Home » Articoli » Interview » Ferdinando Romano: Una Collaborazione Naturale con Ralph Alessi

4

Ferdinando Romano: Una Collaborazione Naturale con Ralph Alessi

By

Sign in to view read count
Il Totem rappresenta una sintesi nuova, espressa nell'atto creativo che dà forma alla mia personalità
Per il suo debutto discografico da leader con il disco Totem, registrato per l'etichetta norvegese Losen Records, il giovane musicista Ferdinando Romano sceglie di formare un settetto con la presenza come ospite di Ralph Alessi, uno degli artisti di punta della scena creativa newyorchese, grazie a collaborazioni con musicisti del calibro di Steve Coleman, Ravi Coltrane e Uri Caine. Una prova non priva di insidie, che il contrabbassista fiorentino ha superato in maniera brillante, regalandoci un lavoro caratterizzato da un suono denso, ricco di alterne suggestioni tra modal jazz, musica contemporanea, sfumature classiche e invenzioni melodiche. Il progetto evidenzia la notevole capacità di Ferdinando Romano di equilibrare i ruoli dei singoli strumentisti coinvolti, sottolineandone i peculiari suoni-timbri, da ricondurre alle esperienze con l'Orchestra Nazionale dei Conservatori Italiani e la Swiss Jugend Symphony Orchestra, e come compositore di opere da camera e orchestrali.

Nell'intervista che abbiamo realizzato a Ferdinando Romano e Ralph Alessi il contrabbassista inizia parlandoci proprio del suo approccio alla composizione, nella quale gli elementi fondamentali si ritrovano nella capacità—ci spiega—"di disegnare delle linee che danno forma a una parte importante dell'armonia di un brano, senza perdere di vista la ricerca di un groove con la giusta spinta ritmica. Quando compongo raramente utilizzo il contrabbasso. Piuttosto mi metto al pianoforte, butto giù delle idee trascrivendo degli appunti su un taccuino per l'arrangiamento, che poi sviluppo su carta o al computer."

Si percepisce un'atmosfera irreale, a tratti sospesa nella sequenza degli otto brani presenti nel lavoro discografico, tutti a firma di Ferdinando Romano, riconducibile al concetto di totem che dà titolo al disco. Una scelta ispirata—come ci racconta lui stesso —"dalla lettura del romanzo Wolf Totem dello scrittore cinese Jiang Rong. Nel romanzo il popolo di pastori della Mongolia si immedesima nelle qualità del lupo che rappresenta per loro un totem, in cui ritrovare l'equilibrio dell'intero ecosistema. Per gli artisti questo totem potrebbe rappresentare i punti di riferimento musicali, scaturiti dalle proprie esperienze e storie personali. Per me, il totem non rappresenta solo la somma delle parti del mio percorso ma una sintesi nuova, espressa nell'atto creativo che dà forma alla mia personalità."

Per Ralph Alessi l'idea di totem racchiude in sé il significato del "suonare come collaborazione naturale"—e continua—"questa esperienza con Ferdinando, come molte altre, è stata un modo come musicista di cambiare, sperando di aver fatto altrettanto per lui. Noi ci salutavamo chiedendoci come stavano le nostre famiglie, quali erano le nostre opinioni sul mondo, sulla situazione politica o qual era la nostra opinione riguardo ai film di Stanley Kubrick e così via, ma queste conversazioni avvenivano inconsciamente attraverso il suono, che è una lingua astratta. Un modo di comunicare che a me piace molto.

Interessante il connubio, non molto frequente in ambito jazz, fra vibrafono e pianoforte all'interno del settetto, dettata come ci confessa il contrabbassista—"dalla stima che provo nei confronti di Nazareno Caputo e Manuel Magrini, in particolare per la loro sensibilità artistica. Avevo provato i brani con ognuno di loro singolarmente e, piacendomi entrambi i loro approcci alle composizioni, ho deciso in seguito di farli suonare insieme. Ho lavorato sugli arrangiamenti in modo tale da evitare sovrapposizioni, lasciando comunque una discreta libertà ai due musicisti che sono riusciti ad integrarsi a perfezione. Questa unione tra pianoforte e vibrafono mi ha permesso di creare dei colori particolari, cosa che è evidente, ad esempio, nell'inizio del quarto brano del disco, "Curly," nel quale l'impasto timbrico, dato dalla sovrapposizione dei due strumenti, crea un effetto simile a note che cadono come gocce d'acqua."

