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Sun Ra: At the Showcase (Live In Chicago, 1976-1977)

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Sun Ra: At the Showcase (Live In Chicago, 1976-1977)
Moltissime sono le registrazioni di Sun Ra, alcune memorabili. In ognuna si nasconde una tessera, un elemento della sua vitalità inesauribile, della sua ricerca cosmica di torcere, frammentare, lacerare le convenzioni. Di toccare con mano meravigliata i materiali di cui dispone, quasi venissero da altri mondi, da altre dimensioni, da logiche differenti. Sun Ra trascende le convenzioni.

Nel corso degli anni, il musicista ha ricevuto costanti attenzioni da parte del pubblico e delle etichette discografiche. Un pubblico che si è andato allargando a differenti fasce d'ascolto, attratte dalla figura poliedrica e non classificabile del personaggio, eccentrico per indole e per originalità degli atteggiamenti. La sua figura, legata a esoterismi astronomici, a scienze occulte egizie e narrazioni fantascientifiche, è per tanti versi matrice e anticipatrice di tendenze musicali, di esplorazioni dalle quali nascevano alchimie timbriche e sonore che oggi si prospettano ancora avveniristiche. E che continuano ad alimentare la curiosità e il percorso di musicisti attenti, seppure molto diversi, come nel caso di Rob Mazurek con la sua Exploding Star Orchestra.

Allo stesso tempo, si continuano a proporre le registrazioni effettuate dal prolifico e visionario musicista, tra l'altro provenienti dal ricco corpus della sua etichetta Saturn Records, o da label storiche quali ESP, Impulse!, Black Saint, Leo Records. Straripante è anche la quantità di materiale inedito, ma nel caso di questo doppio CD ci troviamo di fronte a un'operazione di notevole riguardo, effettuata dal produttore Zev Feldman, promotore dell'etichetta Jazz Detective, che insieme all'archivista Michael D. Anderson giunge alla realizzazione di un progetto iniziato nel 2022, ora pubblicato in questa eccellente edizione.

Feldman e Anderson hanno selezionato minuziosamente i materiali registrati dal vivo a Chicago, al Jazz Showcase del leggendario promotore e impresario Joe Segal, attingendo anche all'archivio di John Corbett, nel frattempo donato all'Experimental Sound Studio chicagoano. "È un puzzle," dice Anderson. "Nella maggioranza dei nastri registrati non ci sono informazioni. Centinaia di nastri non hanno la scatola. Talvolta c'è una scritta su una bobina e così si può risalire al concerto. Spesso rimettere insieme i singoli nastri di un concerto comporta un lungo lavoro, svolto insieme al mio caro amico John Corbett."

La selezione di Feldman e Anderson si basa su tre date di registrazione, dal 21 febbraio 1976 al 4 e 10 novembre 1977. La novantina di minuti di musica che ne scaturisce mette in risalto proprio il lavoro di vaglio e scelta, il cui scopo dichiarato è quello di dare un saggio convincente di come la musica di Sun Ra suonasse dal vivo, in serrato contatto con il pubblico, in un club di dimensioni ridotte come quello gestito allora da Segal a Chicago. Un lavoro di scelta che non deve essere stato facile, ma il cui risultato è quello di un'eruzione vulcanica. Anche la registrazione riesce a dare la dimensione della prossimità tra musica e pubblico, della tensione elettrica prodotta. Già dalle prime battute si coglie la forte scintilla tra quanto avviene nel budello del club, dove è stipata l'orchestra, e l'ascolto, la cui partecipazione è attenta, senza interferenze di sottofondo.

Come è possibile tale percezione nell'ascolto domestico? Certamente si avverte la forte urgenza comunicativa, l'energia che passa tra i musicisti, fin dall'iniziale intreccio dei tre flauti e delle percussioni che si rimpallano fraseggi liberi. Un'intensità non possibile nello studio di registrazione. Poi, alla fine del brano, il passaggio dagli applausi alle percussioni del pezzo successivo ha un carattere mimetico, quasi una dissolvenza cinematografica tra pubblico e musicisti. E la tensione cresce, si articola con l'ingresso del corno francese di Vincent Chancey, nelle sciabolate delle tastiere, poi nella successiva entrata selvaggia dell'insieme orchestrale.

