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Luca D'Agostino - Tirait!
Discoteca Regionale FVG (Osoppo, 2006)
Di origini milanesi, ma da sempre residente in Friuli, Luca D’Agostino ha iniziato a fotografare da giovanissimo, e non ha più smesso. I risultati oggi si vedono, perché Luca (che comunque giovane lo è ancora) è uno dei più apprezzati e accreditati fotografi del jazz in Italia, e i suoi lavori non compaiono solo sulle più importanti riviste italiane e straniere, ma anche sulle copertine delle maggiori label europee, a cominciare da quella forse più prestigiosa (e da sempre caratterizzata dalla sofisticata selezione delle immagini) - la ECM di Manfred Eicher.
Era perciò nell’aria che Luca D’Agostino presentasse in un libro una selezione dei suoi scatti e - visto il suo forte, personale legame con la terra in cui vive, nella quale è vivissimo il fermento del jazz - non era inatteso che questa includesse un gran numero di immagini della vita musicale locale. Così come è infatti accaduto.
Il legame con i luoghi friulani compare in tutta evidenza fin dal titolo del volume: Tirait! è infatti parola del dialetto friulano, che significa “tirate”, e sta scritta sulla porta della Discoteca Regionale del Friuli Venezia-Giulia, splendida realtà che si è proposta di conservare tutto il materiale reperibile sulle attività musicali della regione, la stessa che ha commissionato a D’Agostino il lavoro. Il senso, come spiega nella sua introduzione Flavio Massarutto (giornalista al quale la vivacità musicale della zona deve non poco, clicca qui per leggere la recensione del suo libro Note di frontiera e qui per quella del suo lavoro su Jazz e fumetto), è che «per incontrare la musica creativa bisogna compiere un atto di volontà». “Tirait”, dunque, anche per entrare nel libro fotografico di D’Agostino.
Riassumere un album di oltre cento scatti, ovviamente, non è possibile. Va osservato che, con una scelta forse dettata dall’economia, ma che ha anche il sapore di una presa di posizione “politica”, il libro non è né a colori, né di grandi dimensioni (20 x 14), né su carta patinata. Si potrebbe storcere la bocca, ma forse è meglio prima dargli un’occhiata, perché le foto non ne risentono affatto.
Forse sarà perché molti scatti sono stati fatti nelle pause (come quello in copertina, con Anja Lechner e Dino Saluzzi nello studio di registrazione - ovviamente friulano - di Artesuono, a Cavalicco), o in locali formalmente di seconda scelta (come il Bourbon Street di Torviscosa, protagonista delle foto più “antiche”, risalenti al 1992), ma musicalmente di primissima (Rava, Maier e Cojaniz, gli Area, sono tra i ritratti), o forse sarà proprio perché vi viene rappresentato un mondo, quello del jazz, che non vive di lussi e patinature, e perché la sua rappresentazione ha anche un senso storico, procedendo cronologicamente dal ’92 fino al febbraio di quest’anno.
Forse, infine, l’assenza di lustrini e paillette non si sente perché quel che va in scena è un mondo umano: quello dei musicisti, con i quali Luca ha un rapporto caloroso, spesso di profonda amicizia. E lo si vede bene dalle pose in cui essi si lasciano (talvolta volutamente) ritrarre: ricche di humor e autoironia, come nel caso di Salis che mostra la lingua all’obbiettivo, di Anouar Brahem e Anja Lechner seduti in mezzo alla strada, o dell’intera formazione di Belcanto impegnata in una... minzione di gruppo contro un muro!
Ovviamente, questo non significa affatto che manchino le foto “belle”, che anzi vengono esaltate dal bianconero e dalla relativa opacità della stampa. Ogni citazione è del tutto soggettiva, ma certo l’intensa espressione di Michel Portal, su sfondo scurissimo e taglio radicale dell’inquadratura, o le immagini di Giovanni Maier e Massimo De Mattia “diabolicamente” trascinati nella direzione della Phophonix Orchestra, sono splendide.
Così come non mancano scatti provenienti da fuori del Friuli, anche se forse non è del tutto un caso che molte di essi documentino momenti in terra di Sardegna, altra realtà regionale particolarissima e altrettanto ricca di fenomeni musicali e umani originali e preziosi.
È solo che, ci sembra, non solo l’essenza del libro, ma anche dell’intera poetica di Luca D’Agostino e forse persino della sua stessa persona, è l’umana passionalità, che lo mantiene sempre vicino al pulsare delle anime dei protagonisti, gli permette di coglierne i magici momenti salienti, ma si evidenzia nella sua intimità soprattutto nella rappresentazione, appunto, dei momenti più appassionati delle relazioni umane. Che qui coronano il lavoro, dato che la parte finale include alcune vibranti, sentite e spesso ironicissime dediche dei musicisti stessi a Luca, sempre descritto ben più come persona che, più banalmente, come “fotografo”.
Il libro può essere richiesto alla Discoteca Regionale FVG, piazza Vittorio Veneto 1, 33010 Osoppo (UD)
Sito Internet di Luca D’Agostino: www.ldafoto.it
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