Nella scrittura dei brani il contrabbassista si avvale di tecniche compositive sulle quali ha influito in maniera evidente la sua frequentazione nell'ambito della musica contemporanea, rivelatasi molto importante per la sua crescita come musicista. Queste techniche sono presenti—come ci spiega—"all'interno del brano "Sea Crossing Part 1" e "Part 2" in cui parto da alcune tecniche di composizione seriali non utilizzando convenzioni tonali tradizionali. In apertura espongo tutto il materiale del brano a cui segue una sezione tematica in cui uso lo stesso materiale esposto in due tonalità diverse, a distanza di un semitono, che procedono in parallelo. L'uso che faccio del contrappunto fa in modo che questa dissonanza si percepisca a tratti, essendo comunque presente una consonanza verticale. In altri brani, ho impiegato invece la tecnica dello sviluppo. "The Gecko," primo brano del disco, racchiude al meglio questa idea: un pedale ritmico inusuale suonato all'unisono da piano e marimba crea un impasto sonoro particolare che sembra richiamare un mondo modale; ma in effetti il pianoforte suona delle armonie che escono ed entrano da questa modalità. La semplice cellula iniziale si sviluppa in maniera graduale sfumando in un'altra cellula, quella del solo di vibrafono, e poi ancora in un'altra progressione armonica che chiude il brano con una melodia annunciata dal piano, stavolta in solo."

Ralph Alessi risulta determinate nel dare ulteriore profondità alla visione concentrica con cui Ferdinando Romano mescola i vari colori timbrici in un quadro d'insieme, grazie anche agli intensi dialoghi improvvisativi tra il trombettista e Tommaso Iacoviello al flicorno e Simone Alessandrini ai sassofoni alto e soprano. Un'interazione immediata tra i componenti del gruppo scattata durante le registrazioni—che Ralph Alessi ricorda cosi—"L'atmosfera della seduta di registrazione era rilassata. Era come se avessimo suonato insieme da anni. Il feeling è fondamentale quando si fa musica, ed è questo feeling collettivo che porto con me da questa esperienza. Amo creare musica, specialmente con giovani musicisti che non ho mai incontrato e con cui non ho neanche mai suonato. Sono persone che hanno poco più della metà dei miei anni e vengono da culture diverse. In questo caso la musica nasce nel momento stesso dell'incontro. Ascolto attentamente, e quello che tiro fuori è basato sul suono che mi arriva, indipendentemente dalla strumentazione impegata. La mia priorità è trovare un punto di fusione tra il mio suono e quello degli altri."

La collaborazione con il trombettista americano, è stata fortemente cercata da Romano, che aggiunge "Ralph Alessi è un musicista che mi piace moltissimo e del quale ho ascoltato tantissimi dischi. Mentre scrivevo i brani ho iniziato a pensare che il suo suono e il suo personale approccio all'improvvisazione sarebbero stati perfetti per la mia musica. Gli ho inviato le registrazione dei brani che avevo eseguito dal vivo insieme al gruppo per sapere quali erano le sue impressioni in merito. In seguito gli chiesi di partecipare al progetto, richiesta che Ralph ha accettato volentieri. Ci siamo trovati molto bene sia durante le registrazioni che nei momenti più goliardici fuori dallo studio." Un'intensa esperienza destinata a ripetersi—speriamo appena possibile dopo la quarantena—come ci lascia intendere lo stesso Alessi parlando dei suoi progetti presenti e futuri-"Sto lavorando su una registrazione in solo, e anche a una collaborazione in duo con Tim Berne. Ho un nuovo quartetto con Florian Weber, Chris Lightcap e Dan Weiss con cui spero di realizzare un disco il prossimo anno. Mi piacerebbe anche registrare di nuovo con Ferdinando Romano. Amo la sua musica e lo spirito che ci mette!."

Comments

Tags


For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.