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Yusef Lateef: Atlantis Lullaby - The Concert from Avignon

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Yusef Lateef: Atlantis Lullaby - The Concert from Avignon
Tra gli outsider del jazz più prolifici, Yusef Lateef fino alla scomparsa (a 93 anni nel 2013) ha continuato a comporre, incidere, sempre evitando con gentilezza di essere accostato alla parola jazz, inventando invece il termine "autophysiopsychic" per descrivere una musica che fin dagli anni Cinquanta ha messo in contatto molto seriamente la cultura asiatica con quella afro-americana (Lateef ha soggiornato quattro anni in Nigeria negli anni Settanta), lontano dall'industra musicale, vicino invece alla didattica e creativamente proteso verso la poesia, la narrativa, la pittura.

Lateef aveva assorbito comunque la lezione del bebop suonando accanto a Dizzy Gillespie e non avrebbe mai messo da parte la tradizione, facendola interagire invece con mondi sonori che alla fine degli anni 50 erano ancora poco studiati e che sarebbero stati indagati in seguito da John Coltrane e Don Cherry, proprio sulla scorta dei primi esperimenti di Lateef.

La Elemental Music continua a produrre i suoi gioielli di inediti dal vivo, dedicando a Lateef questo Atlantis Lullaby—The Concert from Avignon, registrato da André Francis al Cloitre des Célestins della città provenzale nel luglio del 1972.

In quel periodo Lateef conduceva un quartetto di solida sapienza jazzistica, formato dal pianista Kenny Barron, dal bassista Bob Cunningham e dal batterista (qui anche flautista) Albert Tootie Heath.

Tranne che per alcune sequenze, la musica sprigionata dal gruppo ad Avignone si inscrive in un mainstream a maglie larghe, che affronta stili anche lontani tra loro di decenni, ma nella più classica lingua sonora afroamericana, in grado di flettere in pochi secondi pronunce, scansioni, intendimenti espressivi. Ad esempio l'iniziale "Inside Atlantis" è influenzata dall'impianto armonico modale enfatizzato da certi episodi coltraniani. Qui addirittura si potrebbe osservare come Kenny Barron, solitamente indicato come portatore di eleganza, fluidità, leggerezza, si esprima con un piglio percussivo debitore di McCoy Tyner, in grado di galvanizzare il solismo al sax tenore di Lateef.

Dopo una graziosa ballad, il gruppo si lascia andare in "Yusef's Mood" a una serie di virtuosismi di maniera, su uno schema di blues veloce, quasi boogie, punteggiato dalle figurazioni shuffle di Albert Heath. "Eboness" invece porta a riflettere sulle qualità strepitose del bassista Bob Cunningham, figura importante ma poco valutata, prima nella scena di Cleveland e poi in quella di New York. Cunningham alterna un muscolare walking bass a momenti di solismo espressionista ottenuto spesso con l'uso mai banale dell'archetto. Questa traccia può anche suggerire qualche analogia con la musica coeva di Rashaan Roland Kirk.

Il pezzo forte dell'esibizione arriva alla fine, con una composizione estesa di Barron, "Untitled," declinata in diverse sezioni: dapprima un up-tempo sul modello di "Impressions" di Coltrane, seguita da un clima opposto in cui Lateef e Cunningham dialogano in modo austero, scuro, con un bordone prolungato di basso che invita il piano a rientrare e a condurre un climax che va verso il free ed il ritorno a capo, con il tema iniziale. È questo il brano (pur scritto da Barron) che testimonia dell'apertura di Yusef Lateef verso atmosfere e strutture lontane dalla scrittura occidentale. Chi volesse approfondire questo aspetto (questo disco certo non basta) può attingere all'ipertrofica discografia di Lateef.

Track Listing

CD 1:

Inside Atlantis; A Flower; Yusef's Mood; Lowland Lullaby.

CD 2:

Eboness; I'm Getting Sentimental Over You; The Untitled.

Personnel

Album information

Title: Atlantis Lullaby - The Concert from Avignon | Year Released: 2024 | Record Label: Elemental Music

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