Home » Articoli » Contributor News » Rinascita di primavera: una panoramica sui prossimi festival

1

Rinascita di primavera: una panoramica sui prossimi festival

Rinascita di primavera: una panoramica sui prossimi festival

Courtesy Roberto Cifarelli

By

Sign in to view read count
Alla fine di aprile finalmente il via è arrivato. Gli organizzatori di festival e rassegne da tempo si erano rimboccati le maniche in fiduciosa attesa della ripartenza, affrontando gradualmente tutti gli aspetti organizzativi, economici, promozionali relativi alla loro programmazione. Sono stati sei i mesi di silenzio, di sosta forzata della musica dal vivo. Gli ultimi concerti risalgono infatti al 25 ottobre 2020: fra questi segnaliamo ad esempio quello di Giovanni Guidi col suo recente gruppo Little Italy, che chiuse il festival Jazz & Wine di Cormons fra l'emozione del pubblico e degli esecutori.

Durante questo interminabile periodo, il bisogno di musica dal vivo si è fatto sentire sempre più impellente, sia per i musicisti che per il pubblico: un insopprimibile bisogno fisico, sensoriale, intellettuale, emotivo, relazionale, economico... Nonostante gli inevitabili e continui ripensamenti dei programmi, le precauzioni da garantire, i rischi da correre, proporre e ascoltare musica dal vivo si pone ora come una priorità assoluta, una sfida, un atto di fede e di resistenza per poter guardare con speranza al futuro. Abbiamo tutti bisogno in altre parole di questa rinascita nel segno dell'incontro e della creatività, che sotto il profilo sociale sta assumendo un senso liberatorio, tonificante e propiziatorio.

Nel lungo lasso di tempo di chiusura si è fatto di tutto per diramare messaggi di speranza, per dimostrare di essere sempre vivi e attivi proponendo una gran quantità di apparizioni on line, grazie alle attuali tecnologie di comunicazione. Iniziative pregevoli, più o meno riuscite e comunque lodevoli, ma è indubbio che vedere un concerto su uno schermo a casa propria non è che un surrogato, un pallido miraggio dell'evento dal vivo. Il lavoro a remoto può funzionare in certi settori e forse potrà anche essere incrementato una volta superata l'emergenza Covid, ma rappresenta un'incompatibile contraddizione, una negazione in termini nell'ambito della musica e dello spettacolo in genere.

Quest'attività surrogatoria a distanza ha comportato evidentemente gravi conseguenze economiche, che hanno coinvolto tutte le categorie degli operatori dello spettacolo a cominciare dai musicisti. A tale proposito, Giovanni Guidi in un'intervista pubblicata a febbraio ebbe a notare: «...mi sono preso l'impegno per tantissimi concerti, che facevo da casa mia intervenendo in tanti festival attraverso le loro pagine; paradossalmente ho lavorato quasi come non mai in vita mia. Dico "lavorato," anche se in realtà si è trattato di concerti fatti quasi tutti gratuitamente o con lo scopo di raccogliere fondi per beneficenza».

Ed èdi jazz dal vivo, della ripresa dei festival e delle rassegne che vogliamo parlare ora, soffermandoci su alcuni degli appuntamenti già in corso o di prossimo avvio. Sandra Costantini, storica direttrice artistica, organizzatrice e responsabile di Crossroads, non è certo stata con le mani in mano nei mesi di silenzio, carica di quell'ottimismo e di quella determinazione che di questi tempi sono risorse indispensabili. Ha dovuto rivedere a più riprese i suoi piani, fino ad arrivare al calendario attuale che prevede sessanta serate, partite il 17 maggio da Correggio per finire a inizio dicembre. «Il problema è che si naviga a vista—ha affermato a tale proposito oltre due mesi fa, quando la situazione era ancora in alto mare—...come per altro da un anno a questa parte. Si lavora nella preparazione degli eventi come se tutto fosse possibile, salvo poi fare i conti coi vari DPCM, ordinanze, blocchi... Siamo diventati abilissimi nel fare e disfare in continuazione».

Viene spontaneo domandarsi se in questa situazione pandemica ancora difficile e fluida prevalgano l'esigenza e la voglia di musica dal vivo o la preoccupazione per i rischi sanitari e le limitazioni da adottare. «Di sicuro prevale la voglia di tornare alla musica dal vivo—è l'opinione di Sandra—questa paralisi è stata insopportabile. Memori anche dell'esperienza del 2020, quando nella finestra che si aprì tra giugno e i primi di ottobre con Crossroads Reloaded tutto funzionò a meraviglia, ci si sente del tutto sicuri in un luogo di spettacolo, dove vengono adottate e rispettate per filo e per segno tutte le misure di prevenzione e sicurezza».

