Home » Articoli » Live Review » Miroslav Vitous – Remembering Weather Report

Miroslav Vitous – Remembering Weather Report

By

View read count
Aperitivo in Concerto

Teatro Manzoni - Milano - 08.11.2009

Il grande pubblico associa i Weather Report ai nomi di Wayne Shorter e Joe Zawinul. Al basso elettrico, Jaco Pastorius.

In realtà la formazione originaria della band prevedeva al contrabbasso la presenza di Miroslav Vitous, e la storia che il musicista praghese ci offre sulla nascita e fondazione del gruppo (Shorter che propone a Vitous - con cui aveva già collaborato per l'album Super Nova - il nome di Zawinul per dare vita a un nuovo gruppo) è molto diversa da quella divulgata dallo scomparso folletto viennese, che sostanzialmente vedeva i Weather Report come una sua creazione.

Chissà come sono andate veramente le cose. Comunque sia, nel 1973 Vitous abbandonò i Weather Report. Le sue concezioni musicali erano divenute incompatibili con gli indirizzi dati al gruppo dalla premiata ditta Shorter & Zawinul. Il resto, come si suol dire, è storia.

Da allora sono passati quasi quarant'anni. Zawinul è scomparso. Shorter ha ormai abbandonato completamente le divagazioni elettriche / fusion. Per Vitous è giunto il momento di ripensare alla musica di quegli anni, forse anche di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. In breve, di pubblicare l'album Remembering Weather Report (ECM). Un titolo vagamente ammiccante e indubbiamente fuorviante, che fa pensare ad una operazione nostalgia. In realtà l'album è piuttosto un manifesto (postumo), che mostra quello che i Weather Report sarebbero potuti diventare se le idee musicali di Vitous avessero avuto più spazio.

Compagni di avventura di Vitous in questo progetto, un autentico gigante della musica improvvisata (Michel Portal), un batterista versatile e fantasioso (Gerald Cleaver, nel concerto sostituito da Nasheet Waits), un sassofonista dal fraseggio nervoso e dal sound vagamente garbarekiano (Gary Campbell), ed un grandissimo trombettista legato ad un linguaggio più vicino alla tradizione (Franco Ambrosetti).

Date le premesse, ci siamo avvicinati a questo concerto con aspettative molto elevate, che purtroppo hanno retto solo parzialmente alla prova dei fatti.

Inutile parlare del Vitous strumentista, semplicemente straordinario. Di ottimo livello anche il Vitous compositore. La musica che egli propone oggi è - nella buona sostanza - un nuovo capitolo di quella splendida trilogia che il contrabbassista pubblicò con l'ECM tra il 1979 ed il 1982 (First Meeting, Second Meeting, Journey's End).

Meno convincente è invece il Vitous direttore musicale, che ci ha lasciato con non poche perplessità.

Innanzitutto non condividiamo la scelta di sviluppare gran parte dei brani in modo piuttosto tradizionale (esposizione del tema, soli a rotazione, ripresa del tema e conclusione del brano), senza sfruttare pienamente il potenziale intrinseco di composizioni caratterizzate invece da buona complessità di scrittura.

Trascurabile. Superfluo. Forse addirittura deleterio e controproducente nella sua ingenuità, l'uso dell'elettronica. Ma questo è da sempre (o meglio, da una ventina d'anni a questa parte) il tallone d'Achille dei progetti di Vitous.

E infine - dispiace dirlo, ma in questa giornata milanese è andata così - l'esecuzione è stata imprecisa, con numerose sfilacciature e qualche sbavatura di troppo.

In breve: un concerto che sulla carta si presentava straordinario, è passato senza lasciare tracce significative. Un paio di graziose melodie (con richiami a "Nefertiti," "All Blues," "Autumn Leaves" ed altro ancora), qualche intervento solistico illuminante (Portal e Campbell), ma nulla più. Solo il rimpianto per ciò che sarebbe potuto essere, ma non è stato.

Foto di Roberto Cifarelli.

Ulteriori immagini di questo concerto sono disponibili nella galleria immagini.

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Jazz article: Baku Jazz Festival 2025: Part 2
Jazz article: Jazz and Place: A Symposium and Walking Tour
Jazz article: Kamasi Washington At Golden Gate Theatre

Popular

Read Record Store Day Black Friday 2025 Releases
Read Remembering Jack DeJohnette: Unlimited Imagination
Read Bruce Hornsby: Camp Meeting
Read Joni Jazz, Part 1
Read Baku Jazz Festival 2025: Part 1
Read Claude Debussy on So What
The Blue Note Portal
Claude Debussy on So What
Read Dave Anderson: Plays with Gusto
Read Vilnius Jazz Festival 2025

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.