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90 secondi all'inferno - Storie Jazz

90 secondi all’inferno

di Massimo Basile - Gianluca Monastra

Luciano Vanni Editore

2007, euro 9

Dodici racconti di jazz ma non solo: deliziosi frammenti di vite intensamente vissute, a metà strada tra la realtà e la libera trasfigurazione artistica. Pochi tratti di penna per immortalare personalità uniche: Parker, Gillespie, Coltrane, Reinhardt e Baker, solo per citarne alcuni.

Deliziosi bozzetti volti a ritrarre anche l’ordinaria vita quotidiana di queste icone del jazz, racchiusa emblematicamente in episodi veri ed inverosimili. Santoni del jazz sì, ma anche impenitenti “peccatori” alle prese con le mille debolezze e i mille problemi che la vita riserva a tutti, artisti e non.

Ecco il jazzman che sogna di poter diventare il presidente degli Stati Uniti; la sofferenza della divina Billy Holiday, fiaccata ma non sconfitta dal becero razzismo degli anni ‘30; le leggende nere, tra voodoo e patti col diavolo, che alimentano la musica ed i testi di Robert Johnson. E come filo conduttore, la forza ammaliante del jazz, capace di trasformare tutta l’angoscia esistenziale di un Chet Baker e Stan Getz in note di adamantina bellezza.

Il tutto raccontato dall’alto di uno stile narrativo ancora una volta conciso ed essenziale, per tratteggiare molto (fatti, ritratti) con poco (le parole): nel caso di Herbie Hancock, il saper armonizzare il tornaconto economico (la svolta “disco” degli anni ’70) con i richiami della spiritualità.

Ed ancora l’incredibile storia di Django Reinhardt, vittima di un incendio del suo carrozzone da gitano. Una triste vicenda che, per forza di cose, lo spinse ad assumere una diteggiatura anomala e divenire così uno dei musicisti più originali di tutto il ‘900.

Notevole è anche il divertente racconto che ha per protagonista Earl Hines, alle prese con due insegnanti gemelli di piano: uno per la mano destra e l’altro per la mano sinistra. Benché intriso di umori blues e bossa nova, il libro costituisce un sincero atto d’amore nei confronti del jazz e dei suoi protagonisti. Miseria e nobiltà; tic e passioni recondite, raccontate con icastica semplicità in meno di 100 pagine.

“Last but don’t least”, i disegni di Francesco Chiacchio e le note critico-biografiche di Vincenzo Martorella: aforistici tratti, rispettivamente di pennello e penna, per disvelare insieme ai racconti la magia e l’incanto del jazz.

È davvero un gran bel libro !

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