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Odwalla

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AA.VV. Odwalla Tipografia Gianotti pag. 74 Euro 20,00

(disponibile sul sito: www.massimobarbiero.com)

Vent'anni non sono pochi per una formazione jazz, tanto più se italiana e ancora di più se sostanzialmente atipica nella sua composizione. Eppure tanto è il tempo passato dalla fondazione di Odwalla, nato nel gennaio del 1989 e, pur con varie modifiche d'organico, giunto fino ad oggi in piena salute e con sette CD, due DVD e innumerervoli performance alle spalle.

Giusto era dunque festeggiare l'evento, cosa che il leader e anima della formazione, Massimo Barbiero, ha fatto insieme al fotografo Luca D'Agostino - che da anni documenta le gesta di Odwalla con i suoi scatti - attraverso un libro che affianca immagini, descrizioni, brevi commenti, in una forma rapsodica che in qualche modo sembra tener conto della particolarità della musica del gruppo.

Come spiega bene in uno dei brevi testi critici Guido Michelone, e come ribadisce lo stesso Barbiero, Odwalla nasce (e si conserva) a seguito dell'esigenza di usare le percussioni in modo atipico, non confinato negli angusti spazi meramente ritmici loro spesso riservati. Insomma, per suonare brani lirici, come se le percussioni fossero fiati o corde. È per questo che non di rado Barbiero (autore della maggior parte dei brani di Odwalla, anche se poi la messa a punto è pienamente condivisa dagli altri membri) utilizza brani nati per, o comunque suonati anche da, ben diverse formazioni, come Enten Eller, l'altro gruppo "di lungo corso" di cui egli fa parte.

Su questa prima atipicità se ne innesta una seconda, ben nota: da anni, ormai, ai concerti dei gruppo - del quale oltre al leader fanno oggi parte Matteo Cigna, Andrea Stracuzzi, Stefano Bertoli, Alex Quagliotti, Doudù Kwateh, Lamine Sow - partecipano quasi sempre due danzatrici - Cristiana Celadon e Cristina Ruberto - le cui esibizioni esaltano la particolarità del gruppo, rendendo visiva la trasformazione lirica dei ritmi.

Così, un libro come quello realizzato per il ventennale, con la sua scansione cadenzata di foto e commenti (da parte di molti dei critici italiani e da alcuni stranieri) e la cornice di brevi saggi critici (quelli iniziali di Alberto Bazzurro e Michelone, quelli conclusivi ancora di Michelone, che intervista Barbiero, e di Guido Festinese), è probabilmente il modo migliore per render conto della musica di Odwalla, così come della poliforme artisticità dei suoi concerti. Le belle foto di D'Agostino, infatti, riescono a illustrare tanto la vivacità delle danze, tanto i colori dei musicisti e dell'impressionante numero di percussioni che dispiegano nei concerti, con la suggestione che ciò comporta. I saggi illuminano quel che le immagini non possono, e spiegano, introducendo all'ascolto - magari dell'ultimo disco, Medusa, uscito quasi in contemporanea al libro. I commenti, infine, chiosano con l'affetto e l'ammirazione di esperti e appassionati della musica, quasi ritmando il procedere delle pagine. Che si chiudono, giustamente, con la dettagliata discografia della formazione.

Un bel libro - 74 pagine di bella carta in formato 21x21, che rende piena giustizia alle foto - per una bella celebrazione di un gruppo unico. Non si poteva, né si doveva, fare di meno.

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