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Claudio Loi: Sardinia Jazz

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Sardinia Jazz

di Claudio Loi

Aipsa Edizioni

Scrivere un libro è sempre un'impresa, che deve tradursi in una mirata operazione editoriale; ben venga se ci sono case editrici, magari piccole ma coraggiose come la cagliaritana Aipsa Edizioni, che dedicano la dovuta attenzione al jazz. Dopo aver pubblicato nel 2008 "L'isola dei dischi," del medesimo autore, la Aipsa ha dato alle stampe il corposo "Sardinia Jazz," il cui titolo si rifà a quel successo dell'attuale narrativa sarda che è "Sardinia Blues" di Flavio Soriga (Bompiani, 2008).

Ovviamente Claudio Loi dedica molte pagine ai protagonisti più noti (Paolo Fresu, Paolo Angeli, Antonello Salis...), ma lancia uno sguardo anche al passato, alle origini del jazz in Sardegna, rimarcando l'importanza di personaggi come Marcello Melis, i fratelli Pisano, Alberto Rodriguez... Buona parte, circa un quarto, di questo libro di 470 pagine illustra invece le attuali esperienze di formazioni più o meno giovani, giustificando così il sottotitolo "Il jazz in Sardegna negli anni Zero".

L'autore rifiuta un'impostazione strettamente enciclopedica: le voci biografiche dei musicisti (in ordine alfabetico all'interno dei nove capitoli tematici) difficilmente riportano le date di nascita o le tappe della loro formazione. Quasi mai, e questo è decisamente un limite, si precisa che strumenti suonano gli innumerevoli protagonisti citati o i loro collaboratori, tanti dei quali poco noti.

Si pone sempre molta attenzione invece alla produzione discografica, "...una vecchia passione dalla quale non riesco a liberarmi - afferma a tale proposito Loi - con l'illusione che il disco rimanga ancora (in qualsivoglia formato) la testimonianza più diretta della vita artistica di un musicista". Sulle opere fondamentali ci si sofferma a lungo e di quasi tutti i numerosi CD citati si riproduce la copertina, sia pure in bianco e nero e in piccolo formato.

Inoltre, la trattazione riporta numerosi e lunghi stralci di testi di vari autori, specificandone la fonte. "Questo volume - sottolinea l'autore - è soprattutto una lunga rassegna stampa, la raccolta di notizie e articoli sparsi tra le varie riviste o nella rete, nello spazio di tanti anni".

Nella stesura delle voci, anziché un'analisi dettagliata prevale dunque una visione di sintesi dell'autore, un ritratto personale dei musicisti o dei gruppi, ora partecipato ora più distaccato, procedendo per flash, approfondimenti, citazioni... Quello che emerge sistematicamente, e che costituisce l'aspetto più pregevole del libro, è il variegato e fertile intreccio che nei decenni è stato tramato fra jazz e musica popolare sarda, senza trascurare i contatti con altre espressioni: la musica leggera italiana, il rock, la musica colta, il cinema, la televisione.

Un'ottica più oggettiva e analitica sarebbe invece stata auspicabile nel capitolo dedicato ai grandi eventi del jazz in Sardegna. Non ne manca nessuno ovviamente, ma si sarebbe potuto far precedere ogni singolo commento illustrativo da notizie schematiche uguali per tutti: soggetto organizzatore, direttore artistico, anno della prima edizione, luoghi e periodo dell'anno di svolgimento, tutti i recapiti possibili...

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