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Due esempi italiani di world jazz da camera

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Tra i tanti meriti ascrivibili al gruppo degli Oregon rientra sicuramente anche quello di aver fatto da modello per un tipo specifico di ensemble cameristico caratterizzato dall'uso di strumenti quasi esclusivamente acustici e dal proporre una musica in cui si fondono elementi classici, jazz, world e folk in un mix di composizione e improvvisazione. Da allora non si contano i gruppi che hanno seguito quell'esempio autorevole (e probabilmente tuttora ineguagliato) proponendo un proprio approccio personale, con esiti alterni ma spesso interessanti, staccandosi dal jazz mainstream (mantenuto però in sede di improvvisazione) per avvicinarsi maggiormente alla tradizione popolare e classica, inserendosi a buon titolo nella più ampia categoria del jazz da camera.

Esaminiamo un paio di esempi recenti appartenenti a questo filone, entrambi realizzati da musicisti italiani e con alcuni elementi in comune, soprattutto nella strumentazione.

Giovanni Palombo
Passaggi
EMME Record Label
2024

Il chitarrista acustico romano Giovanni Palombo persegue da anni questo tipo di approccio, che ha presentato in una serie di album con diverse formazioni. La più recente, attiva già da diversi anni, è il quartetto Camera Ensemble con il clarinettista Gabriele Coen, il violoncellista Benny Penazzi e un percussionista che in questo suo più recente lavoro è Francesco Savoretti. Palombo non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per gli Oregon, ai quali ha anche dedicato alcune delle sue composizioni, e in particolare per il chitarrista Ralph Towner, del quale riprende il rigore compositivo al servizio di temi spiccatamente melodici, nel suo caso decisamente di sapore mediterraneo. All'attività in quartetto il chitarrista alterna quella in solo, mantenendo il legame con le sue origini di fingerpicker, ed entrambi gli aspetti sono ben rappresentati nel CD, ciascuno con quattro brani. Le composizioni, tutte firmate dal chitarrista, traggono ispirazione da momenti, persone o luoghi importanti nella sua vita, cercando di catturare e riprodurre le emozioni a loro collegate.

Particolarmente riusciti in questo senso sono i brani di sola chitarra, nei quali l'intimità dello strumento evoca con efficacia le sensazioni affidate ai temi musicali, come è il caso di "L'abbraccio," dedicato ai figli, dove Palombo mostra una maturità artistica che cresce a ogni nuovo lavoro. Non sono da meno i brani in quartetto, arricchiti dai contributi solistici di Coen e Penazzi, pur nella diversità data dalla dimensione collettiva; tra questi si segnala "Popularia," dedicato al Maestro Mikis Teodorakis.

Completano il disco due brani in duo col pianista Alessandro Gwis, a metà strada tra quelli in solo e quelli in quartetto, nel senso che il dialogo a due strumenti si avvicina maggiormente a uno stato di intimità, alternandosi nell'interpretare con espressività le calde melodie composte dal chitarrista romano, che firma con questo disco uno dei suoi lavori più maturi e meglio riusciti.

Marco Tiraboschi
In a New World
Da Vinci Jazz
2024

Anche il chitarrista Marco Tiraboschi nel suo nuovo lavoro è alla guida di un quartetto acustico dalla strumentazione simile, incentrato su un trio con chitarra acustica, il violino di Daniele Richiedei e il contrabbasso di Giulio Corini ai quali si aggiunge in quasi tutti i brani il sassofono di Javier Girotto. Qui la musica è decisamente più spostata verso il jazz, soprattutto per il sostegno ritmico affidato al contrabbasso, ma anche in questo caso il risultato finale è dato dalla fusione con elementi classici, popolari e soprattutto world; non solo il Mediterraneo esplorato da Palombo, e qui evocato in particolare nei due brani dove Tiraboschi imbraccia l'oud, ma anche il continente americano, sia la parte latina incarnata dall'argentino Girotto con i suoi flauti e il timbro del soprano, che l'America della musica country nel brano "An Empty Garden," che ha come protagonista la chitarra elettrica di Marc Ribot, ospite illustre.

Tutti i brani sono composti dal chitarrista, ad eccezione di una breve "Intro" per flauto dovuta a Girotto, e la presenza abbastanza sorprendente di una cover di "Frame by Frame" dei King Crimson in versione acustica, tutta giocata sugli intrecci dei tre strumenti a corde su cui si innesta il sax di Girotto. Una caratteristica comune è quella di avere una melodia di tipo popolare innestata su una ritmica jazz, così come jazzistici sono la maggior parte degli interventi solistici. Sorprende in particolare il violinista Daniele Richiedei, autore di alcuni pregevoli assoli. Degni di nota i brani più melodici "In a New World" e "Un respiro," ma tutto l'album si attesta su un ottimo livello grazie alla coesione dei musicisti e all'abilità del chitarrista nel riuscire ad amalgamare tante influenze diverse ottenendo un risultato ben bilanciato e originale.

Liste dei brani e musicisti

Passaggi

Brani: Popularia; Omaggio dei popoli a Gino Strada; Lago di Garda; Eduardo festa e malinconia; Terra di Bellezza; L'Abbraccio; Tre per la strada; Anonimo andaluso; Viliotica; Tramonto a Kea.

Musicisti: Giovanni Palombo: chitarra acustica, chitarra elettrica; Gabriele Coen: sax (soprano), clarinetto; Benny Penazzi: violoncello; Francesco Savoretti: percussioni; Alessandro Gwis: piano.

In a New World

Brani: 00:21; Natus; An Empty Garden; El Suadente; La nuit parisienne; Intro; Past Change; In A New World; Frame By Frame; Un respiro; Sher.

Musicisti: Marco Tiraboschi: chitarre, oud; Daniele Richiedei: violino, viola; Giulio Corini: contrabbasso; Javier Girotto: sax (soprano), flauti; Marc Ribot: chitarra elettrica; Alessandro Stefana: hand clapping.

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