Anche quest'anno a Crossroads non mancano le produzioni originali. «La produzione più imponente—precisa la responsabile artistica—è come sempre quella che ogni anno coinvolge l'Italian Jazz Orchestra con artisti di fama, ogni volta impegnata in repertori diversi... Il 3 luglio, a Rimini, vedremo la compagine jazz e classica diretta da Fabio Petretti in un omaggio a Frank Sinatra, con le voci di Sarah Jane Morris e Nick the Nightfly. Ma ritroviamo l'ampio organico anche nella riproposizione di una produzione del passato, quella dedicata a Marlene Dietrich, con Silvia Donati alla voce e Fabrizio Bosso alla tromba, che sarà in programma alla Rocca Brancaleone per la 48^ edizione di Ravenna Jazz alla fine dello stesso mese». All'interno della nutrita presenza italiana trovano posto alcuni nomi ricorrenti come artists in residence. «Quest'anno sono sei: i tre nostri migliori trombettisti, ossia Enrico Rava, Paolo Fresu e Fabrizio Bosso, artists in residence da quando istituimmo la formula, ai quali si aggiungono Mauro Ottolini, Javier Girotto e Peppe Servillo. Sono tutti coinvolti in svariati progetti in diversi luoghi di Crossroads».

Fin dagli esordi la caratteristica determinante che connota Crossroads è quella di coinvolgere l'intero territorio regionale. Lo scopo di Sandra Costantini è sempre stato quello di tessere una trama, una ragnatela di distribuzione da Piacenza alla Romagna. «Il lavoro di tessitura è immane;—afferma Costantini a tale proposito—la difficoltà sta nel fatto che ogni anno bisogna ricominciare da capo, nessuna certezza è data. Per fortuna esiste uno zoccolo duro, laddove la tradizione è radicata nella nostra storia: Ravenna, Correggio, Rimini, Imola, ma anche piccole realtà come Russi, Fusignano, Solarolo, Massa Lombarda... Nel 2021 abbiamo alcune nuove adesioni: realizzeremo un paio di concerti a Bologna, in collaborazione col Camera Jazz Club e Piero Odorici, ed entrano nel circuito per la prima volta Castelnuovo Rangone e Medicina».

Ormai è tradizione che Crossroads comprenda la dozzina di serate di Correggio Jazz, giunto alla diciannovesima edizione; tutti i suoi concerti si tengono all'interno del Teatro Asioli. L'apertura di Crossroads, appunto a Correggio il 17 maggio, è stata affidata a Little Italy, formazione giovane diretta da Giovanni Guidi. «Con Giovanni abbiamo un rapporto antico—sostiene Alessandro Pelli, direttore del Teatro Asioli—la sua Rebel Band, come la Cosmic di Petrella, nacque a e per Correggio, a seguito di una nostra specifica commissione. Ci ha fatto molto piacere ospitare questo suo nuovo progetto, che quasi potremmo definire "new bottle, old wine": la sua musica preferita con un suono decisamente rinnovato». Infatti il concerto di Little Italy, incorniciato da due riproposizioni di "Santa Lucia," la canzone per antonomasia che a cavallo fra Ottocento e Novecento ha accompagnato i migranti italiani in America, ha contenuto un brano di Bob Dylan e altre hit del pop a fianco di composizioni recenti dello stesso Guidi. L'andamento del concerto ha alternato le parti tematiche, in cui una componente estremamente melodico-ritmica ha visto in evidenza le rapsodiche reiterazioni del leader, e sature fasi collettive, dominate dall'improvvisazione e dall'elettronica, corroborate dalla motivazione dei giovani partner.

È il caso di approfondire in particolare le due produzioni originali del festival correggesco, incentrate sulla On Time Band, notevole ensemble con la direzione e gli arrangiamenti di Cristiano Arcelli. «La On Time Band è nata a Correggio—ha precisato Pelli—e raduna gli insegnanti del workshop che da diversi anni proponiamo nell'ambito della rassegna. La prima produzione è il frutto del lavoro del workshop, è quindi una sorta di saggio finale degli allievi, assieme ai docenti. Siamo anche molto soddisfatti degli esiti della seconda produzione, "Manacore," in programma il 31 maggio, un omaggio della Band con la partecipazione di Gabriele Mirabassi alla musica di Gianmaria Testa, un vero poeta, l'appartato "chansonnier italien" prematuramente scomparso».

Oltre all'attività di Crossroads, questa fine di primavera vede anche la ripartenza di altre realtà altrettanto consolidate, in svariati ambiti territoriali e di diverso orientamento estetico. Rimanendo in Emilia-Romagna, è il caso di ricordare l'impegno dell'Associazione forlivese Area Sismica, coordinata da Ariele Monti (vedasi la sua intervista di inizio di maggio). Oltre all'abituale stagione della sede istituzionale di Ravaldino in Monte, dove il 30 giugno è previsto il trio di David Murray, nelle serate del 26 e 27 giugno è stata concentrata la quinta edizione del festival onnicomprensivo Forlì Open Music, al quale parteciperà Alexander Hawkins.

