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Gianluca Petrella Cosmic Band
ByTeatro President - Piacenza - 15.03.2008
Chi nutrisse ancora qualche dubbio sullo stato di salute del jazz italiano e, in principal modo, delle sue giovani leve, dovrebbe assistere ad un concerto della Cosmic Band di Gianluca Petrella. Niente di accademico e diligentemente confezionato, nessuna passerella esibizionista e promozionale, banditi standard e assoli interminabili, la Cosmic Band si presenta come un manipolo di musicisti che riversa sul palco un’esuberanza quasi selvaggia, il gusto della sfida, il piacere dell’improvvisazione come divertimento, lo sberleffo mai offensivo, un’apparente anarchia esecutiva, in realtà sorretta da idee ben chiare sulla direzione della musica che verrà...
Nata per celebrare la musica di Sun Ra, la Cosmic Band ha via via trovato una propria identità, come ben evidenziato dal concerto tenuto presso il Teatro President di Piacenza nell’ambito della quinta edizione del Piacenza Jazz Festival. Basta il bellissimo brano iniziale “The Cosmics“, proveniente dalla penna di Petrella, per capire il modus operandi della band: impulsi sonori, che sembrano provenire da altri mondi, lentamente si combinano, lievitano, magicamente si incastrano fino a trasformarsi nei poderosi riff che caratterizzano il tema, una dolce melodia che deflagra successivamente in una dimensione piacevolmente elettrica.
Ma tutto il concerto è una colata lavica incandescente, che appena è possibile abbandona il percorso tracciato per frammentarsi in mille rivoli e accendere nuove realtà sonore. Così a infuocati collettivi free succedono pacati dialoghi a più voci, torridi blues cedono il passo a veraci cadenze bebop, gustosi richiami alle fanfare di New Orleans lasciano spazio a goliardiche riproposizioni di fumose serate al night club...
La Cosmic Band è un caleidoscopio di suoni e di sorprese timbriche, di sintetizzatori che ammiccano alle calde effusioni dei fiati o di chitarre elettriche che provano a disturbare le sonorità purissime del pianoforte. E’ un ensemble di giovani talenti tra cui spicca il pianista Giovanni Guidi, autore di un intervento mozzafiato, un blues di partenza trasformato in una composizione di metafisica bellezza tra Monk, Tristano e Chopin, in costante tensione narrativa, risolta con leggerezza di tocco e ricchezza di idee.
Ma è soprattutto un formidabile strumento nella mani di Gianluca Petrella per dare forma alla sua visione artistica a 360° gradi, nella quale trovano ragione d’esistere le mille influenze della sua formazione artistica ed umana.
Foto di Claudio Casanova
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