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Franco Bergoglio: Magazzino Jazz
di Franco Bergoglio
Mobidick Editore
È evidente sin dal titolo, l'azzeccatissimo "Magazzino Jazz," che siamo di fronte a un libro di sicuro interesse. Magazzino inteso non tanto come italianizzazione dell'inglese (o francese, si dice allo stesso modo) magazine, ma come traduzione della bellissima parola, di origine araba, con cui si indica un deposito pieno di cose, oggetti disparati; da questo magazzino, allora, l'autore recupera scritti d'occasione (ma certo di prezioso valore, e non merce di svendita!), in gran parte già pubblicati, affinché il loro accostamento sia capace di indicare un modo di riferirsi e rapportarsi al jazz con leggerezza: la stessa con la quale Muhammad Alì volteggiava sul ring prima di sferrare i suoi colpi poderosi, e spesso definitivi.
Proprio la boxe, e il suo rapporto col jazz, è uno degli argomenti che Bergoglio recupera dal magazzino, illustrandone, con rapidità e ottima scherma, i gangli principali, raccontando aneddoti e collocando, con grande precisione e vividi particolari, molti celebri artisti a bordo di un ring, reale o ideale. Altri argomenti affrontati nel corso del libro sono i collezionisti, la mania delle classifiche, una bella rilettura di varie versioni di "My Favorite Things" di John Coltrane, un'intervista a Valery Ponomarev, che racconta come riuscì a fuggire dall'Unione Sovietica per unirsi al suo mito, Art Blakey, e altro ancora.
Un volume, quindi, di dimensioni contenute, capace di regalare una lettura interessante, mai pedante, veloce e rapida, come un buon assolo. Se avete letto "Jazz! Appunti e note del secolo breve" (Costa & Nolan) sarete in grado di cogliere la differenza di scrittura: quando ha tempo, e spazio, per affrontare un argomento, Bergoglio ci gira intorno e lo spolpa come uno squalo, navigando a vista in una erudizione coinvolgente e efficace. Nel breve, il passo a volte si fa più frettoloso, e si resta con l'acquolina in bocca.
Nota di merito, infine, anche per Mobydick: l'editore faentino ha un catalogo riconoscibile come una vera e propria oasi di intelligenza e creatività.
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