Home » Articoli » Album Review » Roberto Ottaviano Extended Love & Eternal Love: Resonanc...

1

Roberto Ottaviano Extended Love & Eternal Love: Resonance & Rapsodies

By

Sign in to view read count
Roberto Ottaviano Extended Love & Eternal Love: Resonance & Rapsodies
Roberto Ottaviano torna a riunire la formazione con la quale nel 2018 aveva realizzato l'eccellente Eternal Love, ne sviluppa ancora le potenzialità e, non pago, compie un ulteriore passo in avanti, allargando la formazione da quintetto a ottetto —di fatto un doppio quartetto— trasformandola in Extended Love. Con risultati, va detto subito, stupefacenti.

Il CD in quintetto è il secondo, Rapsodies, e la formazione è la medesima del disco di due anni orsono, tranne la presenza al pianoforte di Giorgio Pacorig al posto di Alexander Hawkins. Diversamente da allora, però, stavolta le composizioni sono tutte originali (tranne "Ijo Ki Mba Jo," tradizionale Joruba), quattro di Ottaviano e una a testa per ciascuno degli altri membri della formazione. Le atmosfere esplorate sono piuttosto diverse l'una dall'altra, dall'iniziale "Adelante" a là Gato Barbieri—ma significativamente senza sax tenore, con spazi solistici prima per il clarinetto basso di Marco Colonna e poi per il soprano del leader—fino alla ironica e iconoclasta "Mad for Misha"—ritmico balletto in falso New Orleans—passando da momenti di profonda ed evocativa intensità ("To the Masters," di Zeno De Rossi) ad altri di gioiosa festosità (il brano Joruba e quello a firma di Pacorig, "Villaraspa"), di pensosità ("Monkonious," di Giovanni Maier, ove l'autore e Pacorig si producono in eccellenti assoli). Singolare, poi, "Violeta," di Marco Colonna, condotta su un tema semplice, quasi ballabile, ma screziata dal Rohdes di Pacorig e più volte aperta su scenari di libera improvvisazione.

Il primo CD, Resonance, vede invece all'opera la formazione "extended," che si dispone come doppio quartetto, essendo la ritmica del quintetto raddoppiata grazie agli ingressi di Hawkins al pianoforte, Danilo Gallo a contrabbasso e basso acustico e Hamid Drake alla batteria. Il programma è di sette brani, stavolta tutti a firma di Ottaviano e dal clima più uniformemente orientato a una forte evocatività, ancorché con ispirazioni che si rifanno in filigrana a una vasta eredità storica, che va da Coltrane a Ornette, da Roscoe Mitchell all'improvvisazione europea, con particolare riguardo a quella britannica innervata dalla diaspora sudafricana—non a caso l'intero lavoro è dedicato al da poco scomparso Keith Tippett, al quale Ottaviano era molto legato.

Pur nel comune spirito trascendente, i brani alternano momenti di potente evocatività segnata da forte dinamismo—la iniziale, splendida "Promise," che funge da programma del disco, la ornettiana "Homo Sum," la dinamicissima "Dedalus," permeata da ritmi ancestrali, fino alla tesa e acida "Resonance," caratterizzata dal Rohdes e dalle percussioni—ad altri più sospesi e meditativi—"Omumua," dai toni orientaleggianti che richiamano certe antiche cose di Leo Smith, "Revelation," più europea e dominata dal lavoro astratto e incrociato delle tastiere, fino alla conclusiva "Ad Astra," dal titolo emblematico, quasi una preghiera esortativa che sospinge le fin lì evocate ispirazioni della tradizione a spingersi ancora oltre, verso nuove "shapes of jazz to come."

Un disco magnifico, che si avvale di splendide individualità pur essendo sostanzialmente corale ed è reso ancor più stimolante dalla propria doppia anima. Una nota particolare solo per Ottaviano, che come leader ci sta viziando con album uno più bello dell'altro e come strumentista è in pianta stabile tra i maestri assoluti del sax soprano, che in questo lavoro usa in modo estremamente cangiante nelle forme e nei timbri, ma sempre con una straordinaria potenza espressiva.

Album della settimana.

Track Listing


CD 1
Promise; Revelation; Homo Sum; Dedalus; Omumua; Resonance; Ad astra.
CD2
Adelante; Ergonomic; Ijo Ki Mba Jo; Monkonious; Villaraspa; To the Masters; China Syndrome; Violeta; Mad for Misha.

Personnel

Roberto Ottaviano
saxophone, soprano
Marco Colonna
clarinet, bass
Giovanni Maier
bass, acoustic
Danilo Gallo
bass, acoustic
Additional Instrumentation

Giorgio Pacorig: Fender Rodhes.

Album information

Title: Resonance & Rapsodies | Year Released: 2020 | Record Label: Dodicilune


< Previous
He & Me

Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Shadow
Lizz Wright
Caught In My Own Trap
Kirke Karja / Étienne Renard / Ludwig Wandinger
Horizon Scanners
Jim Baker / Steve Hunt / Jakob Heinemann

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.