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Lucian Ban, John Surman, Mat Maneri: Cantica Profana

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Lucian Ban, John Surman, Mat Maneri: Cantica Profana
Nell'intervista di quest'estate, il pianista Lucian Ban annunciava l'uscita di due suoi nuovi dischi dedicati all'esplorazione della musica popolare della Transilvania, suo luogo di nascita, assieme al fido compagno Mat Maneri e al sassofonista e clarinettista britannico John Surman, con i quali nel 2018 aveva già realizzato un lavoro dello stesso tipo, Transylvanian Folk Songs. Il primo dei due album, Cantica Profana, è il più completo, perché raccoglie dodici brani registrati tra il novembre 2023 e il novembre 2024 nel corso di tre diversi concerti in Europa (a Dudelange, in Lussemburgo; a Stans, in Svizzera; e a Strasburgo, in Francia), e vi troviamo anche versioni diverse degli stessi brani, che può essere interessante mettere a confronto.

Ma quel che soprattutto troviamo un quest'album è una personalissima evoluzione del modo in cui i tre artisti affrontano il materiale tradizionale, anche qui —come nel disco di cinque anni prima e nel recente album i duo con Maneri, Transylvanian Dance —ripreso dalle registrazioni e trascrizioni fatte da Béla Bartók. Quei temi vengono presi a spunto per la creazione di qualcosa di molto più libero e personale, una sorta di "musica tradizionale del mondo" a cui viene data vita soprattutto grazie al confluirvi delle eredità tradizionali e delle sensibilità musicali che ciascuno dei musicisti porta con sé: quella popolare transilvana, ancorché rielaborata alla luce sia degli studi classici, sia dell'esperienza improvvisativa statunitense, di Ban; quella della musica popolare americana e degli studi sulla microtonalità di Joe Maneri, padre di Mat; quella della tradizione inglese, e in particolare della Cornovaglia, ma anche di tutta la cultura dell'improvvisazione anglo-europea degli anni Settanta e Ottanta, di Surman. È alla luce di queste loro ben diverse culture che i tre, partendo da spunti —certe volte appena accennati—delle canzoni transilvane, si spingono i direzioni anche molto lontane, e che tuttavia non tradiscono lo spirito di fondo.

Può esserne esempio "A Messenger Was Born," a lungo condotta da Ban in piano solo con modalità moderne e ben lontane dalla "folk song," e poi completata da Maneri e Surman con veri e propri canti dal timbro quasi umano, che conservano il calore popolare, ma lo presentano con forme personalissime. Oppure le "Dowry Song," che si basano su un ostinato che qui il piano o la viola portano avanti con modalità minimaliste e che, tra melodia e melodia, trovano il modo per formare grumi di suono caotico che profuma di free jazz. E ancora, nel brano eponimo Ban accompagna "preparando" le corde del piano, Maneri lo affianca al pizzicato, mentre Surman ora singulta, ora disegna frasi ariose al clarone, con un effetto complessivo disorientante, tanto lirico-evocativo, quanto dissonante-magmatico, che si scioglie solo nel finale, nonostante i fraseggi microtonali della viola. In "Evening in the Village," invece, Ban ancora spinge con le corde "preparate," ma Surman procede in una prolusione delle sue, con Maneri che gli si intreccia con la viola, con un finale che si fa drammaticamente panico.

Ma ogni brano ha le sue specifiche singolarità, ancor più evidenti confrontando le diverse versioni, così da comporre un disco che gioca sempre contemporaneamente su due piani: quello lirico e folklorico da un lato, e quello improvvisativo e creativo dall'altro, così da sorprendere a ogni passo e tener sempre accesa l'attenzione dell'ascoltatore, del resto costantemente affascinato dalla bellezza dei timbri.

Una musica senza tempo, senza confini, senza etichette. Semplicemente: bellissima.

Albume della settimana.

Track Listing

Violin Song I; First Return; Dowry Song I; Up There; A Messenger Was Born; Dowry Song II; Dark Forest; Canticum Profana; Violin Song II; Evening in the Village; Last Return; Transylvanian Folk Dance.

Personnel

John Surman
saxophone

Album information

Title: Cantica Profana | Year Released: 2025 | Record Label: Sunnyside Records

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