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Sound Experiments: The Music of the AACM
ByPaul Steinbeck
272 Pagine
ISBN: # 978-0-226-820095
The University of Chicago Press
2022
Fondata a Chicago nel 1965 su impulso di Muhal Richard Abrams, l'AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians) è giunta alla quarta generazione di musicisti e resta l'organizzazione collettiva più influente del jazz e della musica sperimentale.
La chiusura etnocentrica del mondo accademico rispetto a ciò che accade oltre i suoi confini ha impedito il generale riconoscimento delle sue innovazioni, che riguardano l'intera musica del Novecento e non solo l'universo afroamericano. Questo notevole studio di Paul Steinbeck, professore associato di musica alla Washington University in St. Louis, segue il suo fondamentale volume sull'Art Ensemble of Chicago (pubblicato anche in Italia col titolo Grande Musica Nera, Quodlibet 2018).
Sound Experiments è un'opera di critica e analisi musicale ma anche un approfondimento storico che consente fruizioni diverse, coinvolgendo sia lo studente di musica che l'appassionato senza competenze di musicologia. Il testo si sviluppa infatti in nove capitoli che analizzano dieci importanti opere (dischi o singoli brani) espressi dai musicisti dell'AACM, dagli iniziali Sound di Roscoe Mitchell e Levels and Degrees of Light di Muhal Richard Abrams fino a Mandorla Awakening II: Emerging Worlds di Nicole Mitchell.
Prima di analizzare ogni opera, Steinbeck ne traccia la genesi in una dettagliata monografia, illustrando il contesto in cui è nata e la biografia dei protagonisti. Per far questo l'autore s'è documentato meticolosamente, traendo anche informazioni dirette dai membri dell'associazione (con cui è stato in contatto per due decenni, anche come allievo).
Ne risulta un'opera fondamentale sull'AACM, prima nel suo genere, che si affianca al testo centrale di George Lewis del 2008, A Power Stronger Than Itself. Altri apprezzabili lavori sull'AACM hanno avuto un taglio specifico, come quello di Ronald Radano su Anthony Braxton (New Musical Figurations).
Uno dei pregi del volume di Steinbeck è quello di sottolineare il valore compositivo di queste opere (e la genialità dei loro autori) che espandevano i tradizionali ambiti di melodia, armonia e ritmo per concentrarsi anche sulle qualità del suono e l'ampliamento delle tessiture, in modi che esulavano la notazione standard. L'autore ne illustra la complessità con numerose partiture e diagrammi.
La scelta dei dischi o dei brani esaminati è ovviamente responsabilità di Steinbeck ed è sostanzialmente condivisibile. Oltre i tre citati abbiamo Nonaah di Roscoe Mitchell; "Composition 76" di Braxton (da For Trio); Air Time del trio Air; Voyager di George Lewis; Volume Two di Fred Anderson; At Umbria Jazz 2009 dell'AACM Great Black Music Ensemble; Ten Freedom Summersdi Wadada Leo Smith.
Un capitoletto conclusivo si occupa del trio Artifacts e del suo omonimo disco del 2015 (482 Music) composto da Nicole Mitchell, Tomeka Reid e Mike Reed, uno dei progetti più interessanti del presente dell'associazione. Seguono una dettagliata discografia e la bibliografia in lingua inglese più esaustiva che conosco.
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