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Patricia Brennan: Of the Near and Far

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In un paio d'anni, Patricia Brennan è balzata ai vertici del jazz più innovativo. Se già il magistrale e pluripremiato Breaking Stretch (Pyroclastic Records, 2024) era un salto avanti rispetto ai precedenti More Touch (Pyroclastic Records, 2022) e Maquishti, stavolta la vibrafonista d'origine messicana presenta un'opera ancor più sorprendente, cambiando organico in un'esplorazione ambiziosa e audace.

«Sono sempre stata affascinata dal cielo e dalle stelle—dice la Brennan. Se guardi attentamente, tutto può essere collegato attraverso forme geometriche. Ho sviluppato la curiosità di sapere come avrei potuto tradurre (quelle costellazioni) in musica allo stesso modo in cui in passato ho tradotto numeri in strutture ritmiche». Nell'estate del 2024 ha sperimentato un metodo per trasformare le costellazioni in strutture musicali, sviluppando un processo in cui sovrapponeva le loro forme geometriche al cerchio delle quinte.

Qualcuno potrebbe temere un risultato monotono o cerebrale ma il lavoro della Brennan è ancora una volta avvincente e immaginifico, un'esplorazione d'avanguardia dai tratti originali. Il merito è condiviso con i creativi partner dell'ensemble, costituito da un combo jazz e un quartetto d'archi: nel primo troviamo Patricia Brennan al vibrafono, marimba ed elettronica, Sylvie Courvoisier al pianoforte, Miles Okazaki alla chitarra, Kim Cass al contrabbasso, John Hollenbeck alla batteria e percussioni, Arktureye all'elettronica. L'organico è diretto da Eli .

Le costellazioni considerate nelle composizioni omonime sono "Antlia," "Aquarius," "Andromeda," "Citlalli," "Lyra," "Aquila." A queste la Brennan aggiunge "When You Stare into the Abyss," un brano ispirato da una frase di Nietzsche, che riflette sulla natura travolgente dell'universo, sul futuro inconoscibile e il vuoto esistenziale.

Ogni brano nasce anche da una riflessione sugli aspetti storici, antropologici e spirituali che l'umanità ha attribuito alle costellazioni e il modo con cui Patricia Brennan lo traduce in musica è esemplare. Prendiamo ad esempio il brano d'apertura, "Antlia" che si riferisce all'omonima costellazione scoperta nel 1700 dall'astronomo francese Nicolas-Louis Lacaille, che gli ha dato il nome per celebrare la macchina per creare il vuoto. La dimensione meccanica è tradotta in persistenti schemi ritmico-melodici sovrapposti (un groove ipnotico ammaliante), su cui fluttuano la chitarra di Okazaki, le frammentazioni ritmiche di Hollenbeck e il vibrafono dalla leader.

Soluzioni esaltanti sono racchiuse in ogni brano. Dopo l'incantevole "Aquarius" che traduce melodicamente il fluire dell'acqua, il tumultuoso "Andromeda" ha un andamento melodico a spirale che riflette la forma della costellazione. A seguire abbiamo la collettiva improvvisazione elettroacustica di "Citlalli" e la metricamente complessa quanto radiosa "Lyra," dove s'incontano avanguardia afroamericana e classica contemporanea. Concludono l'album il cameristico e astratto "Aquila" e l'esplorativo "When You Stare into the Abyss." Quest'ultimo è un visionario percorso elettroacustico che si dilata nello spazio con lentezza austera in un terreno tipico del minimalismo anni settanta.

Album della settimana.

Track Listing

Antlia; Aquarius; Andromeda; Citlalli; Lyra; Aquila; When You Stare Into the Abyss.

Personnel

Patricia Brennan
vibraphone
Josh Modney
violin
Pala Garcia
violin
Kim Cass
bass, acoustic
Arktureye
electronics
Eli Greenhoe
composer / conductor

Album information

Title: Of the Near and Far | Year Released: 2025 | Record Label: Pyroclastic Records

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