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Lennie Tristano - il profeta incompreso
di Franco Fayenz e Riccardo Brazzale.
Stampa alternativa - Nuovi equilibri, Viterbo 2006.
Pagine 146 + 1 Cd, euro 18.
Anticipando le auspicabili celebrazioni per il trentennale della morte di Tristano, che cadrà nel 2008, questo libro riprende con poche varianti il testo di Franco Fayenz già edito dalla stessa casa editrice nel 1995, a cui viene aggiunta un'approfondita analisi di Riccardo Brazzale, inedita e preponderante.
La ricostruzione da parte di Fayenz della carriera del pianista fino al 1965 viene interpolata dai propri ricordi dei vari incontri avuti con lui: nel novembre 1965 in occasione dei concerti a Milano e Padova, poi nel novembre 1976 e luglio 1977 nell'abitazione newyorchese di Tristano. Questa memoria autobiografica, quasi sempre lucidissima e solo a tratti velata dalla nostalgia, costituisce la parte più toccante: risulta evidente che l'autore ha nutrito una sorta di venerazione (comprensibilissima) nei confronti del jazzista. In particolare viene riportata integralmente l'intervista ottenuta nel 1977, dalla quale emerge la visione del pianista, personale e su alcuni aspetti intransigente.
Peccato che non venga riproposta la foto che pochi mesi prima Fayenz era riuscito a "rubargli" a sua insaputa con uno scatto furtivo. Una foto che a suo tempo fece il giro del mondo, per certi aspetti più rivelatrice dell'intervista stessa: il viso gonfio, con la barba e i capelli lunghi, documentava un Tristano depresso e rinunciatario; ormai da anni infatti aveva ridotto a zero le sue apparizioni pubbliche.
La parte di Brazzale segue passo passo l'attività musicale del pianista, della quale, senza trascurare il contesto storico e culturale in cui essa si è sviluppata, vengono innanzi tutto affrontati gli aspetti estetici. Si chiarisce per esempio la consapevole evoluzione dal bop al cool: come fra l'altro ha affermato il pianista in un'intervista pubblicata da Metronome nel 1947, "i boppers hanno messo da parte l'improvvisazione collettiva: forse il prossimo passo, dopo il bebop, sarà l'improvvisazione collettiva su un piano molto più elevato". Sembra quasi che volesse anticipare l'innovativa sperimentazione di Digression e Intuition.
Talvolta, soprattutto per chiarire alcuni nodi cruciali dell'evoluzione stilistica di Tristano e più in generale del jazz, Brazzale si addentra con molta competenza nelle peculiarità della tecnica musicale; tuttavia l'autore non dimentica mai gli aspetti più prettamente umani. Cerca di chiarire in particolare il ruolo di didatta, quasi di guida spirituale, sostenuto per oltre un trentennio da colui che per molti era "il maestro": il suo insegnamento tendeva soprattutto a sollecitare una ricerca musicale autonoma e rigorosa, svincolata dai condizionamenti tipici dell'ambiente jazzistico.
Al libro è allegato un CD contenente ventidue brani incisi fra il 1945 ed il 1955: nulla di inedito ovviamente, ma l'esemplare selezione racchiude le tappe più significative degli esordi e dell'affermazione internazionale del pianista.
Dai testi del libro e dalle tracce del CD risulta un ritratto a tutto tondo del grande Tristano; viene così evidenziata la perfezione di un processo creativo in cui all'abissale profondità dei contenuti corrispondeva una forma del tutto adeguata.
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