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ECM e le voci: Theo Bleckmann e Sinikka Langeland

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Con gli anni, le voci hanno acquistato un carattere sempre più rilevante nel catalogo ECM rispetto ai tempi della sua fondazione, quando l'etichetta bavarese era rivolta alla pubblicazione di musica di carattere prevalentemente jazzistico e quasi esclusivamente strumentale. I primi nomi di cantanti a trovar spazio nel catalogo dell'etichetta sono stati quelli di Norma Winstone, Aina Kemanis, Sheila Jordan e Meredith Monk (inizialmente unica titolare di album a suo nome), tutte artiste vicine alla musica d'avanguardia (anche la Winstone, pur proveniente dal jazz, non può esserne considerata un'interprete tradizionale), cui si è aggiunta presto anche Karin Krog. Fino alla metà degli anni '80 quello della musica d'avanguardia è l'unico ambito in cui la voce ha modo di essere protagonista nel catalogo ECM. Con l'allargamento verso la musica classica portato dal marchio New Series arriva uno dei quartetti vocali più quotati nel mondo classico, specializzato nell'interpretazione di musica medievale e rinascimentale: The Hilliard Ensemble, che per la casa tedesca aggiunge le opere di Arvo Part a mottetti e madrigali già nel loro repertorio. Verso la fine degli anni '80 viene pubblicato un altro lavoro fondamentale, Rosensfole, in cui il sassofonista Jan Garbarek accompagna la cantante norvegese Agnes Buen Garnas in un disco dedicato a ballate della tradizione folk. E ancora Garbarek nel 1993 presta il suo sassofono a un disco che diventerà una pietra miliare della fusione tra generi musicali apparentemente distanti tra loro, Officium, in cui le sue improvvisazioni strumentali fungono da voce aggiunta per i madrigali intonati dall'Hilliard Quartet. L'esperienza si rinnoverà cinque anni dopo, cercando di replicare quel successo irripetibile con Mnemosyne, e ancora nel 2009 con Officium Novum.

Le tre direttrici principali per la musica vocale in ECM, spesso anche intrecciate tra loro, sono dunque l'avanguardia, la classica (antica e contemporanea) e il folk, in particolar modo quello scandinavo (ma non solo). Se la Buen Garnas comparirà solo in un altro disco di Garbarek, altre interpreti della tradizione folk nordica vanno ad arricchire il catalogo della label: la svedese Lena Willemark / Jonas Knutsson / Mats Oberg e le norvegesi del trio Mediaeval e Sinikka Langeland, oltre a un cantautore atipico come Robin Williamson, già negli anni '60 protagonista di una musica folk fuori da ogni schema e collocazione geografico-temporale con la sua Incredible String Band. Nel nuovo millennio la geografia vocale della label si espande ulteriormente con la svizzera Susanne Abbuehl, la greca Savina Yannatou, l'inglese June Tabor, le tedesche Cymin Samawatie e Simin Tander di origine, rispettivamente, iraniana e afghana, la marocchina Amina Alaoui, l'albanese Elina Duni e la coreana Yeahwon Shin. Tutte voci femminili, che hanno in comune il tentativo, spesso pienamente riuscito, di elaborare forme musicali più vicine al jazz e alla musica improvvisata partendo dalla propria tradizione popolare, analogamente a quanto fatto già da tempo nel contesto della musica vocale d'avanguardia, e cantando nella propria lingua madre, aggiungendo così nuovi suoni e colori alla loro tavolozza musicale.

Vediamo più da vicino due esempi recenti del lavoro effettuato in questa direzione.

Sinikka Langeland
The Magical Forest
ECM Records
2017
Valutazione: * * * ½

Il processo di sintesi tra musica folk e improvvisazione jazzistica portato avanti dalla norvegese Sinikka Langeland trova un risultato ammirevole nel suo ultimo lavoro, il quinto pubblicato per la label tedesca, nel quale riassembla il quintetto di musicisti già al suo fianco in Starflowers e The Land That Is Not, aggiungendo anche le voci del Trio Mediaeval. Così accanto alla Langeland (voce solista e kantele, arpa finlandese orizzontale simile alla cetra o al dulcimer) ritroviamo il trombettista Arve Henriksen, il sassofonista Trygve Seim, il contrabbassista Anders Jormin e il percussionista Markku Ounaskari, oltre al trio di voci femminili che fornisce le ricche armonie vocali. Le composizioni, tutte firmate dalla Langeland, traggono ispirazione dal folklore nordico, ma questa volta i testi sono tutti originali ad eccezione dell'iniziale "Puun Loitsu." Un unico brano è completamente strumentale, quello che dà il titolo all'album, piazzato esattamente al centro del CD, ma sono vari i momenti dove il talento jazzistico dei musicisti ha modo di rivelarsi intrecciandosi con la voce della leader in un connubio originale e altamente suggestivo.

