Lars Danielsson: Liberetto

E che si tratti di un album maiuscolo lo si intuisce fin dalla traccia d'apertura "Yerevan," dove in soli due minuti si determina un'ampiezza di suono notevole, tradotta con toni limpidi, sinceri e che colpiscono l'emozione dell'ascoltatore. Sensazioni confermate anche nella successiva "Liberetto," nella quale il pianismo delicato di Tigran sviluppa melodia leggera e levigata, che si lascia cantare con semplicità e disinvoltura, rimanedo ben impressa nella mente. Non ci sono ammiccamenti nella musica della band, ma solo la splendida voglia di mettere insieme, in maniera lineare, un percorso che non prevede ostacoli e soluzioni improvvise. Il jazz lascia spazio a un'intenzione dal carattere classico, inteso come idee messe in ordine rigoroso, pronte ad essere ammorbidite dagli interventi del leader e dalla chitarra di John Parricelli.

Tra i momenti meglio riusciti va messa la sorniona "Party on the Planet," dalla quale traspare netta l'idea di gruppo, nel senso di movimento d'insieme, nel quale ogni elemento contribuisce con il proprio feeling, senza sovrastare gli altri.

Tutto scorre, ed è un piacere autentico.

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