L'11 novembre 1973 alla Famous Ballroom di Baltimora il quartetto di Sonny Stitt, fresco reduce dai fasti dei Giants of Jazz (Gillespie, Monk, Winding, Blakey, McKibbon) e certamente in stato di grazia (non aveva del resto ancora cinquant'anni pur essendo già un veterano, per qualcuno addirittura un sorpassato), tenne un concerto ricco di fuoco e invenzioni a getto continuo che oggi, grazie a Jazz Detective, trova posto in un doppio album (CD o LP) comprensivo di ampio libretto di accompagnamento (con interventi, fra gli altri, di Kenny Barron, Louis Hayes e, esterno al gruppo, Charles McPherson), che peraltro accredita Stitt solo al sax alto, laddove subito nell'iniziale "Baltimore Blues" (quasi venti minuti tiratissimi) lo si ascolta generosamente anche al tenore, su cui si produce poi per tutto il secondo CD, nei primi due brani del quale si ascolta distintamente un secondo tenorista che non ci è stato possibile individuare (pare che neppure Barron, interrogato in proposito, abbia saputo essere d'aiuto).
Carenze abbastanza inspiegabili (almeno la prima), vista la cura di cui tutto il resto gode (a partire dal riversamento e conseguente qualità di ascolto). E la musica, poi, è di livello eccellente, soprattuttose proprio dovessimo indicare qualche titolonel già citato "Baltimore Blues," e poi in "Lover Man" e in "A Different Blues," che sfiora a sua volta il quarto d'ora. Musica spesso torrenziale, come si sarà inteso, senza remore, liberatoria, intercalata da qualche opportuno ripiegamento, in un corpus totale assolutamente gratificante, che ci consente un bagno salutare in un jazz quanto mai vivo (pur con tutta l'acqua passata sotto i ponti dal suo perido aureo), in grado di darci l'esatta misura di cosa distingua musicisti come Sonny Stitt (e soci, tutti inappuntabili) dai tanti pur impeccabili epigoni che ne rifanno il verso: la storia, la classe, l'autenticità. La vita.
Album della settimana.
Track Listing
CD 1:
Baltimore Blues; Star Eyes; Lover Man (Oh Where Can You Be?); They Can't Take That Away from Me.
CD 2:
A Different Blues; Stella by Starlight; Deuces Wild; The Theme.
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Ecumenico ma (abbastanza) esclusivo, non sopporta la musica – e l’arte in generale – di routine, rassicurante e dozzinale, preferendo, se proprio deve, il brutto all’inutile. Un ideale spaccato dei suoi amori musicali (che non si limitano al jazz; e più o