole di musica. Una grande attenzione all'ospitalità ed alla cura dei rapporti umani con tutti coloro che partecipano al festival, siano essi musicisti, giornalisti, fotografi, ospiti dei luoghi dove si tengono i concerti, semplice pubblico.

In breve, il Lana Meets Jazz è un festival che si frequenta volentieri, in cui si sta bene. Molto bene.

Dal punto di vista squisitamente musicale, il festival si è aperto alla Biblioteca di Lana con il concerto della Sweet Alps Orchestra del pianista Michael Losch. Una band di altissimo livello (Matthias Schriefl e Paolo Trettel alla tromba, Klaus Dickbauer, Achille Succi, Florian BRAMBÖCK e Helga Plankensteiner a saxofoni e clarinetti, Federico Pierantoni e Peter Cazzanelli ai tromboni, Glauco Benedetti alla tuba e Matteo Giordani alla batteria), che ha proposto musiche basate sull'incontro tra diversi mondi. Quello alpino cui Lösch appartiene e quello jazzistico cui fanno riferimento tutti i musicisti della band, il klezmer e la musica circense, l'Africa e le marching bands. Mondi affrontati dall'orchestra con leggerezza e sottile ironia, che hanno saputo rendere le composizioni di Lösch, ricchissime di stimoli e contenuti musicali, molto orecchiabili e godibili.

All'Hotel Schwarzschmied, la Titti Castrini Band feat. Alan Farrington, con Davide Veronese a tromba e voce, Teo Ederle a basso e voce, Cesare Valbusa a batteria e percussioni, ci ha condotto in un viaggio musicale che ha spaziato dai tanghi di Astor Piazzolla al Brasile di "Mas Que Nada," dagli America a Crosby, Stills & Nash. Musica allegra e fruibile, eseguita con piglio deciso e perfetta per il pubblico generalista (absit iniuria verbis) cui era rivolta.

Al vivaio Galanthus, il duo cubano B-Black del pianista Omar Sosa e del percussionista Ernesttico ha affrontato un repertorio di matrice afro-cubana che partendo dalle composizioni del pianista si è aperto all'improvvisazione estemporanea. Decisamente affascinati dalla splendida cornice in cui si è svolto il concerto, i musicisti hanno alternato squarci di esaltazione ritmica a momenti di lirismo e sincero contatto con la natura, virtuosismi strumentali a momenti più contemplativi, che hanno finito per coinvolgere tutti i presenti in una sorta di rito collettivo.

Al Bistro Café Walter abbiamo ascoltato il progetto "Animali Notturni" del contrabbassista Marco Stagni, con Matteo Cuzzolin al sax tenore, Philipp Osanna alla chitarra e Max Plattner alla batteria. Nelle parole del leader, si tratta di un viaggio nella notte, esplorando le profondità dell'anima e sondando l'equilibrio tra istinto e intelletto. Una musica che preferisce dunque le tinte fosche e che vive della giustapposizione tra la matrice jazz, cui attingono sax, basso e batteria, e l'anima decisamente rock ed elettrica (in particolare anni '60) della chitarra. Un confronto spesso risolto in progressioni frenetiche ed energiche, che forse necessiterebbero di qualche sottigliezza e sfumatura in più, di cui questi musicisti sono senz'altro capaci.

Straniante, per il contrasto tra la musica proposta e la sede del concerto, l'esibizione del duo OoopopoiooO di Vincenzo Vasi a theremin, voce ed elettronica e Valeria Sturba a theremin, violino e voce, che si è tenuta al Wieserhof, una tenuta agricola tra le colline. In questa ambientazione decisamente bucolica i due musicisti, che già dall'abbigliamento sembravano più vicini ad atmosfere metropolitane underground, hanno dato vita ad un concerto che possiamo senza esitazione definire post-moderno, fatto di musica elettronica, echi di canzoni popolari, curiosi suoni generati da giocattoli musicali vari, suggestioni da Luciano Berio, Duke Ellington, Charles Mingus.

Rimandiamo ad un prossimo ascolto il giudizio su Mask, gruppo formato da Markus Moser al sax, Matteo Scalchi alla chitarra, Andrea Ruocco al basso e Alessandro Ruocco alla batteria. In questa serata alla birreria Lanahof, la band ha "scaldato" il pubblico in vista della successiva jam session che ha visto coinvolti molti studenti delle scuole di musica locali. Buona la selezione dei brani, tra standard e qualche chicca poco frequentata come "Riverbed" di Joe Zawinul, ma il tutto era, come accennato, funzionale alla jam. Ci sarebbe invece piaciuto ascoltare il quartetto mentre affronta un repertorio originale.

Serata conclusiva del festival alla tenuta medievale Goldegg, con il Tinissima Quartet di Francesco Bearzatti a sax e clarinetto, con Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al basso elettrico e Zeno De Rossi alla batteria. Una delle band più illustri del jazz italiano, che qui ha presentato la suite "Zorro," ispirata ai personaggi ed alle situazioni create nel 1919 da Johnston McCulley. Una musica descrittiva, fatta di suggestioni messicane e guizzi propriamente jazz (evidenti al clarinetto gli echi di un recente lavoro di Bearzatti su Tony Scott), cavalcate western e contrapposizioni di generi (una per tutte: una melodia esplicitamente ornettiana incastonata su una ritmica quasi heavy metal). Un inno ad un eroe mascherato, romantico ed anti-sistema, paladino dei più deboli e delle popolazioni indigene, che dopo mille avventure riesce ad averla vinta contro i corrotti ed il potere. Un lieto fine che, come giustamente ha ricordato Bearzatti nel corso della serata, si verifica solo nelle opere di finzione.

< Previous
Muito Sol

Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

Near

More

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.