Home » Articoli » Book Review » Lee Morgan - His Life, Music and Culture

1

Lee Morgan - His Life, Music and Culture

By

View read count
Lee Morgan - His Life, Music and Culture

di Tom Perchard

298 pp.

Equinox Publishing

Si deve al giornalista Tom Perchard, appena poco più che trentenne firma di The Wire e all'esordio librario, questo splendido lavoro sulla figura del trombettista Lee Morgan, una biografia che è molto più di una semplice storia della tumultuosa vita del jazzista di Philadelphia.

In questo lavoro infatti Perchard sembra avere trovato un magico equilibrio tra la narrazione dei fatti, l'inserimento delle testimonianze dirette dei tanti colleghi e amici intervistati [la lunga lista va da Amiri Baraka a Reggie Workman, passando per Benny Golson, Billy Harper e molti altri] e la continua dialettica con il contesto artistico, sociale e politico in cui Morgan si trovò a vivere.

Stupisce per misura e efficacia il modo in cui l'autore tratta ad esempio gli aspetti più crudi [e per questo potenzialmente più "appetibili" per facili agiografie di qualsiasi segno] della vita di Morgan, dal pesantissimo rapporto con la tossicodipendenza fino alla tragica fine allo Slugs' per mano [armata] della compagna. Perchard non calca mai la mano su ciò che non è essenziale, ma riesce lo stesso a dire cose che solitamente si omettono o che vengono graziosamente adombrate, come lo strettissimo rapporto tra le sedute di registrazione e le necessità "tossiche" [chi ha il mito "immacolato" della Blue Note e dei suoi artisti potrebbe rimanere davvero male a leggere alcuni passaggi del libro].

Scegliendo un soggetto come Lee Morgan, l'autore compie già un "atto" importante: il trombettista è infatti una figura ideale per delineare al meglio le contraddizioni e le vicende a cavallo tra gli anni Cinquanta e i primi Settanta: a partire dall'infanzia a Philadelphia, passando per le prime collaborazioni con la Big Band di Dizzy Gillespie, per poi approdare - croce e delizia - alla corte di Art Blakey e dei suoi Jazz Messengers di cui sarà per anni uno dei simboli, la vita di Morgan si intreccia con un mondo del jazz che corre a velocità spaventosa, che esplode di talenti e di terribili miserie umane, in cui la creatività e la furbizia vanno a braccetto.

Dopo una lunga lontananza da New York - dove gli avevano spaccato tutti i denti e non gli conveniva rimettere piede tanto presto - Morgan torna nel 1963 e azzecca quel "terno al lotto" che è The Sidewinder, con tutto ciò che questo comporta: il grande successo, la dilaniante tensione tra ripetere quello che il pubblico vuole e esplorare nuovi terreni, l'avere un ruolo di campione di vendite in un momento in cui il jazz comincia a declinare.

Interessantissima è la parte dedicata agli ultimi anni della vita del trombettista, anni di progressivo avvicinamento alle istanze politiche e sociali della gente nera [cui sono dedicate pagine non banali e ricche di aneddoti e testimonianze], di contraddittorie condotte personali e artistiche, fino appunto al tragico epilogo, cui si arriva però con un quadro di Morgan, della sua compagna [più vecchia di 13 anni] Helen Moore, del ruolo di entrambi, che ci dà dell'evento una profondità assai diversa dal classico assunto "ucciso dalla fidanzata gelosa".

Anche dal punto di vista musicale il libro di Perchard, pur senza dilungarsi in analisi troppo specialistiche che ne avrebbero frenato la leggibilità, fornisce spunti e contributi molto interessanti, inquadrando lo sviluppo globale del jazz secondo i più aggiornati strumenti musicologici e tratteggiando le caratteristiche del suono di Morgan con grande pertinenza. Vengono così "svelati", ma sarebbe più appropriato dire che vengono correttamente contestualizzati, i vari "trucchetti" del trombettista, tanto amati dagli appassionati di hard-bop e lo sviluppo dello stile di Morgan trova un onesto [ri]dimensionamento.

Unico appunto che si può fare al libro è, a questo punto, la mancanza di una discografia ragionata: vero è che lo spirito dell'autore tende a rifuggire le ansiose "coperte di linus" degli appassionati, ma un riferimento più schematico alla produzione musicale di Morgan non sarebbe stato male. Comunque un lavoro importante per molti motivi, godibilissimo, intelligente, tutto da leggere e da consultare. Must!

Tags

Comments


PREVIOUS / NEXT




Support All About Jazz

Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who make it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

Go Ad Free!

To maintain our platform while developing new means to foster jazz discovery and connectivity, we need your help. You can become a sustaining member for as little as $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination vastly improves your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Jazz article: Brotzman: In My Focus
Book Review
Brotzman: In My Focus
Jazz article: U2: Until the End of the World
Jazz article: Listening: Music, Movement, Mind

Popular

Read Record Store Day Black Friday 2025 Releases
Read Joel Frahm Trio At Magy's Farm
Read Remembering Jack DeJohnette: Unlimited Imagination
Read Bruce Hornsby: Camp Meeting
Read Joni Jazz, Part 1
Read Baku Jazz Festival 2025: Part 1
Read Claude Debussy on So What
The Blue Note Portal
Claude Debussy on So What

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.