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Trombone x 4 (x 4)

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Che ci sia un trombone a guidare la cosiddetta front line di un gruppo jazz, ammettiamolo, non è merce poi così usuale. Ci fa quindi piacere, amando particolarmente il suono rotondo, pieno, evocativo dello strumento, legare uno con l'altro quattro album che praticano tale formula, incisi e pubblicati nel giro di pochi mesi, tra la fine del 2013 e il marzo 2014, e tutti in quartetto, con tre strumenti ricorrenti e un quarto, invece, variabile.

Multitudes Telepathic
Multitudes Telepathic
PFMentum (2013)
Valutazione: * * *

Due di tali lavori fanno capo al veterano trombonista losangelino Michael Vlatkovich, sulla breccia ormai da oltre un quarantennio. In quel di Santa Fe, nel settembre 2012, Vlatkovich ha inciso per cominciare Multitudes Telepathic, in realtà in quartetto più nominalmente che di fatto. Vi agisce in effetti il classico trio con basso e batteria, con l'ultimo vertice del quadrilatero costituito dalla voce—non nel senso di cantante, ma di "dicente"—di Mark Weber (oltre tutto sovraincisa quasi un anno dopo, nell'agosto 2013), che propone ciclicamente (con fare un po' torvo, in verità) proprie miniature poetiche.

La sua incidenza sul prodotto globale è quindi relativa: a condurre le danze è il trio, che mostra di muoversi senza troppi paletti predefiniti, peraltro con notevole unitarietà di tono (tendente al cupo, certo al cogitabondo) ed esiti comunque apprezzabili, malgrado col trascorrere dei brani date situazioni tendano un po' a ripetersi. Si segnalano l'articolato "Poem 2," il compassato "Always," il rotondo "Poem 5," il polipercussivo "Clicking." Al di là di una certa uniformità climatica, un album in possesso di sicuro fascino.

Vlatkovich Quartet
You're Too Dimensional
PFMentum (2013)
Valutazione: * * * ½

A Seattle, nel febbraio 2013, Vlatkovich è tornato alla carica alla testa di un proprio quartetto, decisamente più brassy, visto che al suo trombone (che qui ha certamente più agio di espandersi in tutte le sue fragranze), si uniscono la tromba di Jim Knodle e, in due brani, il corno francese di Greg Campbell, per il resto seduto dietro la batteria.

L'incedere del gruppo è vitale, tutto giocato nel segno di una coralità solida e rotonda, il suono è plastico, potente, ben tornito, molto gratificante all'orecchio: in pratica il classico "ciò che avreste voluto chiedere a un brass quartet (ma non sempre avete avuto...)." Senza particolari sussulti o brani-spartiacque, le cose migliori sembrano arrivare all'inizio (primi quattro pezzi) e alla fine (ultimi due), all'interno di un lavoro—lo si sarà capito—di cui l'omogeneità qualitativa è uno dei principali atout. Magari senza invenzioni geniali, ma anche senza cedimenti di sorta.

Off Lines Quartet
Rasoterra
Notami Jazz (2013)
Valutazione: * * * ½

Voce e tromba, rispettivamente, dei CD di Vlatkovich cedono il posto a una chitarra nell'opera prima del quartetto Off Lines, sorto a Bologna nel 2012 (l'incisione è del novembre di quell'anno). I quattro emiliani sono baldanzosi giovanotti che alternano momenti di più pura improvvisazione (i tre episodi intitolati come il CD, non a caso a firma collettiva) con altri in cui si avverte una chiara regia del singolo (le penne sono quelle del pianista Joseph Circelli, cinque brani, e del batterista Simone Sferruzza, due), con la sorpresa, come sottofinale, di un "Subconscious-Lee" in verità non poco trasfigurato.

Quali appaiono le coordinate del gruppo? La voce-guida è ovviamente il trombone dell'ottimo Federico Pierantoni, piena e rotonda come nelle migliori famiglie (trombonistiche). Tutt'intorno si muove un corpus omogeneo, solido ma non muscolare, a tratti quasi post-boppistico (per esempio in "Sacchedine"), altrove più incline a soluzioni di chiara marca contemporanea. Non manca, qua e là, un minimo di ovvietà (il meglio sembra arrivare in avvio e in chiusura), ma il prodotto finale ci induce a tener d'occhio gli sviluppi della cosa.

Ensemble 5
The Summary of 4
Leo Records (2014)
Valutazione: * * * ½

È, per finire, più prosaicamente un pianoforte l'elemento-jolly dell'ultimo CD in scaletta, protagonisti (giugno 2013) gli svizzeri dell'Ensemble 5 (nome bizzarro, per un quartetto, ma tant'è...). Qui il trombone è nelle abili mani di Robert Morgenthaler, un veterano (Berna, 1952) dalle mille collaborazioni (orchestre di Mel Lewis e Carla Bley, e poi Lee Konitz, Franco Ambrosetti, Michel Godard, Peter Kowald, Gunter Sommer, Pierre Favre...) e la musica si muove lungo sentieri decisamente più impervi dei tre album precedenti, visto che vi si pratica l'improvvisazione totale.

Ciò che conta, in questi casi, è sempre saper pensare la musica un attimo prima che avvenga, avere un'adeguata disposizione all'ascolto reciproco, non coltivare ubbie protagonistiche, non voler strafare. Accade tutto ciò nel CD in oggetto, che si svolge di conseguenza libero ma strutturato, sufficientemente articolato nelle dinamiche, col giusto equilibrio fra dialettica e coesione delle quattro voci. La durata non eccessiva dei singoli pezzi (che non danno mai l'impressione di prendere la mano ai musicisti) e del disco nel suo complesso contribuisce certo alla felice riuscita dello stesso.


Elenco dei brani:
Multitudes Telepathic: 2a; Poem 2; Always; Writing; Poem 5 is a Dance; Cycles; Trees; Clicking; Breathing Pyramid Cyclotron of Watermelon; The Circle.
You're Too Dimensional: Various Manifestations of Thwart & Opine for Curved Bill Thrasher & Toy Piano in 4 Parts; No Candy for the Wagon Full of Devils; The Curious Intensity of a Refrigerator Defrosting; Wishing for 2 at 5/3; mOOn jOOiia; Blue Peepers; The Static Equilibrium of the Values of Savagery; I Liberate Monsters; Balance Out of Life Out of Balance; Fools Drunks & Angels.
Rasoterra: Rasoterra pt.1; Milano?; Nelia; Blackout; Sacchedine; Rasoterra pt.2; Coriandoli e nervi; Abeokuta; Osmosi; Subconscious-Lee; Rasoterra pt.3.
The Summary of 4: Layers; Out of Bounds; For Good; Mother Earth; The Summary of 4; Echoes; Here and Now; Equilibrium.

Musicisti:
Multitudes Telepathic: Michael Vlatkovich: trombone, percussioni; Clyde Reed: contrabbasso elettrico; Dave Wayne: batteria, percussioni; Mark Weber: voce.
You're Too Dimensional: Jim Knodle: tromba; Vlatkovich: trombone; Phil Sparks: contrabbasso; Greg Campbell: batteria, corno francese.
Rasoterra: Federico Pierantoni: trombone; Joseph Circelli: chitarra; Christian Pepe: contrabbasso; Simone Sferruzza: batteria.
The Summary of 4: Robert Morgenthaler: trombone, voce; Reto Staub: pianoforte, voce; Fridolin Blumer: contrabbasso, voce; Heinz Geisser: batteria, percussioni, voce.

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