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Hitra: Transparence

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Hitra: Transparence
Immaginiamo un'isola chiamata Hitra, circondata da infinite altre isole e scogliere, e percossa dai gelidi venti del Mar di Norvegia, che si insinuano fra le barche e nelle case dei pescatori, tagliano i volti dei pochi vecchi abitanti del luogo, fino a infrangersi contro i monumentali fiordi secolari. "Isola," dal latino "terra insula," a sua volta composto dalla particella "in" ("dentro," "in") e dal termine "salum" ("alto mare"), quindi letteralmente "terra in mezzo al mare," da cui "isolamento," la condizione a cui tutti, volenti o nolenti, siamo costretti in questo momento delle nostre vite.

Immaginiamo ora questo paesaggio farsi musica, una tempesta perfetta di accordi immaginifici composti da flussi chitarristici e di basso torrenziali, dai lievi sussurri delle percussioni, inaudibili e proprio per questo assolutamente tangibili, e dagli echi spettrali di un pianismo estremamente preciso nel riverberare l'armonia, come nella migliore tradizione europea, intessendo uno spartito che già sul nascere è destinato a disperdersi nell'inafferrabile improvvisazione.

Nato in seno alla Norwegian Academy of Music di Oslo, e liberamente ispirato dall'omonima isola norvegese di cui sopra, "Hitra" è un quartetto composto da Hilmar Jensson, Alessandro Sgobbio, Jo Berger Myhre e Oyvind Skarbo. Il loro album d'esordio dal titolo Transparence è un viaggio sonoro lungo otto tracce alla scoperta di non-luoghi nascosti e perduti, forse solo immaginati.

Temi e assoli si susseguono dolcemente, con profonda rispondenza. La semplicità degli accordi, unita alla scorrevolezza delle interazioni e alla ripetizione anaforica di certi passaggi (indimenticabile l'arpeggio di chitarra che nasce e si estingue nel brano d'apertura "Lebtit," per poi ricomparire in "Labtayt," sul finire del disco) rendono avvincente il paesaggio sonoro.

Centrale negli equilibri del quartetto è il contributo di Alessandro Sgobbio, presente in questo progetto sia in veste di compositore che di pianista. Sull'intelligenza compositiva e sul talento da improvvisatore del vincitore dell'Umbria Jazz Contest e del Padova Carrerese si è già scritto molto, e giustamente. Ciò che più colpisce in Transparence è il ritmo armonioso che le note luminose del pianoforte infondono sulle linee melodiche (si ascolti in particolare il finale ricco di suspence di "To See Was to Be" e la progressione del brano conclusivo dell'album "Lebenslauf"), pur preservando la struttura e la compattezza, che rappresentano da sempre i due elementi-chiave del jazz di Sgobbio. Rispetto all'altro progetto realizzato con musicisti del Nord Europa (i "Silent Fires," dagli echi più classici e orchestrali), il sound asciutto e mistico degli "Hitra," consente a Sgobbio di sviluppare con maggiore coerenza musicale e concettuale il tema prediletto della spiritualità naturalistica.

Un ensemble del genere non può che avere la fluidità di genere come cifra stilistica: dall'ambient di "Lebtit" al post-rock di "Sêtu," con la chitarra di Jensson che a ogni nota ci mostra che suono ha la trasparenza, fino al post-free di "Cité des poètes" e al raffinato pop cameristico di "Künftiges." Ce n'è per tutti i gusti. Il tutto arricchito da rumorismi vari e da suoni alternativi in pieno stile "musique concrète," che trascendono il concetto stesso di musica, approdando al rumore quale significante della postmoderna civiltà tecnologizzata, iperconnessa e, ciò nonostante, sempre più ineluttabilmente isolata.

Album della settimana.

Track Listing

Lebtit; Sêtu; Künftiges; The Perfect Light Of Sandstad; Cité Des Poètes; Labtayt; To See Was To Be; Lebenslauf.

Personnel

Additional Instrumentation

Hilmar Jensson, guitar; Alessandro Sgobbio, piano; Jo Berger Myhre, bass; Øyvind Skarbø, drums

Album information

Title: Transparence | Year Released: 2021 | Record Label: Amp Music & Records


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Kumbhaka

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