Home » Articoli » Album Review » Stefano Maurizi, Coşkun Karademir, Emre Sinanmiş: Migrat...

Stefano Maurizi, Coşkun Karademir, Emre Sinanmiş: Migration Routes

By

View read count
Stefano Maurizi, Coşkun Karademir, Emre Sinanmiş: Migration Routes
È sufficiente ascoltare l'introduzione del brano di apertura, "Nare Nare," condotta in solitudine dal duduk di Emre Sinanmiş, per rendersi conto fin da subito della suggestione e della bellezza di quest'album, che esplora la ricca tradizione musicale dell'Anatolia, con l'accompagnamento del pianista fiorentino Stefano Maurizi.

Abituale frequentatore delle tradizioni artistiche mediorientali, anche grazie alle sue radici libanesi, Maurizi incontra due musicisti turchi, maestri di storici strumenti dell'area. Emre Sinanmiş suona, appunto, il duduk—tra gli strumenti a fiato quello forse più vicino al suono della voce umana—che è simbolo dell'Armenia ed è stato dichiarato patrimonio culturale dell'umanità. Coşkun Karademir, si alterna tra due cordofoni tradizionali —la bağlama, liuto di origine turca della famiglia dei saz come la tambura e il divan, e il kopuz, simbolo musicale del Kirghizistan —e in un brano si esibisce alla voce.

Tutti i temi provengono dalle tradizioni multiculturali dell'area, da sempre incrocio tra popoli —purtroppo non sempre pacifico, si pensi alla secolare persecuzione dei curdi, popolo diviso tra gli Stati dell'area, alle molteplici stragi di Armeni operate dai turchi e, più recentemente, alle guerre striscianti tra Armenia e Azerbaijan. Riarrangiate collegialmente dai tre musicisti, sembrano quasi ricordare e narrare le difficoltà di convivenza, il dolore per l'abbandono dei luoghi natii per recarsi altrove, attraverso la forte espressività della voce principale, si potrebbe dire la voce narrante, il duduk di Sinanmiş, che canta, invoca, geme, implora, commovendo l'ascoltatore come se quel che dice avesse un significato semantico: oltre che nel primo brano, è meraviglioso in "Ay Acilsa" e "Ay Dilbere." Karademir, dal canto suo, non si limita al significativo apporto melodico e timbrico—in "The Well" opera sugli strumenti in modo anche percussivo —ma procede anche narrativamente: splendide le introduzioni di "Dreaming" e "Ay Acilsa," in arpeggi pizzicati, e in "Tek Kapidan" offre anche una bella interpretazione vocale.

Maurizi si muove con una discrezione dovuta al rispetto: aggiunge armonizzazioni e colori, fa brevi duetti —con Karademir in "Alone," con Sinanmiş in "Ay Dilbere" —si prende qualche spazio minimale, ma soprattutto accompagna cercando di integrarsi in una cultura così ricca, delicata e lontana. E ci riesce benissimo, anche grazie alla sua lunga frequentazione di quei ritmi e quei colori, tanto da fare da filo conduttore in uno dei momenti più belli dell'album, "Prayer," ove i tre intrecciano inestricabilmente i loro suoni.

Operazione e disco splendidi, da ascoltare e riascoltare per scoprire sempre qualcosa di nuovo e di bello. La formazione dovrebbe avere qualche data in estate: c'è da sperare che siano molte e che il pubblico non se le faccia sfuggire, così come è auspicabile che il disco, finora solo digitale, trovi una sua uscita fisica. Lo stramerita.

Album della settimana.

Track Listing

Nare Nare; The Well; Tek Kapidan; Dreaming; Ay Acilsa; Alone; Prayer; Ay Dilbere.

Personnel

Additional Instrumentation

Coşkun Karademir: bağlama, kopuz, voce; Emre Sinanmiş: duduk.

Album information

Title: Migration Routes | Year Released: 2023 | Record Label: Challenge Records

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Eternal Moments
Yoko Yates
From "The Hellhole"
Marshall Crenshaw
Tramonto
John Taylor

Popular

Old Home/New Home
The Brian Martin Big Band
My Ideal
Sam Dillon
Ecliptic
Shifa شفاء - Rachel Musson, Pat Thomas, Mark Sanders
Lado B Brazilian Project 2
Catina DeLuna & Otmaro Ruíz

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.