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Quasi sera. Una storia di Tenco di Ada Montellanico, Stampa Alternativa, 2006, euro 15
Per il grande pubblico, la lettura del libro costituisce un’occasione davvero unica per capire a fondo un uomo poliedrico, dietro la cui standardizzata immagine di artista solitario e malinconico c’era qualcosa altro e di più. Lo dimostra un brano poco noto del suo repertorio, ma illuminante per sfatare il modello dell’antieroe decadente propostoci dalla pubblicistica passata. Inciso nel 1965 con l’orchestra del maestro Ezio Leone, “Quasi Sera” presenta un andamento soffuso e delicato, segnato dalla pronuncia solistica di Franco Fantini, allora primo violino alla Scala. Ma all’atmosfera onirica delle melodie fa da contraltare un testo a dir poco anticonvenzionale per quei tempi, che inneggia al “carpe diem” carnale, al vivere un‘avventura amorosa intensa ma casuale, senza pensare ai sensi di colpa ed al domani. E c’è poi la rabbia giovanile di una generazione che ama il rock’n’roll (Fats Domino e Little Richards); l’interesse verso gli autori francesi (Brel, Brassens, Vian); la passione per il jazz (Baker, Konitz, Desmond) che portò Tenco a suonare il sassofono ed incidere nel ’59 una splendida versione di “Love Is Here To Stay”.
La musica quindi come tessuto connettivo di una personalità poliforme, incline a mettersi in discussione attraverso la condivisione di continue passioni. È questo l’assunto di base dell’autrice, che si è avvalsa di uno stile affabulatorio semplice, diretto per sviscerare i percorsi artistici noti e meno noti del cantautore: l’apprendistato musicale all’interno della scuola genovese (Lauzi, Bindi, De Andrè); la poesia; l’esistenzialismo; la protesta politica ed il cinema. Completo e lucido sul piano dell’analisi musicologia, il libro ha il pregio di raccontare molto (fatti e musica) con poco (le parole) nonché di fornire gustosi aneddoti su brani e dischi. Come ciliegina sulla torta, è ad esso allegato un CD interpretato dalla Montellanico, che costituisce la traduzione in musica delle sue riflessioni letterarie.
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