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Marc van Vugt: The Lonely Coyote

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Marc van Vugt: The Lonely Coyote
Prima o poi, nella vita di quasi ogni chitarrista viene il momento di realizzare un disco in solitudine, senza altri strumenti che il proprio, in una (o più) delle tante varietà possibili. Per l'olandese Marc van Vugt questo momento è arrivato alla fine del 2022, quando ha pubblicato il suo primo album di sola chitarra dopo trent'anni di carriera professionale, in gran parte trascorsi al fianco della cantante Ineke Vandoorn, compagna d'arte e di vita. Compositore prima ancora che chitarrista, fino ad ora Van Vugt non aveva messo la chitarra al centro dei suoi progetti musicali, dedicandosi a scrivere per gruppi numerosi, cori e orchestre. Alla fine, però, la voglia di raccontare storie con la chitarra ha prevalso, e il risultato è questo The Lonely Coyote, con il sottotitolo Guitar Tales.

Pur essendo il suo primo album in solo, non è certo il lavoro di un esordiente; l'esperienza e la maturità del musicista emergono soprattutto a livello compositivo per la particolare attenzione allo sviluppo melodico, concentrato sull'espressività e non sul virtuosismo. Per realizzare il disco, Van Vugt ha utilizzato nove strumenti differenti, tutti rigorosamente acustici, ciascuno con la propria voce. Tra le fonti di ispirazione vengono citati in copertina Bill Connors, Ralph Towner, Pat Metheny e Egberto Gismonti (ai quali si potrebbe forse aggiungere anche John Abercrombie), la cui influenza è avvertibile in vari momenti del disco, che rimane comunque un lavoro personale e originale.

Metheny è forse l'ispirazione più diretta e presente, a cominciare dal brano iniziale "Benggg" in cui il suono dell'arpa-cetra unito a quello della Guild 12-corde non può non far pensare alla Pikasso guitar del chitarrista del Missouri. Il brano seguente, "The Lonely Coyote," eseguito su una chitarra baritono Lowden, porta la dedica a Egberto (Gismonti), ma è nel successivo "Chorineke" che l'influenza del brasiliano è maggiormente tangibile, anche per il timbro della chitarra classica, presente anche in "Simiane." "In My Arms" introduce la chitarra più utilizzata nell'album, una Martin del 1946 presente in cinque brani, qui utilizzata senza sovraincisioni come pure in "Guitarlab" e relativo preludio, mentre nella parte centrale di "Sunny Side Up," il brano più movimentato dell'album, è accompagnata da altre quattro chitarre, tra cui un basso acustico e una chitarra alto che ritroviamo nel conclusivo "No Worries," una vivace melodia tipicamente brasiliana.

Il chitarrista si dimostra un narratore di razza, e le sue storie musicali avvincono l'ascoltatore grazie alla qualità dei temi e alla padronanza delle possibilità espressive degli strumenti utilizzati per raccontarle. Non possiamo che raccomandare caldamente l'ascolto dell'album, una vera sorpresa, e augurarci che non rimanga un titolo isolato nella sua discografia.

Album della settimana.

Track Listing

Bengggg; The Lonely Coyote (for Egberto); Chorineke (for Ineke); In My Arms; Bali Rain; Onnozele Kinderen; Prelude (to Guitarlab); Guitarlab; Simiane; Tea; Sunny Side Up; For Those I Love (for my mother); No Worries.

Personnel

Additional Instrumentation

Marc van Vugt acoustic guitars.
Featured guitars:
Guild F512 1978 twelve-string guitar (1, 10, 11)
Lowden 2011 baritone steel string guitar (2)
Mariano Conde 2011 nylon string guitar (3, 9)
Martin 000-21 1946 steel string guitar (4, 7, 8, 11, 12)
Levin 325 1960 acoustic archtop guitar (5)
Lowden O32 1990 steel string (6, 11)
Tacoma P1 Papoose 1998 six-string alto guitar (11, 13)
Guild B4CE 1993 acoustic bass guitar (11)
Prepared harp zither (1).

Album information

Title: The Lonely Coyote | Year Released: 2022 | Record Label: Baixim Records


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