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Horizons Touched - The Music of ECM

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Horizons Touched - The Music of ECM

di Steve Lake e Paul Griffiths

448 pp.

Granta Books

Da quasi quarant'anni la ECM unisce e divide al tempo stesso il mondo della musica.

In molti la amano per aver dato loro la possibilità di apprezzare il jazz attraverso una chiave più melodica ed europea, altri la snobbano per le caratteristiche troppo estetitizzanti e glamour.

Sfogliando le pagine di "Horizons Touched" si apprezza subito lo spessore artistico e l'estetica dettata dal patron Manfred Eicher.

Il libro è bello e ben confezionato. Al suo interno tantissime immagini tratte da registrazioni in studio, copertine e racconti, o interventi di note penne del mondo della musica e non.

Dopo una breve introduzione di Steve Lake si passa alle musiche per i film di Godard, quindi a una breve storia dell'etichetta e, finalmente, alla musica: "il jazz europeo", "l'idea del nord", Jan Garbarek, John Potter (dell'Hilliard Ensemble), i musicisti della scena colta contemporanea come Arvo Part, Gavin Bryars, Heiner Goebbels, Luciano Berio, per un numero complessivo di pagine 448 pagine.

Molto simpatica l'idea dell'interno di copertina dove come nei titoli di coda di un film si vedono scorrere i nomi di tutti coloro che hanno partecipato in questi 40 anni di storia, due pagine piene di artisti. Si parte da Jack DeJohnette per arrivare a Louis Sclavis passando per Bill Frisell, Keith Jarrett, Luciano Berio, Eduard Vesala, Zakir Hussain, Don Cherry, Meredith Monk - per citarne solo alcuni in modo casuale e non per importanza.

Grazie alle tante foto sembra di assistere a un film sull'universo musicale transculturale a cui la ECM ha dato vita in questi anni fatto di tanto Nord Europa, di incontri e contaminazioni tra mondi lontani (Garbarek, Gismonti, Haden - Norvegia, Brasile, USA, il Batagraf del norvegese Jon Balke con le percussioni africane di Miki N'Doye), del recupero della tradizione musicale (Anouar Brahem e Lena Willemark), della Grecia di Tsabropulos, Savina Yannatou e Eleny Karaindrou (autrice delle musiche per i film di Theo Angelopulos) e dello straordinario catalogo di compositori colti contemporanei (Bryars, Part, Schiff, Kremer, ecc.).

Infine qualche considerazione sull'importanza e il ruolo che hanno ricoperto in questi 40 anni di storia Manfred Eicher e la sua creatura.

Anche i più accaniti oppositori non possono negare la quantità di talenti portati alla luce.

Probabilmente gran parte di loro, con etichette meno influenti, avrebbero dato vita a opere più creative e spontanee, ma difficilmente sarebbero stati distribuiti in tutto il mondo. Esempi concreti in Italia sono Rava, Bollani e Trovesi: l'animo scherzoso e "guascone" degli anni che questi artisti hanno trascorso alla Label Bleu, Egea, Enja, hanno avuto una eco molto minore che quelli del loro periodo ECM. Lo stesso dicasi per Henriksen, Eilertsen, Seim e altri norvegesi che in patria hanno dato vita a cose meno perfette e mai arrivate in Italia, ma più creative.

La ECM, pur limitante per certi versi, è stata però determinante perché ha reso possibili cose impossibili.

In conclusione, "Horizons Touched" è un libro che consiglio caldamente, anche se all'apparenza può apparire un po' patinato, lo spaccato che ne esce è bello e appassionante, ma soprattutto unico (purtroppo non è stato tradotto ed è rigorosamente in lingua inglese).

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