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Michel Portal: MP85
ByNaturalmente, tutta questa esperienza è andata a convergere nel suo principale interesse: ha alimentato con dosaggi differenti e sempre originali la sua musica improvvisata, il suo jazz contemporaneo. Una vena di appartata nobiltà e un gusto tutto proprio dell'eccentrico, dell'avventura, della trasgressione, gli hanno permesso di assumere una posizione assolutamente originale nell'improvvisazione creativa europea, un carattere in cui si mescolano gesti spigolosi e disegni di splendida delicatezza, traiettorie oblique e invenzioni etniche. La produzione discografica del musicista aquitano, mai incalzante nella quantità, è però sempre stata molto significativa. Negli ultimi undici anni ha avuto solo tre uscite, quattro se consideriamo Radar, una pubblicazione ibrida che lo vede in parte abbinato al pianoforte di Richie Beirach, in parte con la germanica WDR Big Band.
Ma Baïlador del 2010, Eternal Stories registrato nel 2016 e questo MP85 sono tutti lavori di caratura esemplare. Quest'ultimo, per carattere e modalità, si può bene accostare al primo citato. Però, mentre nel celebrato album del 2010 era riunita una formazione con musicisti europei e statunitensi, tra i quali spiccavano Jack DeJohnette e Ambrose Akinmusire, ora siamo di fronte a un quintetto tutto europeo, che si muove sulla scena già da qualche anno. Collaudati compagni di avventura, quali Bojan Z e Bruno Chevillon, si uniscono ai collaboratori più recenti, il trombonista germanico Nils Wogram e il batterista belga Lander Gyselinck, in una combinazione incantevole dove spicca un ampio ventaglio generazionale, che spazia dai sessantun anni di Chevillon ai trentatré del formidabile batterista.
Se la musica è imperniata sulla fusione timbrica scura, ricca di bagliori e guizzi dei fiati, tra i quali si insinua il lavoro instancabile delle tastiere di Bojan, il segno distintivo è portato dalla continua interazione di tutti gli strumenti, nel gioco tra abbinamenti e spiazzamenti, tra stimoli ritmici e pennellate timbriche. È ciò che ben conosciamo nel lavoro magistrale di Portal, ma che questo quintetto interpreta con costante attenzione alla sorpresa, alla dissimulazione, al contrasto. Il CD si dipana in forma di viaggio, aprendosi con un "African Wind" che in realtà contiene umori caraibici (il ritmo ricorda il calypso), si inoltra nell'atmosfera malinconica che apre "Full Half Moon," che sviluppa poi un crescendo espressivo, prima attraverso il solo del clarinetto basso, poi sull'intervento del trombone, e successivamente in un intreccio ritmico.
Un climax pensoso e dolente impregna "Armenia," con l'intensa esposizione di Portal e il solo ispirato del pianoforte. Arriva poi l'impennata ritmica sostenuta, festosa di "Jazzoulie," simile a tanti episodi di Baïlador, dal procedere multitematico e timbricamente ricco. "Split the Difference" ribadisce il clima vivace, ancora con unisono bruciante di clarinetto basso e trombone, dove le linee si comprimono e si dilatano con brillante osmosi. Una sintonia dei fiati che si ripete spesso, tra l'altro nello splendido tema di "Desertown," con Portal che cesella diegni melodici al clarinetto soprano e Chevillon che si produce in un prezioso scandaglio timbrico con l'archetto, in dialogo con le tastiere. Giunge a chiudere l'album un brano toccante, ispirato ai canti dei Paesi Baschi, dove ancora primeggia il contrabbasso, accanto all'intensità dolente e penetrante del clarinetto basso.
Album della settimana.
Track Listing
African Wind; Full Half Moon; Armenia; Jazzoulie; Mino-Miro; Split the Difference; Desertown; No Hay; Mister Pharmacy; Euskal Kantua.
Personnel
Additional Instrumentation
Michel Portal: B-Flat clarinet, soprano saxophone; Bojan Z: keyboards; Lander Gyselinck: drums.
Album information
Title: MP85 | Year Released: 2021 | Record Label: Label Bleu
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About Michel Portal
Instrument: Clarinet, bass
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