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Francesco Bigoni
ByQuesto gira spesso nel mio lettore. Musica liberissima e dirompente.
Sono un cultore dell'universo ornettiano, e, se devo scegliere il disco della mia vita, probabilmente è questo. Cherry entra ed esce dai temi delle due suite mostrando un invidiabile senso della forma, mentre un giovanissimo Gato Barbieri suona ai suoi massimi livelli.
02. Tim Berne - Fractured Fairy Tales (JMT - 1990)
Uno dei dischi preferiti del mio amico Zeno De Rossi, fonte inesauribile di ispirazione e consigli di ascolto. Un supergruppo, con uno Herb Robertson (anche alla voce!) stellare. E' forse il primo (e riuscito) momento di sintesi della scrittura berniana, registrato negli anni Ottanta, ma con un piede ben affondato nei Novanta!
03. Julius Hemphill - Dogon A.D. (Freedom - 1972)
Misconosciuta opera prima di uno dei musicisti di fondamentale influenza sulla scena jazzistica contemporanea (si pensi al sopracitato Tim Berne, ma anche a Bill Frisell, e a tanti altri). Un capolavoro che meriterebbe maggiore attenzione. Non riesco a togliermi dalla testa il brano che dà il titolo al disco, un felicissimo esempio della scrittura orizzontale di Hemphill.
04. Parrini/Botti/Maiore/Maier - La mala afinacion (Palomar Records - 2006)
L'amico Giovanni Maier mi ha omaggiato di una delle recenti uscite della sua Palomar Records. Si tratta di un quartetto d'archi atipico per strumentazione (c'è il contrabbasso, e un solo violino), ma soprattutto perché è costituito da quattro valenti improvvisatori, qui alle prese con brani di loro stessa composizione e alcune improvvisazioni totali. Notevole.
05. Tom Waits - Orphans (ANTI - 2006).
L'ultimo disco di Waits non ha bisogno di presentazioni. Trovo il disco di ballad, "Bawlers", particolarmente emozionante.
06. Ellery Eskelin/Andrea Parkins/Jim Black - Arcanum Moderne (Hatology - 2003)
Ellery Eskelin è una delle voci più interessanti nel panorama sassofonistico contemporaneo, nonché lucidissimo improvvisatore. Il suo trio con Parkins e Black - dall'approccio, direi, decostruzionista - riesce a sorprendermi ad ogni ascolto.
07. Sex Mob - Dime Grind Palace (Ropeadope - 2003)
E' uno dei miei gruppi preferiti. La ritmica Scherr/Wollesen è tra le migliori che posso immaginare. Tra gli ospiti del disco, un Roswell Rudd come sempre in forma smagliante.
08. Robin Holcomb - The Big Time (Nonesuch - 2002)
Amo la voce della compagna di Wayne Horvitz, nonché le sue sortite da pianista e compositrice.
09. Dave Douglas - Songs For Wandering Souls (Winter & Winter - 1999)
Uno dei musicisti che ammiro di più per la coerenza e la determinazione con cui ha saputo costruirsi la propria cifra. Sono particolarmente affezionato a questo disco di "canzoni" del Tiny Bell Trio, perché è uno dei primi di Douglas che ho ascoltato.
10. Gopal Krishan - Inde du Nord / Dhrupad et Khyal (Ocora/Harmonia Mundi, 1996)
Maestro pluristilista indostano, Gopal Krishan è un virtuoso della vina, ma potrebbe essere a buon titolo scambiato per un poeta statunitense della lap steel guitar!
Foto di Claudio Casanova
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