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Jeroen Kimman

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1. Puro Huayno, Antologia de la musica Peruana (Wisepack ltd, 2000).
È da qualche anno che sono innamorato della musica Hauyno dalla Bolivia e dal Perù a tal punto che devo sforzarmi per ascoltare qualcosa d'altro, in pratica sono dipendente. Musica con un proprio linguaggio e con una componente ritmica difficile da tradurre. Questa compilation la sto ascoltando da più di un anno e passa dalla musica più tradizionale a quella più selvaggia con unisoni di sassofoni e batteria elettronica, e non c'è un pezzo meno che buono.

2. George Barnes, The Complete Standard Transcriptions (Soundies, 2016).
Se dovessi dire il mio chitarrista preferito a bruciapelo la scelta cadrebbe su George Barnes. Può essere ascoltato in un milione di dischi dagli anni tenta agli anni settanta e probabilmente è stato il primo chitarrista elettrico. È sorprendente la qualità presente in qualsiasi tipo di musica suonata nel corso di questi decenni. Originale, esaltante e sempre con tonnellate di swing e tecnicamente eccellente. E mi piace tantissimo anche come arrangiatore.

3. Burt Bacharach, The Look of Love: the Burt Bacharach collection (3 CD) (Rhino, 2000).
Una collezione delle prime canzoni, la maggior parte R&B e soul, ma con il tocco inconfondibile di Bacharach. Le orchestrazioni sono lussureggianti in modo ideale. Ed è davvero consolante sapere che condivide ancora il pianeta con noi!

4. Broadcast, Haha Sound (Warp, 2003).
Ho scoperto i Broadcast guardando "Berberian Sound Studio" di Peter Strickland, forse il mio film preferito, del quale sono stati autori di una fantastica colonna sonora. Gli altri loro album sono molto originali ed eleganti. Benché abbiano attinto al meglio dagli anni sessanta, questa è assolutamente musica del nostro tempo e grande fonte di ispirazione, sia musicalmente che per il meticoloso lavoro di produzione. È una tragedia che Trish Keenan, uno dei membri di questo duo, sia morta a 42 anni.

5. Lennie Tristano, Lee Konitz, Warne Marsh The Complete Atlantic Recordings (Mosaic Records, 1997).
Allenamento mentale. Al quale ricorro regolarmente. Lee Konitz e Warne Marsh sono fantastici, naturalmente, ma l'immaginazione di Tristano semplicemente mi mette KO. Mi piacerebbe aver più tempo per studiarlo ma è un rapporto complicato quello con la sua musica forse perché non ne sono all'altezza.

6. Los Zafiros, Bossa Cubana (World Circuit, 1999).
Candidato a miglior album di tutti i tempi per il suono (o per il miglior riverbero), credo sia stato registrato a metà degli anni sessanta nei famosi Estudios Areito in Avana. Una visione cubana del Doo-wop e molto altro, voci strepitose, chitarre fantastiche, grandi canzoni.

7. The Caretaker, Everywhere at The End of Time-Stage 2 (Story always favours the winners, 2017).
Uno straordinario musicista elettronico che in questo progetto affronta il concetto di demenza trasformando registrazioni di musica da ballo anni trenta in qualcosa di unico e originale, nostalgico, melanconico, qualità che mi hanno sempre attirato nella musica. Senza dubbio adoro le versioni originali e vorrei tanto capire la magia della loro rielaborazione ma ancora una volta la cosa divertente è che non riusciamo capire come sia accaduta.

8. The Three Suns, Movin' n' Groovin' (RCA Victor, 1962).
Mi domando come sia possibile che col passar del tempo i The Three Suns siano stati dimenticati, nonostante la fama raggiunta tra gli anni '40 e '60. Pubblicarono una dozzina di album meravigliosi e questo mi piace particolarmente. Al punto d'incrocio tra exotica, space-age e novelty-songs, questa musica proviene da un'epoca nella quale le star avrebbero dovuto essere gli arrangiatori, impegnati a far accadere qualcosa di nuovo ogni tre secondi per evitare che qualcuno si annoiasse. Freneticamente intenso, dal suono pazzesco e swingante , sono praticamente certo che sia stato la principale ispirazione del mio ultimo album.

9. Ennio Morricone, Psichedelico Jazzistico (Cherry Red Records, 2004).
La miscela personale di sperimentazione e kitsch che contraddistingue la musica di Morricone mi ha aiutato molto a coltivare la mia sfrontatezza compositiva, che è un chiaro modo egoistico di soddisfare e sorprendere le mie orecchie... Questo album è tutto fantastico anche se il brano "L'assoluto naturale" spicca per essere la colonna sonora più Proustiana di sempre.

10. C.W. Stoneking, Gon' Boogaloo (King Hokum Records, 2014).
Al primo ascolto mi è sembrato un album retro, vecchio stampo, poi lentamente sono emerse un sacco di preziosità. Meravigliosi chitarra e canto, esibiti con incredibile rilassatezza, giustificabile solo con anni e anni di duro lavoro e da una meticolosa attenzione al suono. E tutto funziona alla grande...

Foto: Raymond van Mil

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