È già ripartita invece la programmazione annuale di AngelicA, la cui attività si muove anch'essa senza preclusione di generi musicali. Al Teatro Comunale di Modena, in coproduzione con la Fondazione del Teatro stesso, il 29 aprile si è tenuta l'anteprima con la Shaloma Locomotiva Orchestra, un'ampia e composita formazione, integrata da ospiti di fama internazionale fra i quali Paolo Fresu, che ha eseguito musiche di Mirco Mariani, arrangiate da Domenico Caliri. «Forse questo tempo pandemico—mi ha confessato Massimo Simonini da sempre direttore artistico di AngelicA—potrebbe far tornare la voglia di musica, ma con un'attenzione diversa, e forse anche voglia di musica diversa... Con meno assuefazione rispetto anche al consumo che se ne è fatto, non so se mi spiego. È un dono, o un difetto, che AngelicA ha sin dalla nascita quello della trasversalità, con un'identità cangiante. Cerchiamo la musica e continuiamo a cercare musica».

Dopo l'anteprima modenese, la programmazione della 31^ edizione di AngelicA è partita il 15 maggio e si concluderà il 19 giugno: tredici serate, tutte all'interno della sede bolognese del Teatro San Leonardo. Il festival prevede anche proposte vicine al jazz e alla musica improvvisata, recuperando alcuni concerti soppressi nella stagione autunnale. Fra le presenze italiane ricordo la pregevole solo performance di Roberto Dani, che il 22 maggio ha indagato una singolare dimensione armonica, azionando archetti e sottili bacchette su un set verticale di metallofoni. Ha imbastito così una parabola narrativa acustica e di grande equilibrio ritmico, più ampia e musicale rispetto alle performance minimaliste, in parte ludiche e di cangiante varietà timbrica che anni orsono era solito eseguire seduto a terra.

A quella del percussionista vicentino ha fatto seguito la solo performance della pianista francese Eve Risser, che, spalle alla platea, era alle prese con un pianoforte verticale preparato, replicando in prima italiana il suo progetto Après un Rêve. Il mirato rumorismo sui legni, sui metalli e su una mini grancassa, oltre a consistenti sprazzi di pianismo classico sulla parte centrale della tastiera, hanno garantito una forte componente ritmica e gestuale, arricchendo la struttura compositiva con quella sensibilità e inventiva che contraddistinguono la grande pianista.

Un'altra presenza francese, sempre in solo performance, ha spiccato ad AngelicA una settimana dopo: quella del chitarrista e performer Julien Desprez, che ha presentato in prima assoluta il risultato della sua residenza nel capoluogo emiliano. Il suo percorso ha esordito con una sorta di fibrillazione cardiaca elettronica con battiti ectopici, per inoltrarsi ben presto in onde telluriche devastanti, in una guerra di sonorità stratificate. Questa prestazione frastornante e d'ineludibile impatto, comunque ben leggibile e a un volume non eccessivo, si è spenta su una sequenza più armoniosa e pacificata.

Se ho voluto inserire queste mini-recensioni nel contesto della presente trattazione, non è solo a dimostrazione che l'attività concertistica è ormai entrata nel vivo nel migliore dei modi, ma soprattutto a conferma che solamente assistendo di persona agli eventi ci permette di ricevere sensazioni individuali, uniche e irripetibili. Volendo infine allargare lo sguardo sul mutevole panorama dei festival italiani che prenderanno il via nel prossimo futuro, segnaliamo innanzi tutto NovaraJazz, che si svolgerà nei primi due fine-settimana di giugno, sotto la direzione dei suoi fondatori Riccardo Cigolotti e Corrado Beldì (vedi l'intervista pubblicata su questo sito il 17 maggio). Altri ancora, tradizionalmente primaverili, hanno optato prudenzialmente per uno slittamento verso l'estate. Bergamo Jazz, praticamente il primo sotto la direzione artistica di Maria Pia De Vito, dopo due anteprime in giugno, l'11 e il 25 con prime assolute (il quartetto paritario di Michael League, Bill Laurance, Lionel Loueke e Jeff Ballard, poi il duo Danilo ReaGianluigi Trovesi), si articolerà dal 16 al 19 settembre. Sempre in giugno, dal 19 al 27, avrà luogo il Torino Jazz Festival: sempre coordinato da Diego Borotti e Giorgio Li Calzi, la sua programmazione presenta elementi di originalità in un'ottica transculturale.

Vicenza Jazz invece, sotto l'inossidabile direzione di Riccardo Brazzale, ha preferito slittare a luglio, dall'1 al 10: puntando su sedi all'aperto, gioca il suo asso nell'ultima serata con il formidabile quartetto di Antonio Sanchez. Nello stesso mese, con quattro serate dal 15 al 18, il Talos Festival di Ruvo di Puglia ha pensato di proporre un'appendice della ridotta edizione del 2020. A seguire prenderà il via in tutta la penisola l'interminabile sfilata degli storici festival estivi, che possono contare su ambientazioni all'aperto, coprendo in certi casi un'ampia estensione territoriale, senza nascondere per altro una valenza turistica. Ci saranno in futuro altre occasioni per recensire questi eventi, nella speranza che una normalizzazione definitiva della situazione sanitaria possa in futuro metterci nella condizione di assistere a concerti in presenza con la massima sicurezza e fruibilità.

< Previous
The Next Stage

Next >
Dance

Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

Near

More

Jazz article: All About You
Contributor News
All About You
Jazz article: Jazz Near You and You and You!
Jazz article: Platform Expansion and the AAJ Road Show

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.