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Results for "Stefano Merighi"
Mark Helias - Tony Malaby - Tom Rainey: The Signal Maker
by Stefano Merighi
Mark Helias è persona cordiale, generosa, empatica. Un carattere aperto, bilanciato tuttavia da un rigore assoluto che caratterizza la sua attività di bandleader e di contrabbassista. Ricordiamo che il suo curriculum è aureo avendo suonato con maestri come Ed Blackwell e Dewey Redman, Anthony Braxton e Ray Anderson, garantendo una versatilità ed una affidabilità assolute.
Ray Anderson's Organic Quartet: Being the Point
by Stefano Merighi
Un suono scuro, profondo, indeterminato nelle intenzioni, trova improvvisamente la luce del calypso. Una luce che spinge la musica verso una danza sinuosa, scattante. È l'inizio di Being the Point, disco che riporta Ray Anderson alle sue passioni per il blues, per New Orleans, per i ritmi obliqui già frequentati all'epoca di Slickaphonics. ...
Oliver Lake, William Parker: To Roy
by Stefano Merighi
Non mi risulta che Oliver Lake e William Parker abbiano mai collaborato prima di questo ottimo To Roy, almeno in studio. Dal vivo avevano comunemente affiancato la compositrice e suonatrice di zither coreana Jin Hi Kim. E probabilmente si saranno incontrati più volte nei club newyorkesi in tutti questi anni. Ma poco importa. Il loro magistero ...
Thomas Marriott: Urban Folklore
by Stefano Merighi
Il quartetto di Thomas Marriott in questione rappresenta una bella sintesi del jazz americano: Marriott da Seattle, Eric Revis californiano, Orrin Evans erede della scuola di Philadelphia, infine Donald Edwards da New Orleans. Ma le origini non condizionano più di tanto una musica ecumenica, che vive sulla brillantezza tecnica, su un esperanto" jazzistico che, se poco ...
Brandon Seabrook: Sylphid Vitalizers
by Stefano Merighi
Non c'è davvero paragone tra quello che Brandon Seabrook propone all'interno dei diversi gruppi in cui presta la sua luciferina opera di chitarrista (ad esempio Power Plant o i Black Host di Gerald Cleaver) e in questa singolare prova in solitudine. Nel primo caso emerge un talento improvvisativo molto brillante nel confondere avant, rock e psichedelia; ...
Dave McDonnell Group: The Dragon & the Griffin
by Stefano Merighi
Chicagoano ma attivo a Cincinnati, Dave McDonnell è sassofonista jazz, insegnante di musica e tecnologia, inventore di software, protagonista in diversi gruppi tra cui Herculaneum. Il gruppo in questione coinvolge nomi ben noti della attuale scena di Chicago, tra cui Joshua Abrams e Frank Rosaly, poderosa sezione ritmica che in questo caso garantisce solidità a una ...
Red Garland Trio: Swingin' on the Korner
by Stefano Merighi
Il fiuto di Red Garland, a suo tempo, suggerì a Miles Davis di ingaggiare prima Philly Joe Jones e poi John Coltrane, per formare un simpatico quintetto. Solo per queste intuizioni Garland andrebbe posto su un piedistallo nel mondo del jazz. Ma William Red era anche un gran pianista, realizzatore di una sintesi mirabile tra l'eredità ...
Henri Texier Hope Quartet: Live at L'improviste
by Stefano Merighi
Registrato dal vivo nel 2012, questo documento conferma l'ottima impressione destata dallo Hope Quartet in alcuni festival europei recenti: palpitante senso della storia, padronanza di un linguaggio legato ai dettami boppistici ma apertissimo alle soluzioni informali, voci strumentali di plastica bellezza, capacità di garantire un suono di gruppo senza rinunciare alla valorizzazione dei singoli. ...
Umberto Petrin: Traces and Ghosts
by Stefano Merighi
Dire che il lavoro di Umberto Petrin in Italia è un po' sottostimato, è dire poco. A parte un curriculum di grande sostanza, e una poetica non comune che relaziona la musica con altri linguaggi, è il suo puro pianismo a convincere una volta di più, a quattro anni dal precedente solo A ...
Anna Kaluza – Artur Majewski – Rafal Mazur – Kuba Suchar: Tone Hunting
by Stefano Merighi
La prassi della free-music conduce spesso l'opera musicale verso una lingua franca di cui è difficile delineare i contorni, l'identità. Se l'astrazione prevale sull'ispirazione melodica e il piano generale si riduce ad una sommaria aleatorietà, evaporano facilmente i tratti riconoscibili dei diversi esecutori (a meno di evidenti linguaggi individuali storicizzati), così come quelli geografici.





