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Roberto Ottaviano Extended Love & Eternal Love: Resonance & Rapsodies
ByIl CD in quintetto è il secondo, Rapsodies, e la formazione è la medesima del disco di due anni orsono, tranne la presenza al pianoforte di Giorgio Pacorig al posto di Alexander Hawkins. Diversamente da allora, però, stavolta le composizioni sono tutte originali (tranne "Ijo Ki Mba Jo," tradizionale Joruba), quattro di Ottaviano e una a testa per ciascuno degli altri membri della formazione. Le atmosfere esplorate sono piuttosto diverse l'una dall'altra, dall'iniziale "Adelante" a là Gato Barbierima significativamente senza sax tenore, con spazi solistici prima per il clarinetto basso di Marco Colonna e poi per il soprano del leaderfino alla ironica e iconoclasta "Mad for Misha"ritmico balletto in falso New Orleanspassando da momenti di profonda ed evocativa intensità ("To the Masters," di Zeno De Rossi) ad altri di gioiosa festosità (il brano Joruba e quello a firma di Pacorig, "Villaraspa"), di pensosità ("Monkonious," di Giovanni Maier, ove l'autore e Pacorig si producono in eccellenti assoli). Singolare, poi, "Violeta," di Marco Colonna, condotta su un tema semplice, quasi ballabile, ma screziata dal Rohdes di Pacorig e più volte aperta su scenari di libera improvvisazione.
Il primo CD, Resonance, vede invece all'opera la formazione "extended," che si dispone come doppio quartetto, essendo la ritmica del quintetto raddoppiata grazie agli ingressi di Hawkins al pianoforte, Danilo Gallo a contrabbasso e basso acustico e Hamid Drake alla batteria. Il programma è di sette brani, stavolta tutti a firma di Ottaviano e dal clima più uniformemente orientato a una forte evocatività, ancorché con ispirazioni che si rifanno in filigrana a una vasta eredità storica, che va da Coltrane a Ornette, da Roscoe Mitchell all'improvvisazione europea, con particolare riguardo a quella britannica innervata dalla diaspora sudafricananon a caso l'intero lavoro è dedicato al da poco scomparso Keith Tippett, al quale Ottaviano era molto legato.
Pur nel comune spirito trascendente, i brani alternano momenti di potente evocatività segnata da forte dinamismola iniziale, splendida "Promise," che funge da programma del disco, la ornettiana "Homo Sum," la dinamicissima "Dedalus," permeata da ritmi ancestrali, fino alla tesa e acida "Resonance," caratterizzata dal Rohdes e dalle percussioniad altri più sospesi e meditativi"Omumua," dai toni orientaleggianti che richiamano certe antiche cose di Leo Smith, "Revelation," più europea e dominata dal lavoro astratto e incrociato delle tastiere, fino alla conclusiva "Ad Astra," dal titolo emblematico, quasi una preghiera esortativa che sospinge le fin lì evocate ispirazioni della tradizione a spingersi ancora oltre, verso nuove "shapes of jazz to come."
Un disco magnifico, che si avvale di splendide individualità pur essendo sostanzialmente corale ed è reso ancor più stimolante dalla propria doppia anima. Una nota particolare solo per Ottaviano, che come leader ci sta viziando con album uno più bello dell'altro e come strumentista è in pianta stabile tra i maestri assoluti del sax soprano, che in questo lavoro usa in modo estremamente cangiante nelle forme e nei timbri, ma sempre con una straordinaria potenza espressiva.
Album della settimana.
Track Listing
CD 1
Promise; Revelation; Homo Sum; Dedalus; Omumua; Resonance; Ad astra.
CD2
Adelante; Ergonomic; Ijo Ki Mba Jo; Monkonious; Villaraspa; To the Masters; China Syndrome; Violeta; Mad for Misha.
Personnel
Roberto Ottaviano
saxophone, sopranoMarco Colonna
clarinet, bassGiorgio Pacorig
pianoAlexander Hawkins
pianoGiovanni Maier
bass, acousticDanilo Gallo
bass, acousticHamid Drake
drumsZeno De Rossi
drumsAdditional Instrumentation
Giorgio Pacorig: Fender Rodhes.
Album information
Title: Resonance & Rapsodies | Year Released: 2020 | Record Label: Dodicilune
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Instrument: Saxophone, soprano
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