L'elemento folkloristico è sempre stato alla base della musica scandinava, anche quella strumentale, ancor prima che la ECM la facesse conoscere al mondo oltre 40 anni fa. Ora viene citato apertamente, fondendolo con il linguaggio del jazz per sottolineare l'universalità della tradizione. L'importanza di opere come questa sta nel contribuire all'abbattimento delle barriere culturali più o meno consapevoli che tendono a identificare il mondo del jazz con quello della musica afroamericana da cui ha avuto origine, senza tener conto del processo di globalizzazione inarrestabile che rende sempre più obsoleta la divisione in generi.

Un plauso al lavoro dei musicisti, ma soprattutto a quello della ECM, che con la sua visione in anticipo sui tempi ha dato la possibilità che ciò avvenisse.

Theo Bleckmann
Elegy
ECM Records
2017
Valutazione: * * * *

Le voci maschili soliste sono una rarità nel catalogo ECM, e il tedesco Theo Bleckmann rappresenta una di esse. Qui è al suo primo lavoro da titolare per l'etichetta di Manfred Eicher, ma era già comparso come vocalist ospite del quartetto di Julia Hulsmann in A Clear Midnight -Kurt Weill and America, pubblicato nel 2015, e ancora prima come membro dell'ensemble di Meredith Monk. Qui si fa accompagnare da due vecchi compagni di avventure come il chitarrista Ben Monder e il batterista John Hollenbeck, con i quali ha condiviso separatamente alcuni progetti in passato, e due giovani talenti emergenti, il pianista Shai Maestro e il contrabbassista Chris Tordini. Il cantante firma tutte le composizioni, ad eccezione di "Comedy Tonight" scritta da Stephen Sondheim, e scrive i testi per altri tre brani, usando la voce in funzione strumentale nei rimanenti. Bleckmann utilizza principalmente il registro alto della sua estensione vocale, spesso tenendo le note lunghe e modulate e raddoppiando la melodia del piano o della chitarra. Prevale un'atmosfera di cupa malinconia, sottolineata dai toni dark della chitarra (uno degli aspetti più caratteristici di Monder,come nel suo recente CD Amorphae, sempre su ECM) e contrastata dagli arpeggi del piano, evidente soprattutto nei brani lunghi "The Mission," "Elegy" e "Take My Life," quest'ultimo arricchito da un notevole assolo di Monder, che sono il vertice del disco.

Bleckmann è riuscito ad assemblare e guidare un gruppo di musicisti dalla spiccata personalità, ognuno dei quali dà il proprio contributo al risultato finale anche se le composizioni sono accreditate al cantante. Proprio questa molteplicità di spunti fornisce qualcosa di nuovo ad ogni ascolto, e non consente una facile catalogazione della musica, ricca di stimoli diversi. Sicuramente un esordio positivo per Bleckmann, che si conferma tra le voci più interessanti della scena attuale.

Elenco dei brani e musicisti

The Magical Forest

Puun Loitsu; Sammas; Jacob's Dream; The Wolfman; The Magical Forest; Koyri; Kamui; Karsikko; Pillar to Heaven.

Sinikka Lengeland: kantele, voce; Arve Henriksen: tromba; Trygve Seim: sax (tenore e soprano); Anders Jormin: contrabbasso; Markku Ounaskari: percussioni; Trio Mediaeval: Anna Maria Friman, Berit Opheim, Linn Andrea Fuglseth: voci.

Elegy:

Semblance; Comedy Tonight; Fields; The Mission; Littlefields; Elegy; To Be Shown To Monks At A Certain Temple; Cortége; Elegy, var.; Take My Life; Wither; Alate.

Theo Bleckmann: voce; Ben Monder: chitarra; Shai Maestro: piano; Chris Tordini: contrabbasso; John Hollenbeck: batteria.

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