Singolare è il fatto che nell'edizione pubblicata le registrazioni non siano ordinate in modo cronologico: il primo CD presenta un estratto dei concerti del '77 e nel secondo compare il blocco della data precedente, del '76. L'ascolto chiarisce tale scelta: i trentasei minuti del secondo CD ci immergono in una vera e propria atmosfera dionisiaca di conclusione del concerto che sarebbe difficilmente fruibile all'inizio dell'ascolto, tali sono l'energia, la ribollente forza comunicativa, il deragliamento espressivo. Tutto il blocco del secondo disco è presentato nella propria sequenza originale, con una serie di picchi espressivi che culminano nel magnetico canto corale di "Space Is the Place," seguito da due minuti di applausi e clamori, poi dall'intervento vocale furioso di Akh Tal Ebah, tra gospel, blues e incitazione rituale. "Greetings from The 21th Century" è declamato dallo stesso Sun Ra, con il coinvolgimento dialogico dell'intera audience.

Se il secondo disco è di tale intensità, con inserimenti pure di free selvaggio da parte dell'orchestra e delle tastiere, gli episodi inseriti nel primo CD alternano varie atmosfere, e diversi parametri orchestrali. Con "Synthesis Approach" fa irruzione uno sfrenato Rhythm and Blues, sul quale si libera l'improvvisazione di John Gilmore al sax tenore. Un Gilmore presente e generoso in tutto l'album. Un altro riff arroventato introduce "Anknathon," dove l'orchestra viene lanciata in spericolate fluttuazioni tra solidi blocchi armonici e dissonanze ardite. Le alchimie di Sun Ra nascono da costanti cortocircuiti e si alimentano di escursioni in tutti i campi, musicali e di altre suggestioni.

La relazione con la storia delle big band è messa in risalto da "Rose Room," cavallo di battaglia di Ellington e Benny Goodman, che ricorda i tempi quando, poco dopo il suo trasferimento a Chicago, Sun Ra fu ingaggiato nella seconda metà degli anni Quaranta dal grande Fletcher Henderson, la cui band era, secondo le parole dello stesso giovane musicista, "come una centrale elettrica."

A pregevole corredo dell'album c'è il libretto fitto di fotografie storiche, con un saggio breve ma denso di Corbett ed estratti di interviste, ricordi, impressioni, valutazioni, in cui si allineano, tra gli altri, i nomi di Feldman, Anderson, Marshall Allen, Jack DeJohnette, David Murray, Dave Burrell, Matthew Shipp, Amina Claudine Myers, Reggie Workman. Noticine da leggere con grande attenzione, alle quali noi vorremmo aggiungere le parole di Henry Threadgill, tratte dalla sua bella autobiografia, pubblicata lo scorso anno, dal titolo Easily Slip Into Another World: "Il lavoro di Sun Ra era molto personale. Lo consideravo molto più personale, molto più esoterico e complesso di qualsiasi altra cosa che stavo ascoltando."

Album della settimana.

Track Listing


CD 1:
New Beginning; View From Another Dimension; Synthesis Approach; Ankhnaton; Rose Room; Moonship Journey; Velvet.
CD2:
Calling Planet Earth & The Shadow World; Theme of the Stargazers; Space is the Place; Ebah Speaks in Cosmic Tongue; Greetings from the 21st Century.

Personnel

Sun Ra
piano
John Gilmore
saxophone, tenor
Marshall Allen
saxophone, alto
Danny Davis
flugelhorn
Eloe Omoe
clarinet, bass
Danny Thompson
saxophone, baritone
Michael Ray
trumpet
Vincent Chancey
french horn
Dale Williams
guitar, electric
Luqman Ali
percussion
Eddie Thomas
percussion
James Jacson
bassoon
June Tyson
vocals
Elo Omoe
saxophone, alto
Danny Ray Thompson
saxophone, baritone
Additional Instrumentation

Sun Ra: electric keyboards; Marshall Allen: alto sax, flute; kora; Elo Omoe: bass clarinet; Danny Ray Thompson: flute; Vincent Chancey: french horn; Eddie Thomas: vocals; James Jacson: ancient ihnfinity drum, oboe; Atakatune: congas.

Album information

Title: At the Showcase (Live In Chicago, 1976-1977) | Year Released: 2024 | Record Label: Jazz Detective

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Instrument: Piano

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