Lanfranco Malaguti: Why Not?
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Ciclicamente la ricerca di Lanfranco Malaguti si confronta con gli standard, usandoli come un materiale da plasmare e riplasmare, ridisegnandone in profondità i connotati armonici, melodici e ritmici. In questo senso i primi lavori risalgono alla fine degli anni ottanta con Sound Investigations (Splasc(H) 1988) e Synthetismos (Splasc(H) 1989) a cui seguirà nel 1990 Something, dedicato alle canzoni dei Beatles.
A quei dischi, realizzati in trio con Enzo Pietropaoli al basso e Fabrizio Sferra alla batteria, è seguita una copiosa produzione che ha visto Malaguti accentuare il suo lavoro di sperimentazione in vari contesti: dal trio/quartetto con Stefano D'Anna, Pietropaoli e Roberto Gatto dei primi anni Novanta, alle varie formazioni con musicisti veneto/friulani (Cesselli, Maiore, Dani, Volpi ecc...) fino alla lunga parentesi in solitudine esemplificata dai dischi White Christmas , Standard Obsession e A gola spiegata , pubblicati dalla Splasc(H) dal 2003 al 2007.
Da qualche anno i partner privilegiati di Malaguti sono il sassofonista Nicola Fazzini, il batterista Luca Colussi e il fisarmonicista Romano Todesco (che ha preso il posto dal 2014 del flautista Massimo De Mattia) e questo disco presenta una nuova indagine sui classici della canzone americana. Unica eccezione è l'original "Blues to Monica."
Un po' come facevano Bill Evans o Lennie Tristano, gli standard affrontati da Malaguti sono quasi sempre gli stessi e i più frequenti li ritroviamo in questo disco. Non a caso "Solar," "There Will Never Be Another You," "Stella by Starlight" e "The Days of Wine and Roses" erano il nucleo del citato Synthetismos di quasi tre decenni fa.
A chi ne ha la possibilità consigliamo di andarli a riascoltare, confrontando le versioni sviluppate nel tempo con quelle attuali. All'interno di una cifra stilistica coerente col rigore del cool jazz tristaniano, le sorprese sono molte e principalmente di tipo timbrico. Dopo le intransigenti esplorazioni armoniche e melodiche del passato, Malaguti apre un nuovo fronte espressivo con risultati abbaglianti. Come nel recente Oltre il confine il chitarrista usa nel corso dei brani chitarre elettriche diverse e molta elettronica (Guitar Valve Overdrive, Guitar Organ, Guitar Viola, Guitar Polyphonic Octave Generator) facendo uso di sonorità rock entro lunghe improvvisazioni tematiche fondate sul contrasto simmetria/asimmetria. Ogni brano ha una sua precisa fisionomia ma la destrutturazione dei temi non arriva mai a renderli irriconoscibili: sprazzi della melodie originali compaiono improvvisamente nel corso degli assoli, dei confronti liberamente improvvisati o delle parti scritte.
L'apporto dei partner non è secondario, sia nelle improvvisazioni (esemplare Fazzini per l'affinità col leader) che nel confronto timbrico, e i risultati, pur conservando il rigore della ricerca, risultano accattivanti. In un certo senso più "facili" perchè l'ascoltatore trova punti di riferimento e segue con agevolezza anche i momenti più intricati. Dal punto di vista timbrico la relazione fisarmonica/sax alto è un altro punto significativo che fa di questo disco una sintesi ricca e originale, che amplia i confini dell'estetica cool senza tradirne i principi base. I risultati sono freschi e innovativi.
Da non perdere.
A quei dischi, realizzati in trio con Enzo Pietropaoli al basso e Fabrizio Sferra alla batteria, è seguita una copiosa produzione che ha visto Malaguti accentuare il suo lavoro di sperimentazione in vari contesti: dal trio/quartetto con Stefano D'Anna, Pietropaoli e Roberto Gatto dei primi anni Novanta, alle varie formazioni con musicisti veneto/friulani (Cesselli, Maiore, Dani, Volpi ecc...) fino alla lunga parentesi in solitudine esemplificata dai dischi White Christmas , Standard Obsession e A gola spiegata , pubblicati dalla Splasc(H) dal 2003 al 2007.
Da qualche anno i partner privilegiati di Malaguti sono il sassofonista Nicola Fazzini, il batterista Luca Colussi e il fisarmonicista Romano Todesco (che ha preso il posto dal 2014 del flautista Massimo De Mattia) e questo disco presenta una nuova indagine sui classici della canzone americana. Unica eccezione è l'original "Blues to Monica."
Un po' come facevano Bill Evans o Lennie Tristano, gli standard affrontati da Malaguti sono quasi sempre gli stessi e i più frequenti li ritroviamo in questo disco. Non a caso "Solar," "There Will Never Be Another You," "Stella by Starlight" e "The Days of Wine and Roses" erano il nucleo del citato Synthetismos di quasi tre decenni fa.
A chi ne ha la possibilità consigliamo di andarli a riascoltare, confrontando le versioni sviluppate nel tempo con quelle attuali. All'interno di una cifra stilistica coerente col rigore del cool jazz tristaniano, le sorprese sono molte e principalmente di tipo timbrico. Dopo le intransigenti esplorazioni armoniche e melodiche del passato, Malaguti apre un nuovo fronte espressivo con risultati abbaglianti. Come nel recente Oltre il confine il chitarrista usa nel corso dei brani chitarre elettriche diverse e molta elettronica (Guitar Valve Overdrive, Guitar Organ, Guitar Viola, Guitar Polyphonic Octave Generator) facendo uso di sonorità rock entro lunghe improvvisazioni tematiche fondate sul contrasto simmetria/asimmetria. Ogni brano ha una sua precisa fisionomia ma la destrutturazione dei temi non arriva mai a renderli irriconoscibili: sprazzi della melodie originali compaiono improvvisamente nel corso degli assoli, dei confronti liberamente improvvisati o delle parti scritte.
L'apporto dei partner non è secondario, sia nelle improvvisazioni (esemplare Fazzini per l'affinità col leader) che nel confronto timbrico, e i risultati, pur conservando il rigore della ricerca, risultano accattivanti. In un certo senso più "facili" perchè l'ascoltatore trova punti di riferimento e segue con agevolezza anche i momenti più intricati. Dal punto di vista timbrico la relazione fisarmonica/sax alto è un altro punto significativo che fa di questo disco una sintesi ricca e originale, che amplia i confini dell'estetica cool senza tradirne i principi base. I risultati sono freschi e innovativi.
Da non perdere.
Track Listing
The Days of Wine and Roses; Alone Together; There Will Never Be Another You; All the Things You Are; Solar; Stella by Starlight; Blues to Monica; Joy Spring.
Personnel
Lanfranco Malaguti: chitarra acustica, chitarre elettriche; Nicola Fazzini: sax (contralto); Romano Todesco: fisarmonica; Luca Colussi: batteria.
Album information
Title: Why Not? | Year Released: 2016 | Record Label: Splasc(H) Records
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