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Nuove pagine su nuovi suoni
Remix-Remake - Pratiche di replicabilità
A cura di Nicola Dusi e Lucio Spaziante
Meltemi editore - 2006 - 430 pp. - 28 euro
AA.VV.
Millesuoni - Deleuze, Guattari e la musica elettronica
A cura di Roberto Paci Dalò e Emanuele Quinz
Cronopio 2006 - 184 pp - 14.50 euro
Fa estremamente piacere incominciare a trovare anche nel panorama editoriale italiano sulle musiche - penosamente appiattito sul binomio biografia/manualetto, per poi balzare al testo musicologico di specialistica [non]diffusione - le tracce di una riflessione sulle pratiche musicali contemporanee.
Due volumi usciti di recente si segnalano come interessanti strumenti per la comprensione delle forme più nuove dell'espressione sonora [ma più ampiamente di quella mediatica], affrontando a più voci alcune tematiche di stringente attualità, elementi essenziali per una analisi delle pratiche sonore che non sia legata solo a strumenti tradizionali [meglio tardi che mai!]
Il primo volume, edito da Meltemi, Remix-Remake - Pratiche di replicabilità, raccoglie una serie di saggi che riflettono sulle "pratiche di replicabilità" alla base della testualità postmoderna nelle arti, cinema, musica, videogames, televisione. La materia è vasta e articolata e solo una parte dei sedici interventi riguarda strettamente l'ambito sonoro, ma è interessante confrontare i diversi ambiti di applicazione per una disponibilità ancora maggiore di strumenti di comprensione.
Essenziale è, dopo l'esauriente introduzione, il testo di Lucio Spazianti sulla "replicabilità sonora", che affronta le estetiche di manipolazione, remix, campionamento, e fornisce gli elementi per orientarsi in modo agile nelle differenti pratiche. Sempre per restare nell'ambito sonoro, Luca Marconi introduce una tipologia e storia delle cover e Allan Moore approfondisce il tema dell'appropriazione nella musica celtica, ma sono interessantissimi anche altri interventi come quello di Marco Senaldi.
Il cinema, la soap-opera, la televisione con i suoi serial completano un volume denso si spunti, da prendere in mano a più riprese, senza fretta, per assimilare al meglio le infinite interconnessioni e le implicazioni sociologiche e estetiche di queste pratiche in cui siamo, volenti o nolenti, immersi. Essenziale.
Più specifico, ma altrettanto stimolante è il volume che Roberto Paci Dalò e Emanuele Quinz hanno curato per Cronopio e che si dedica all'analisi del rapporto tra il pensiero di Gilles Deleuze e Felix Guattari e la musica elettronica.
Un'influenza, quella di Deleuze e Guattari, tanto evidente quanto spesso fraintesa, o meglio non compresa ma usata come generica chiave di interpretazione di tutta una serie di fenomeni creativi le cui caratteristiche non sono circoscrivibili con i vecchi strumenti analitici.
Grande merito al volume quindi, specie per l'ordine che mette in merito: i meccanismi di territorializzazione e deterritorializzazione, il concetto di rizoma, la perdita di centralità da parte dell'autore, sono solo alcuni dei concetti che vengono qui spiegati in modo chiaro e stimolante, affidandosi a penne esperte come quelle di Christoph Cox o all'esperienza di Guy-Marc Hinant, che con l'etichetta Sub Rosa è stato tra i principali sostenitori del rapporto tra musica elettronica e filosofia di Deleuze, con CD come Folds & Rhizomes for Gilles Deleuze.
E così Achim Szepanski, la cui etichetta - ben conosciuta dagli appassionati di elettronica - si chiama proprio "Mille Plateaux" come il celebre testo dei due filosofi, la testimonianza di Dj Spooky e molto altro in un testo che ci fa comprendere al meglio non solo le posizioni teoretiche di partenza, ma anche perché un vasto raggio di musicisti elettronici, dai Mouse On Mars a Scanner, dallo stesso Dj Spooky a Richard Pinhas, abbiano trovato in quei concetti la chiave per meglio lavorare sulle proprie traiettorie.
Davvero consigliato!
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