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Ches Smith: Clone Row

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Ches Smith: Clone Row
Giù il cappello ancora una volta. Ches Smith è davvero un meraviglioso esempio di intelligenza e—dopo il bellissimo capolavoro dedicato al Voodoo (Path of Seven Colors) pubblicato con Pyroclastic nel 2021, ma anche Laugh Ash del 2024—tira fuori dal cappello un'altra meraviglia affrontando un'autentica destrutturazione di un super quartetto con tanto di due chitarre (Mary Halvorson, regina del canale destro, e Liberty Ellman, protagonista di quello sinistro) e Nick Dunston (basso ed elettronica).

Nelle spettacolari note a corredo scritte da Marc Ribot si legge: "L'atmosfera generale del disco—nonostante gli occasionali sfoghi noise di Halvorson o le linee di chitarra distorte di Ellman—non è né punk/funk, né metal alla Zorn e certamente non rientra nei parametri più laschi dell'armonia improvvisata di Ornette. Il vibrafono di Smith, il timbro della chitarra di Halvorson, l'elettronica brillante e (soprattutto) le composizioni stesse sono in qualche modo stranamente West Coast cool. È come se stessi ascoltando un concerto di Jim Hall in cui uno di noi si è fatto un sacco di funghi, o (oso scriverlo?) un qualche esperimento post-punk post-Dave Brubeck post-trip-hop con la forma classica.

Questa registrazione riguarda soprattutto il Ches Smith compositore. Ha raccolto molto nel suo lungo e strano viaggio degli ultimi decenni. La funkiness haitiano del suo lavoro con We All Break è udibile, ma profondamente sepolta, codificata nei poliritmi (si veda "Heart Breakthrough"). Anche le sue collaborazioni di lunga data con John Zorn e Tim Berne sono evidenti, ma qui sublimate in qualcosa di nuovo."

Visionario e fortemente "avant" sono gli aggettivi da usare primariamente per questo musicista e i suoi lavori discografici. Ches Smith ha una capacità oggi davvero rara: quella di trasportare chi lo ascolta in una miriade di mondi sonori completamente diversi l'uno dall'altro e il climax che riesce a creare con formazioni sempre dissimili testimonia l'immensa grandezza di questo eccezionale artista.

Il suo immaginario percussivo possiede energia e groove realmente totali, e non importa se il nostro sia alla batteria, vibrafono, o qualsiasi aggeggio elettronico... Ribot, nelle note citate, parla però giustamente del fatto che questo lavoro è innanzitutto quello di un compositore più che di un musicista. Ed è oltremodo straordinario come Smith "pensi" alle sue composizioni in virtù del fatto da essere poi eseguite da splendidi improvvisatori.

Insomma, la festa della creatività? Sì, nel modo più assoluto e nel modo più bello pensabile.

Il californiano, per i pochi che non abbiano ancora incontrato il suo nome, è il nome "monstre" che nell'ultimo quarto di secolo ha collaborato con gente del calibro di Ribot, Berne, Zorn, Darius Jones, David Torn, Bill Frisell, Nels Cline, Terry Riley, Kris Davis, Dave Holland ma anche con Secret Chiefs 3, Good for Cows, Mr. Bungle e, ovviamente la già citata Mary Halvorson.

Clone Row (il titolo è un gioco di parole sulla "fila di toni" (tone row), il metodo compositivo restrittivo reso famoso da Arnold Schoenberg) suona "diverso" dai precedenti lavori di Smith, ma proprio questa è la notazione più importante per comprendere la grandezza di questo signore del suono moderno.

Smith colpisce divertendosi ad inserire in strutture complesse, elementi elettronici genuinamente stravaganti, astratti, fluidi pronti proprio a sorprendere l'ascoltatore. Avventure creative dissonanti che in occasione di concerti dal vivo potrebbero raggiungere vette infinite proprio per il fatto che le conversazioni fra due chitarre possono creare interazioni contrappuntistiche di solidità assoluta.

Le scelte degli intervalli di Ellman, il picking di Halvorson unito all'uso "noise" dei pedali e il meraviglioso e moderno uso del basso di Dunston evocano un avventura frastagliata sul serio unica.

Anni fa avremmo sicuramente utilizzato il termine "poliritmia" ma qui è il caso di andare oltre. Ed è qui che risalta fuori l'aggettivo "visionario" citato più sopra.

Un altro attento recensore dell'attività di Ches ha scritto ancora: "Chiunque abbia prestato attenzione alla scena musicale creativa degli ultimi due decenni potrebbe essere tentato di sospettare che Ches Smith si sia clonato più volte. A volte è difficile credere che una sola persona possa realizzare la vertiginosa ampiezza e la vasta invenzione della prolifica carriera del batterista/compositore."

Eppure, per il batterista tutto questo è "musica semplice": "si può fare così tanto da così poco," dice Smith. "In molta della musica che ho studiato, dalla musica d'arte occidentale di Beethoven e simili alla batteria Voodou di Haiti, si può sempre risalire a elementi molto minimali. È tutto contenuto in poche note, e questa idea mi ha sempre interessato."

Davvero fortunati coloro che, oltre all'ascolto di questo disco, potranno godere di un live-act che si preannuncia come un vero trionfo dell'art pour l'art più vera e reale.

Album della settimana.

Track Listing

Ready Beat; Abrade With Me; Clone Row; Town Down; Heart Breakthrough; Sustained Nightmare; Play Bell (For Nick).

Personnel

Additional Instrumentation

Ches Smith: vibes, electronics. Nick Dunston: electronics.

Album information

Title: Clone Row | Year Released: 2025 | Record Label: Otherly Love Records

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