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Cuncordu e Tenore de Orosei, di Luca Devito
di Luca Devito
Stampa Alternativa
Viterbo, 2008 - 18,00 euro
Del tradizionale canto sardo, a tenore e a cuncordu, si parla ormai con frequenza negli ultimi anni, un po' perché la Sardegna è uscita da quella tendenza - attraversata negli anni '60 e '70 - che la portava a nascondere le proprie origini per correre a braccia aperte verso una sedicente (e sterile) "modernità," un po' perché proprio la musica jazz - con la sua congenita necessità di confrontarsi con tutto quanto sia popolare, marginale, inaudito - ha contribuito a sdoganare la tradizione, dialogandoci attivamente - basti qui ricordare, tra i tanti che hanno voluto interloquire musicalmente con tenores e concordu, Ornette Coleman, Ernst Reijseger e il sardo Enzo Favata.
È perciò iniziativa opportuna e meritoria quella di Stampa Alternativa, che ha deciso di pubblicare questo lavoro del flautista e musicologo nuorese Luca Devito, al tempo stesso semplice e accurato, dedicato all'approfondimento di questo genere di canto - assai più complesso di quanto non si sia soliti pensare - così come viene rappresentato da una delle confraternite più importanti oggi presenti sull'isola: quella di Orosei, nella bassa Baronia. E non è un caso che la prefazione del libro sia scritta, con molta intensità, da Paolo Fresu.
Il libro, al quale è annesso un CD, è diviso in due macrosezioni: la prima include una descrizione delle due forme di vocalità tradizionale - quella sacra (il Cuncordu) e quella profana (il Tenore) - e una appendice con alcuni esempi di sperimentazione («con il termine sperimentazione si indica, in questa trattazione, l'intenzione consapevole della musica tradizionale di incontrare un altrove sia strumentale che vocale», p. 58); la seconda macrosezione include invece le trascrizioni di alcuni dei brani inclusi nel CD.
Le prime due parti della prima sezione aiutano a comprendere la genesi e il significato culturale e sociale dei canti tradizionali. I quali, com'è noto, avevano (e in parte hanno tutt'oggi) un ruolo nella vita delle comunità locali, qui esplorato in modo sintetico ma sufficiente a coglierne il valore. Vi vengono riportati i testi di alcuni brani presenti sul CD e per ciascuno si rinvia alle trascrizioni della seconda sezione. L'appendice della prima parte è invece particolarmente interessante per chi si interessi agli sviluppi contemporanei e alle collaborazioni dei cantori di Orosei con i mondo del jazz: vi vengono infatti ricordate e descritte le sperimentazioni con Favata e Reijseger; segue un'intervista con i Cuncordu e i Tenore a proposito del significato che tali esperienze hanno avuto per loro; si ricorda poi la collaborazione con Gianfranco Cabiddu per la realizzazione del bel documentario Sonos 'e memoria; infine viene narrata la vicenda artistica di Gavino Murgia, compositore e sassofonista di Nuoro, noto per le collaborazioni con Rabih Abou Khalil, Michel Godard, Sahinko Namchilak, che ha originalmente rielaborato la tradizione a partire dalla sua esperienza di musicista jazz.
Particolarmente interessante per chi voglia approfondire la struttura del canto a tenore e a cuncordu è la seconda macrosezione, nella quale vengono trascritti parte dei brani contenuti nel CD, alcuni dei quali provengono da registrazioni effettuate per la Winter& Winter, mentre altri sono registrati in presa diretta nel corso della Settimana Santa di Orosei, nel 2003. Di notevole rilievo è l'inedito "Kyrie," registrato nel 1958, nel quale il canto sacro a cuncordu è accompagnato da un harmonium.
Un lavoro di lettura perlopiù agile (trascrizioni a parte), di grande interesse e utilità per comprendere meglio la straordinaria musica vocale della Sardegna.
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